L’eleganza antica della barbera centenaria di Ferraris

di Elena Morganti

Degustazione dell’ultima etichetta voluta da Luca Ferraris, che valorizza il monovitigno in affiancamento al suo amato Ruchè.

di Elena MorgantiGiambattista Marchetto

Un’annata d’eccezione per la prima vendemmia dell’ultima nata in casa Ferraris. Un unico vitigno, quello della Barbera, e molte espressioni diverse racchiuse in un progetto che parte dalla vigna a Montegrosso d’Asti – dove si trova la più recente acquisizione di Ferraris Agricola – perché è proprio dai 6 ettari di vigneto Cà Mongròss che nasce la nuova etichetta di Barbera Viti Centenarie. I vigneti da cui nasce Viti Centenarie, tutti con esposizione sud, sono stati piantati nel 1916, dunque sono più che centenari: grappoli spargoli e rari per natura con una resa di 50 quintali/ettaro. Terreni particolarmente bianchi che conferiscono al frutto grande struttura.

“È solo lavorando una materia prima generata da terreni estremamente vocati a questo tipo di vitigno, che si può ottenere un risultato di grande pregio, dove l’anima stessa del vino possa esprimersi al vertice della sua denominazione – osserva con orgoglio Luca Ferraris, a guida dell’azienda di famiglia dal 2001 -. Grazie a Viti Centenarie e al progetto legato a questo vino – continua – vedo la possibilità di contribuire a rilanciare una zona che merita più attenzione e son certo possa dare grandi risultati, in termini di qualità della Barbera d’Asti Superiore”.

L’ANIMA DEL RUCHÈ

Luca Ferraris è un vigneron del Monferrato che ha fatto crescere l’azienda di famiglia nel nome della sua grande passione per il Ruchè. Con 34 ettari di vigneti di proprietà – il cui nucleo originario nasce nel comune di Castagnole Monferrato per poi ampliarsi con l’acquisizione di Vigna del Parroco e Cà Mongròss a Montegrosso d’Asti – produce 250mila bottiglie l’anno, di cui più della metà rappresentate dal Ruchè, distribuite nei principali mercati internazionali. Per questo abbiamo attraversato l’anima di Ferraris percorrendo in degustazione, oltre alla Barbera Viti Centenarie 2017, anche le altre etichette.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Clàsic, Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2019

Uvaggio: 100% Ruchè da vigneti di 8-12 anni
Vinificazione: fermentazione alcolica di 10-15 giorni a temperatura controllata in rotofermentatori e fermentazione malolattica in tini di rovere da 54 hl
Affinamento: 9 mesi in botti grandi di rovere e 3 mesi in bottiglia

Calice rosso rubino intenso, di buona consistenza. Al naso il sentore più immediato è quello vinoso, cui seguono aromi caldi di frutta matura, ciliegie, note floreali, lievemente pepate e di sottobosco. Al palato ciò che guida il sorso sono la giovinezza del vino, il frutto e un calore suadente, velati da un tannino delicato.
Tra gli abbinamenti consigliati, i primi piatti della tradizione piemontese, ma anche secondi di carne, piatti a base di tartufo e formaggi di media stagionatura.

Ca’ Mongròss – Viti Centenarie, Barbera d’Asti Docg Superiore 2017

Uvaggio: 100% Barbera da vecchie viti
Vinificazione: fermentazione alcolica in botti grandi di rovere francese da 54 hl e fermentazione malolattica in tonneaux di rovere francese da 500 litri
Affinamento: 24 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri e 12 mesi in bottiglia

Di un rosso rubino intenso e impenetrabile con sfumature granate, il Viti Centenarie lascia lente lacrime sul calice. All’olfatto un aroma intenso di marasca e note di sottobosco, con una lieve punta d’anice e sentori balsamici che richiamano l’erbaceo. In bocca la freschezza è viva e gioca con una sapidità piacevole e un calore importante, il tannino c’è ma è lieve. Bella la morbidezza. Da provare con carni brasate e stufate, ma anche con i bolliti della tradizione.

Vigna del Parroco, Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2018

Uvaggio: 100% Ruchè da viti di circa 56 anni
Vinificazione: fermentazione alcolica a temperatura controllata con rimontaggi e successiva fermentazione malolattica, svolta per l’80% in acciaio e per il 20% in tonneaux.
Affinamento: il 20% del vino viene fatto riposare in tonneaux per 9 mesi, seguono 6 mesi in bottiglia
prima della commercializzazione.

Il nome è dedicato al piccolo vigneto vicino alla chiesa di Castagnole Monferrato, in cui Don Giacomo Cauda, parroco del paese considerato il padre del Ruchè, nel 1964 coltivò unicamente questo vitigno per iniziare a vinificarlo in purezza. I grappoli utilizzati per questo vino provengono proprio da quel vigneto, che oggi rappresenta la più vecchia vigna esistente all’interno della Docg Ruchè di Castagnole Monferrato.

Nel calice il Vigna del Parroco è di un rosso rubino tendente al granato. Al naso spiccano sentore vinoso e aromi di frutti rossi – marasca in particolare -, poi viola mammola, spezia pepata e lievi note balsamiche di sottobosco. Al palato il vino regala buona freschezza e morbidezza, con un calore intenso che pervade e un finale di frutta sotto spirito. Ideale con piatti strutturati e di buona succulenza, come umidi e arrosti morti.

Opera Prima, Ruchè di Castagnole Monferrato 2016

Uvaggio: 100% Ruchè da viti di 20 anni
Vinificazione: fermentazione alcolica in rotofermentatori di acciaio a temperatura controllata per 20-25 giorni, per poi restare a contatto con le bucce altri 20-25 giorni secondo la tecnica del cappello sommerso. Segue la fermentazione malolattica, svolta in acciaio.
Affinamento: 24 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri e riposo di 12 mesi in bottiglia.

Rosso rubino intenso tendente al granato, Opera Prima al naso libera aromi in cui sentori i vinosi cedono il passo alle note di cioccolato e tabacco. Il frutto fresco si qui si è trasformato in una ciliegia sotto spirito, a cui seguono sentori ematici e di cuoio. In bocca è vellutato e di buona spalla acida. Un vino di struttura, con note di terziari e di Mon Chéri che tornano al palato. Il calore è importante e richiede un abbinamento con piatti strutturati, succulenti e dal gusto deciso, come umidi di selvaggina e brasati.

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