La “perfezione” del difetto nei vini

di Giambattista Marchetto

Esce in italiano per Ampelos edizioni “Il vino perfetto”, manuale divulgativo di Jamie Goode che rovescia i luoghi comuni.

Dall’odore di tappo e all’acidità volatile fino agli aromi e ai sapori sgradevoli. È capitato a tutti gli intenditori di vino di riscontrare caratteri tali da rendere una bottiglia deludente. Ma tutti i difetti sono davvero gravi? O alcuni possono essere addirittura desiderabili? Se lo chiede Jamie Goode con il libro “Il vino perfetto”, appena uscito in Italia per Ampelos Edizioni, manuale divulgativo che ogni appassionato di vino potrebbe avere nella propria libreria.

Goode, giornalista per il Sunday Express e collaboratore di The World of Fine Wine e Wine & Spirits, autore di testi come The Science of Wine, I Taste Red, The Goode Guide to Wine: A Manifesto of Sorts e coautore di Authentic Wine, ancora una volta fa sentire la sua voce autorevole per “demistificare” la scienza che sta dietro la differenza tra una buona bottiglia e una poco apprezzabile. Analizzando le cause che sono alla base dei difetti del vino, Il vino perfetto ci sfida a rivedere le nostre convinzioni su come dovrebbe essere il vino e su come possiamo comprenderne appieno la bellezza in un bicchiere.

Il vino è complicato, a un livello quasi impossibile – scrive il giornalista – È il risultato di una fermentazione microbica, guidata da mani umane, basata sul raccolto annuale del frutto della vite. Le differenze geografiche e di varietà dell’uva, insieme alle scelte dell’uomo producono una varietà impressionante. Gli enologi fanno delle scelte e adottano gli interventi giusti durante il processo di vinificazione per ottenere un vino di cui andare orgogliosi”.

“Il vino perfetto” è dunque il primo libro dedicato all’esplorazione delle principali cause dei difetti nel vino. È una sfida alle nostre convinzioni: dal Brettanomyces, all’ossidazione, all’acidità volatile, alla riduzione e ai composti solforati volatili, all’odore di tappo, di fumo, dal difetto del gusto di luce al sapore di topo, ogni aspetto è stato affrontato avvalendosi delle ricerche scientifiche, delle testimonianze dirette di alcuni enologi e del know-how dello stesso scrittore.

Esiste dunque il vino perfetto? Quello “pulito”, senza difetti potrebbe essere banale e inespressivo? Il difetto può essere parte integrante della “bellezza”, secondo il concetto giapponese del wabi-sabi? “Dipende tutto dal vino, dal contesto e dal consumatore – sottolinea Goode – Quando l’acidità volatile è troppo alta? Quando il carattere acerbo è buono e quando è un male? Quando i tannini sono eccessivamente allappati e solidi? Molti di questi caratteri sono presenti in una certa misura in alcuni tra i migliori vini al mondo. Ad esempio, alcune tracce di riduzione minerale in un Borgogna potrebbero essere accettabili ma non in un Sauvignon Blanc”.

Goode sceglie un approccio alternativo per indagare sulla percezione della qualità del vino come fattore soggettivo e opinabile. Imparare a riconoscere e contestualizzare il repertorio dei difetti non è un’impresa facile, ma solo attraverso questa conoscenza si potrà apprezzare appieno la “bellezza” di un vino.

IL VINO PERFETTO
di Jamie Goode
prefazione Maurizio Ugliano
traduzione Mattia Venuti
prezzo 23 euro