Horeca e vendita diretta in cantina trascinano verso il basso le vendite entro i confini nazionali, che chiudono l’anno con 3 milioni di ettolitri di invenduto.
Secondo l’Osservatorio Uiv il mercato mondiale del vino potrà tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, dopo aver subito un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del canale horeca. La flessione registrata sui fatturati italiani è la prima dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, soprattutto a causa di forti contrazioni sul mercato interno. Qui nel 2020 si è avuta una contrazione, a valore, pari al 24%, con un volume di invenduto rispetto all’anno precedente di 3 milioni di ettolitri.
Se da una parte l’anno del Covid ha prodotto una forte disparità di performance tra le diverse realtà aziendali, dall’altra ha segnato storici cambiamenti all’interno dei propri canali di vendita: per la prima volta, infatti, i volumi degli acquisti in gdo hanno superato quelli dell’horeca, tradizionalmente il canale a maggior valore aggiunto. In generale il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) è stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.
Secondo il presidente UIV, Ernesto Abbona “Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%: il vino italiano ha bisogno di ripartire dal business, per questo riteniamo strategico essere a fianco di Vinitaly anche nel corso del suo programma 2021. Nessun altro Paese produttore ha tra i propri asset una fiera internazionale di riferimento – dice Abbona riferendosi al Vinitaly – un valore da tutelare che si riflette nella crescita del prodotto Italia registrata in questi anni. Il ruolo di Veronafiere assieme alle istituzioni preposte, a partire da Ice, è di accelerare il business anche prevedendo l’evoluzione degli scenari, per questo l’appuntamento di ottobre è prima di tutto un messaggio importante che l’Italia del vino potrà dare ai mercati”.
M