Poggio Torselli, il Chianti ortodosso dalla vigna del Machiavelli

di Gian Omar Bison

Nella tenuta che fu della nobile famiglia fiorentina, l’azienda vitivinicola alleva vitigni autoctoni. Degustazione di quattro referenze della linea 1427.

Da sempre nota come la Regina delle Ville del Chianti, per la bellezza e il prestigio coltivati nei secoli e sopravvissuti anche ai momenti più bui, Poggio Torselli ha ospitato nelle sue stanze personaggi illustri, di solo passaggio o per lunghe permanenze. E quella che un tempo fu la residenza dei Machiavelli a San Casciano in Val di Pesa è oggi il cuore dell’azienda vitivinicola della famiglia Zamparini, nel Chianti Classico più vicino a Firenze.

Si tratta di una realtà relativamente giovane nel panorama enologico nazionale. Tra il 1999 e il 2003 la villa e il giardino sono stati oggetto di un meticoloso lavoro di restauro con una forte impronta conservativa. Dal 2003, anno della prima vendemmia, la proprietà si è spesa nella produzione di vino, divisa tra Chianti Classico e IGT Toscana, e di olio extra vergine d’oliva Chianti Classico DOP ottenuto con pratiche biodinamiche.

GIOIELLO ARCHITETTONICO

La struttura attuale del giardino, frutto di un lungo e sapiente restauro, riproduce fedelmente le rotazioni dell’impianto settecentesco, che ne facevano elemento imprescindibile di auto-sufficienza e vita quotidiana. Piante officinali per curare il corpo, cosmetiche per la bellezza delle nobildonne, alberi da frutto nani per facilitare la raccolta e persino esemplari di fiori rarissimi e leggendari. Svetta una collezione di 130 agrumi in vasi di terracotta imprunetina che adornano il giardino all’italiana: limoni, aranci amari, mandarini, chinotti, bergamotti, cedri e la rarissima Bizzarria (Citrus aurantium) un tempo chiamato l’agrume dei Medici. Una perla della Tenuta sono i resti perfettamente conservati del Settecentesco sistema d’irrigazione a canaletta in pietra serena, con le vaschette scolpite in pietra forte. Il sistema di pendenze consente per gravità l’adacquamento di tutte le aiuole del giardino, un esempio di maestria ingegneristica che oggi si può ammirare soltanto a Poggio Torselli e nello storico e monumentale giardino di Boboli a Firenze.

GARBO IN CANTINA

In vigna si pratica una forte attività di zonazione, processo iniziato circa quindici anni fa con la stesura della carta dei suoli, e oggi esercitato per valorizzare le differenze e le peculiarità di ogni vigneto. Il lavoro tra i filari è manuale (come la vendemmia ) e passa anche per l’uso di estratti, tisane, decotti e latte per il trattamento delle viti. È in atto anche un progetto di inserimento di animali, in particolare oche e pecore, a beneficio del terreno. Le rese sono basse e non si procede a cimature, così da migliorare la maturazione dell’uva e preservare l’acidità.

Ad oggi la superficie vitata conta 24 ettari per una produzione pari a 50mila bottiglie che l’azienda conta a breve di raddoppiare. In regime di agricoltura biologica, puntando al biodinamico, dal 2017 lavora con l’enologo Edoardo Colapinto che ha da subito imposto un lavoro in cantina mirato a ottenere vini a minimo intervento umano e di alta qualità. Per quanto riguarda il processo fermentativo, questo avviene esclusivamente grazie a lieviti indigeni. Il vino sosta per lungo tempo sulle fecce, così da aumentarne la morbidezza e la complessità. È solo embrionale ma promette bene il progetto di eliminare, in futuro, le operazioni di chiarifica e filtrazione. Anche l’uso del legno è poco invasivo, prediligendo botti grandi o barrique di secondo o terzo passaggio per far emergere il carattere originario del vitigno. La Tenuta di Poggio Torselli è coltivata soprattutto a Sangiovese con una piccola parte di uve bianche divisa tra chardonnay, sauvignon e traminer aromatico.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

In degustazione la linea 1427, tre rossi 100% sangiovese (2018 il Toscana Rosso Igt e 2016 il Chianti Classico Docg e Riserva) e un rosato 100% pugnitello (annata 2019).

ANNATE

2016: si è contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Inverno mite in Toscana e primavera con precipitazioni superiori alla media stagionale. Situazione capovolta a luglio. La qualità rimane complessivamente eterogenea. Uve mediamente sane, parametri molto buoni, millesimo più che interessante soprattutto per il sangiovese.

2018: per il Chianti Classico si è rivelata annata piuttosto mutevole sotto il profilo meteorologico, inverno piuttosto freddo e primavera variabile così come una parte dell’estate. Impegnativa la gestione fitosanitaria del vigneto e allungamento, grazie ad un buon settembre, del processo di maturazione delle uve. Buona l’annata per chi è riuscito a vendemmiare tardi con vini che si prestano, in buona parte, a medio e lungo invecchiamento. Buona freschezza e tannino morbido tra le aspettative.

2019: Climaticamente anomalo il 2019. Al caldo e siccità nei primi mesi primaverili sono seguite copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico per buona parte del mese di maggio mentre l’estata ha alternato temperature molte elevate a ondate di maltempo. Vendemmie abbastanza avanzate con uve sane e buona maturità tecnologica. Aspettative più che buone.

 

1427 Bizzarria – Toscana Rosso Igt 2018

Uvaggio: Sangiovese 100%
Vinificazione: fermentazione in acciaio con lieviti indigeni e 20 giorni di macerazione sulle bucce a temperatura controllata. Affinamento: breve permanenza in barrique di terzo e quarto passaggio. Leggera chiarifica e filtrazione.

Colore limpido, rosso rubino vivace, di buona consistenza nel calice. È un vino intenso e complesso al naso, fine, dominato da sentori fruttati a bacca rossa, lampone, mora, ciliegia sotto spirito. Un tenue profumo di viola accompagna una trama speziata di noce moscata ed erbacea di alloro. A chiudere un fondo di cioccolato. Il bicchiere è secco, caldo, abbastanza morbido. Il tannino è discreto, ben integrato. Piacevole l’acidità. Un vino gradevole in bocca, di buona lunghezza e struttura importante. È un vino equilibrato e armonico, pronto con un po’ di tempo davanti per sprigionare il meglio della maturità.
In abbinamento carni bianche salsate, bollito misto, paste al ragù di carni rosse, risotto ai fegatini di pollo, formaggi di media stagionatura, ossobuco in umido.

 

1427 Chianti Classico Docg 2016

Uvaggio: Sangiovese 100%
Vinificazione: fermentazione in acciaio con lieviti indigeni e 20 giorni di macerazione sulle bucce
Affinamento: 12 mesi in botti di rovere di slavonia dove avviene la malolattica. Leggera chiarifica e filtrazione.

Colore rosso rubino limpido con qualche sfumatura tendente al violaceo. Vino pesante nel bicchiere, robusto, che sprigiona profumi di viola e rosa rossa, di mora e frutti di bosco, marasca, di prugna e di confettura di susine; qualche richiamo di frutta secca. Aromi di alloro si sommano a una speziatura di chiodi di garofano, noce moscata e pepe nero. Sul finale cioccolato e mallo di noce. Il vino è armonico ed equilibrato nonostante sia pronto al consumo ma ancora lontano dalla maturità. Si presenta secco al palato, caldo e abbastanza fresco e sapido. Il tannino è deciso, coriaceo ma integrato. Un vino fine in bocca, intenso e persistente con un lungo avvenire davanti. Si abbina agevolmente a carni rosse alla griglia, selvaggina, brasati di carne, formaggi stagionati.

 

1427 Chianti Classico Riserva Docg 2016

Uvaggio: Sangiovese 100%
Vinificazione: fermentazione in acciaio con lieviti indigeni e 30 giorni di macerazione sulle bucce
Affinamento: 24 mesi in botti di rovere di slavonia dove avviene la malolattica. Leggera chiarifica e filtrazione.

Limpido, rosso rubino vivace che lascia presagire un orizzonte medio – lungo prima della piena maturazione. Vino consistente, robusto di corpo e grande struttura. Fine al naso, intenso e complesso. Viola e Rosa, mora, lampone, prugna e confettura, gli aromi più netti. Balsamico. Si avvertono timo, maggiorana e liquirizia tra le erbe aromatiche e cannella, pepe, chiodi di garofano e noce moscata tra le speziature. Caffè, cioccolato e mallo di noce sul finale. Un sorso secco e caldo, morbido, buona acidità e sapidità, tannico. Il palato resta fine, intenso e persistente. È un vino pronto, di lungo avvenire e, ciò nonostante, equilibrato ed armonico. Si abbina agevolmente alle carni rosse alla griglia, cinghiale in umido, cassoeula, salsicce e arrosticini di fegato, pastissada de caval, formaggi stagionati

1427 Bizzarria 2019 – Toscana Rosato Igt

Uvaggio: pugnitello 100%
Vinificazione: pressatura soffice con raspi.

Fermentazione in acciaio con lieviti indigeni a temperatura controllata. Leggera filtrazione.

Rosato tenue limpido e abbastanza consistente. Il naso è intenso, fine e complesso. Una rosa fresca di sboccio si somma a note fruttate di fragola, frutti di bosco, lampone, pesca bianca e agrume. Una scia minerale e una leggera speziatura arricchiscono gli aromi. È un vino secco, caldo e discretamente morbido che colpisce per la grande freschezza e la buona sapidità. Addirittura, un po’ tannico. La percezione gusto – olfattiva denota intensità, discreta lunghezza al palato e finezza.
È un vino di media robustezza, armonico ed equilibrato che si sposa bene con carni bianche, paste al ragù di corte, ribollita, abbacchio, baccalà alla vicentina e mantecato, insaccati e formaggi di media stagionatura.

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