Dal Sol Levante ai vini bio sulle coste toscane

di Gian Omar Bison

La storia di Hideyuki Miyakawa e della tenuta Bulichella rilevata assieme alla moglie, attraverso gli assaggi di tre etichette rappresentative della cantina.

Il Sol Levante stava stretto a Hideyuki Miyakawa partito nel 1960 alla scoperta di nuovi orizzonti on the road. Da un Paese all’altro giunge a Roma in Italia ed è stato colpo di fulmine. Due volte. La seconda con Maria Luisa Bassano, conosciuta nello stesso anno a Torino e diventata presto sua moglie. Socio fondatore con Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani della storica Italdesign, dopo il settore corse con la Suzuki nel 1983, la famiglia Miyakawa si invaghisce di una tenuta nella campagna di Suvereto, in provincia di Livorno dove andranno a convivere con altre tre famiglie. Nasce così la Bulichella, una scelta fuori dagli schemi ma estremamente consapevole, dettata dal bisogno di abbracciare ideali e stili di vita più lenti, semplici, genuini e rispettosi dell’ambiente e del tessuto sociale. Nel 1999 la famiglia Miyakawa rileva le quote degli altri soci diventando unica proprietaria, con una conseguente e decisa svolta imprenditoriale orientata verso la produzione enologica. Nel 2003 Maria Luisa Bassano viene a mancare, ma Hideyuki continua a essere il punto di riferimento di una famiglia numerosa, con sette figli, tre adottati da India, Corea e Italia, e quattordici nipoti.

LA TENUTA

La Bulichella è stata definita la prima tenuta biologica della Toscana ma la svolta vera e propria verso l’agricoltura biologica avviene negli anni ‘90, quando Hideyuki e Marisa decidono di fare della viticoltura l’attività principale della tenuta. Ad oggi la Bulichella conta 42 ettari totali, di cui 14 vitati, 10 ettari dedicati all’olivicoltura con 1.600 piante dalle quali si ricava l’olio Extravergine di Oliva Igp Bulichella, un laghetto, un orto con frutteto, un piccolo bosco e un’area destinata all’attività agrituristica. Tutti i prodotti godono della certificazione biologica ICEA, che garantisce la qualità dell’intera filiera di lavorazione. L’energia elettrica della tenuta viene fornita principalmente da un impianto fotovoltaico. Nel 1997 Hideyuki e Maria Luisa realizzano la nuova cantina, rinnovata nel 2001. Per quanto riguarda i vitigni, l’unico a bacca bianca è il vermentino mentre per i rossi vi sono diversi tipi di varietà internazionali: syrah, merlot, cabernet franc e sauvignon e una piccola parte coltivata a petit verdot. Autoctono, invece, è il sangiovese, coltivato sulla costa toscana, che in bottiglia esprime tutta l’influenza del mare sui grappoli. Quantità limitate e un’importante attività di selezione delle uve sono scelte funzionali alla resa e qualità finale del vino.

I COLLI VOCATI DI SUVERETO

Bulichella si trova a 2 km da Suvereto, in Val di Cornia e da alcuni anni è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia. Suvereto fa parte della “Strada del Vino Costa degli Etruschi” assieme alla Val di Cornia, Terratico di Bibbona, Montescudaio, Bolgheri e Isola d’Elba. È il piccolo centro medioevale più a nord della Maremma, confina con Bolgheri ed è situato nell’entroterra di Piombino. L’area è particolarmente vocata alla produzione della vite grazie alla composizione dei terreni ricchi di minerali e al clima mediterraneo, caldo ma allo stesso tempo ventilato. La denominazione Suvereto Docg è stata riconosciuta nel 2011 e la base ampelografica è limitata all’utilizzo di un blend di cabernet sauvignon e merlot in proporzioni variabili e di tre varianti da monovitigni con un minimo dell’85% per il Suvereto Cabernet Sauvignon Docg, Suvereto Merlot Docg e Suvereto Sangiovese Docg. Un ruolo importante per il riconoscimento della Docg è stato interpretato proprio da Hideyuki Miyakawa, ex presidente del Consorzio dei vini Doc della Val di Cornia, che si è battuto per la Docg, ottenuta nel 2012.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

In degustazione il Sol Sera 2019 (100% syrah), rosato Costa Toscana Igp; Rubino 2017 (merlot, cabernet, sangiovese), rosso Costa Toscana Igp; Coldipietrerosse 2016 (cabernet sauvignon, merlot, petit verdot), rosso Suvereto Docg. Bulichella dal 2018 ha iniziato un nuovo percorso di restyling delle etichette in una chiave più vicina al sentire della tenuta di oggi. Realizzate con tecnica mista, sono il frutto della collaborazione tra lo scenografo Francesco Sala e due nipoti di Hydeyuki, Orso e Nicolò Miyakawa. Sono state definite “etichette parlanti” perché raccontano graficamente la famiglia, l’amore, la passione per la natura e per il territorio che contraddistinguono da sempre Bulichella.

Solsera, Rosato Costa Toscana Igp 2019

Uvaggio: syrah 100% raccolto manualmente
Vinificazione: criomacerazione delle uve, pressatura soffice e brevissimo contatto con le bucce in pressa. Fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox a temperatura controllata.
Affinamento: in vasche di acciaio inox per 5 mesi.

Colore rosa tenue, il rosato di casa Bulichella si presenta limpido e abbastanza consistente. Il naso è piuttosto intenso, fine e di buona complessità. Un sentore floreale si aggiunge a uno spiccato aroma fruttato di fragoline di bosco, lampone, agrume, melone e pesca gialla. Emerge una trama pepata ed erbacea di basilico. In bocca è un vino secco e caldo, morbido, equilibrato considerata la buona acidità e la decisa sapidità. È un vino intenso e fine, abbastanza persistente; la struttura è di corpo medio. Il vino si presenta armonico e maturo. Versatile per gli abbinamenti, per i primi piatti pensiamo al risotto alla milanese, risotto con le cipolle, lasagne al forno e pasta al ragù; anguilla in umido, coniglio in salmì, arrosto di carni bianche e formaggi di media stagionatura.

Rubino, Rosso Costa Toscana Igp 2017

Uvaggio: sangiovese, merlot e cabernet raccolti manualmente.
Vinificazione: macerazione prefermentativa a freddo e successiva fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox a temperatura controllata di 24°C.
Affinamento: riposo in vasche di acciaio e breve passaggio in barriques di 2° e 3° passaggio.

Vino storico della Bulichella, Rubino è il risultato di un’attenta selezione di uve al 50% sangiovese, 25% merlot e 25% cabernet (franc e sauvignon). Un vino rosso rubino, limpido e consistente. Naso intenso, complesso e fine. Un floreale di viola, un fruttato di prugna, mora, lampone, ciliegia sotto spirito e confettura. Si avvertono una scia minerale e un sentore erbaceo di alloro. Tra le spezie, noce moscata e chiodi di garofano. È un vino secco, caldo e abbastanza morbido; tannico e di buona sapidità e mineralità. Un po’ esposto sulle durezze, con un tannino che deve ancora arrotondarsi, pronto al momento, ma che raggiungerà presto maturità e armonia. In bocca è intenso, persistente e fine; di struttura robusta. Si abbina a carni rosse alla griglia, bolliti, guanciale di manzo brasato al vino rosso e formaggi stagionati.

Coldipietrerosse, Rosso Suvereto Docg 2016

Uvaggio: cabernet, merlot, petit verdot, raccolti manualmente.
Vinificazione: dopo un’attenta selezione delle uve segue la fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox a
temperatura controllata e successiva macerazione sulle bucce dai 18 ai 24 giorni.
Affinamento: in barriques di rovere francese per almeno 18 mesi.

È il vino simbolo della tenuta dagli anni 2000. Nasce da un vigneto sulle pendici di una scoscesa collina rivolta verso il mare. Il nome rimanda al colore rosso della terra e alla tipologia pietrosa del terreno. Rosso rubino limpido e consistente. Intenso, complesso e fine. Profumi di petunia e frutto evoluto: mora, ribes, mirtillo, prugna secca, carruba, confettura, amarena sotto spirito, frutta secca. Minerale, quasi gessoso. All’aroma di timo si aggiungono, tra le spezie, la cannella e il pepe. Caffè, tabacco fresco e qualche sentore animale. In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido. Tannico e più fresco che sapido. È un vino equilibrato e armonico, nonostante sia ancora abbastanza lontano dalla maturità evolutiva. Parliamo di un vino robusto e fine, intenso e persistente. Si abbina ad arrosti e selvaggina, carni rosse e formaggi stagionati.

NOTE SULLE ANNATE

2016. Si è contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Inverno mite in Toscana e primavera con precipitazioni superiori alla media stagionale. Situazione capovolta a luglio. La qualità rimane complessivamente eterogenea. Uve mediamente sane, parametri molto buoni, millesimo più che interessante soprattutto per il sangiovese.

2017. L’annata 2017 è stata caratterizzata da una primavera con temperature miti e con scarse precipitazioni, condizioni che hanno favorito un germogliamento e una fioritura anticipata. Nella seconda decade di aprile gelate notturne hanno colpito a macchia di leopardo l’intera regione, compromettendo in parte la produzione. Dal mese di maggio si è registrato un aumento dei valori termici al di sopra delle medie stagionali e assenza di piogge. In condizioni di scarso apporto idrico le piante hanno risposto in maniera positiva, ma il perdurare di tale situazione, in concomitanza con temperature che hanno superato anche i 40°C, hanno messo a dura prova le uve e di conseguenza la loro maturazione. L’invaiatura è iniziata 15 giorni in anticipo ma, a causa dello stress idrico, non è risultata omogenea. Le prime analisi delle uve evidenziano una maturazione tecnologica in anticipo di circa 10 giorni rispetto alla media stagionale. Quantitativamente parliamo di un calo complessivo del 30% rispetto al 2016, con una resa uva/mosto inferiore di circa il 10%.

2019. Climaticamente anomalo il 2019. Al caldo e siccità nei primi mesi primaverili sono seguite copiose precipitazioni, unite a un significativo calo termico per buona parte del mese di maggio mentre l’estate ha alternato temperature molte elevate a ondate di maltempo. Vendemmie abbastanza avanzate con uve sane e buona maturità tecnologica. Aspettative più che buone.