Degustazione di 6 etichette di Verdicchio dei Castelli di Jesi, il ‘rosso vestito di bianco’ premiato dalle guide e apprezzato in abbinamento alla cucina mediterranea.
di Elena Morganti e Giambattista Marchetto
Da anni il verdicchio si posiziona come miglior vino bianco fermo d’Italia secondo le principali guide enologiche nazionali, con 225 etichette ai massimi punteggi tra 2014 e 2017. Una svolta qualitativa enfatizzata nel 2018 da un reportage del Wall Street Journal e confermata, ad esempio, dai Decanter World Wine Awards 2020 che hanno posizionato 17 verdicchio con punteggi a partire dai 90/100.
Risultati che arrivano dopo oltre 15 anni di lavoro orientato alla qualità. “Solo considerando il verdicchio dei Castelli di Jesi, negli ultimi dieci anni è stata contingentata la produzione, triplicata la superficie media di ettari vitati per azienda, rinnovato un quarto del vigneto e l’imbottigliamento fuori zona è calato del 75% – rimarca Alberto Mazzoni, direttore del superconsorzio IMT – Si è scelto di scommettere sulle peculiarità del vitigno, andando oltre l’immagine del vino beverino che lo aveva reso famoso, e di valorizzare tutti i suoi punti di forza, a partire dalla grande personalità, per produrre un vino unico e inimitabile tra i grandi bianchi italiani: un ‘rosso vestito di bianco’, di grande struttura e mineralità, con una forte capacità di invecchiamento ma allo stesso tempo versatile, con le sue infinite varianti, dalle bollicine al passito”. E nonostante le potenzialità di invecchiamento non siano ancora sufficientemente riconosciute non solo dal mercato, ma dai produttori stessi, il percorso è tracciato.
VINO AUTOCTONO DALL’ANFITEATRO SUL MARE
ll nome Verdicchio deriva dal colore dell’acino, che mantiene evidenti sfumature di verde anche a piena maturazione. Doc dal 1968, il Verdicchio dei Castelli di Jesi è conosciuto per la sua personalità e per la sorprendente versatilità, in grado di ottenere ottimi risultati in tutte le tipologie, fino agli spumanti Metodo Classico e ai vini passiti. Nel 2010 arriva la Docg Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, che esprime il potenziale di questi vini bianchi.
La zona di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi si trova all’interno di un anfiteatro naturale, che dalle colline prospicenti il mare giunge fino al pre-Appennino, solcato dal fiume Esino e delimitato da ventiquattro “Castelli”, ovvero piccoli borghi cintati e fortificati che circoscrivono la zona classica in cui vitigno si è diffuso in origine. Un crescendo di colli, che dai versanti affacciati sull’Adriatico si spinge ai 550 metri circa di Cupramontana e Apiro, accarezzati dai venti marini che agevolano un clima temperato, con estati piuttosto calde e buone escursioni termiche nei versanti più elevati.
Il vitigno affonda le radici sui suoli a forte componente marnoso-argillosa e substrati di calcare delle alture di Apiro, Cupramontana, Staffolo, per poi degradare verso terre di medio impasto con presenza di argilla e arenaria, sino ai declivi più caldi e sabbiosi prossimi alla costa.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi si sposa con i piatti della cucina mediterranea: dai piatti di pesce – tra cui il tipico brodetto della costa marchigiana – a crostacei e molluschi, fino alle carni bianche, dalle carni bollite a funghi, tartufi e fritti di verdure. Anche per questa versatilità è tra i principali protagonisti nelle carte dei vini: secondo un’indagine Nomisma-Wine Monitor, l’autoctono marchigiano è presente nell’83% nelle carte dell’alta ristorazione italiana, con una media di circa 6 etichette.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Pontemagno (Piersanti) – Bacareto, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2019
Uvaggio: 90% verdicchio, 10% altri vitigni a bacca bianca, da vendemmia tardiva.
Vinificazione: pressatura soffice, fermentazione lenta a bassa temperatura e successiva permanenza sulle fecce.
Affinamento: 6 mesi in acciaio.
Pontemagno è il marchio nato dalla collaborazione tra la casa vinicola Piersanti e il consulente Cesare Lorenzetti. Fondata nel 1955, l’azienda Piersanti si è negli anni ampliata fino a costruire un centro produttivo di oltre 2000 metri quadrati, per un portfolio che comprende alcune tra le principali Dop marchigiane, tra le quali spiccano Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico e Superiore.
Bacareto è una delle etichette di punta della linea Pontemagno, ottenuto da una selezione delle migliori uve verdicchio.
Di un bel giallo paglierino con riflessi dorati e grande consistenza nel calice, il vino regala aromi intensi e fruttati di pesca gialla, ma anche profumi floreali di glicine e acacia. Si aggiungono note di mandorla e salvia, e lievi accenni agrumati, con un’alcolicità che già al naso si preannuncia importante. Il sorso è di grande freschezza e sapidità, che avvolgono il palato assieme a un calore ben presente (il grado alcolico raggiunge il 14% vol). La sensazione sapida permane fino alla chiusura, lunga e lievemente amaricante con ricordi di mandorla amara.
Pievalta – Tre Ripe, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2019
Uvaggio: 100% verdicchio.
Vinificazione: pressatura diretta, decantazione statica e fermentazione in acciaio inox con lieviti indigeni.
Affinamento: almeno 6 mesi in vasche inox e cemento e un mese in bottiglia prima della commercializzazione.
Pievalta nasce nel 2002 con i primi investimenti di Barone Pizzini nella zona dei Castelli di Jesi. Oggi la proprietà si estende su un totale di 43 ettari di cui 30 vitati ed è affidata all’enologo Alessandro Fenino, che dal 2005 ne avvia la conduzione biodinamica trasformandola nella prima azienda biodinamica certificata (dal 2008) delle Marche. Il nome Tre Ripe sta per “tre versanti”, quelli da cui provengono le uve con cui viene prodotto questo vino, cioè Maiolati Spontini, Montecarotto e Monte Follonica. Tre versanti separati da due vallate, con suoli e altitudini differenti, dall’argilla mista a calcare all’arenaria con argilla con e infiltrazioni di creta, fino alla pura arenaria.
Nel calice il Tre Ripe è giallo paglierino tenue con riflessi dorati. Al naso i profumi sono dolci. Emergono note fruttate di pesca gialla e mela golden matura, ma anche ricordi di frutta esotica, come passion fruit e passiflora. Completano il bouquet, note delicate di salvia ed erbe aromatiche. In bocca l’ingresso è morbido, ma dotato di una grande freschezza che avvolge il palato con ricordi citrini. Subito dopo arriva la sapidità, assieme a una sensazione calda che chiude il sorso con note di mandorla amara.
Tenuta di Tavignano – Misco, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2019
Uvaggio: 100% verdicchio.
Vinificazione: in acciaio a temperatura controllata.
Invecchiamento: 6 mesi su fecce fini in acciaio e 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Una tenuta di 230 ettari nella zona di Cingoli, che domina le valli dell’Esino e del Musone, guardando il monte San Vicino da un lato e dall’altro il mare Adriatico e la riviera del Conero. Nella Tenuta di Tavignano, dal 1975 di proprietà di Stefano Aymerich di Lacone e oggi gestita assieme a lui dalla nipote Ondine de la Feld, i vigneti sono certificati bio dal 2018 e si estendono per 30 ettari nel cuore delle denominazioni Castelli di Jesi Classico e Rosso Piceno, certificati biologici dal 2018. Il vino Misco deve il suo nome al fiume Musone, che in epoca romana era chiamato Miscus. Le uve provengono da un vigneto cru dell’azienda con rese basse (60 q/ha) a 320 m di altitudine.
Giallo paglierino tenue dai riflessi verdolini. Il naso tende verso gli aromi minerali e i sentori citrini e di erbe officinali. Sono queste le sensazioni che dominano anche al palato, assieme a una freschezza viva e invitante. Il frutto si fa sentire, ma non in maniera eccessiva, in favore di acidità e sensazioni di erbe aromatiche. Un vino schietto e asciutto, dalla buona bevibilità e versatile in abbinamento, senza nascondere un carattere deciso e ben riconoscibile.
Cantina Colognola – Ghiffa, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018
Uvaggio: 100% verdicchio
Vinificazione: fermentazione in acciaio a temperatura controllata
Affinamento: maturazione in acciaio su fecce nobili per 15 mesi e ulteriore affinamento in bottiglia di 3-6 mesi
Situata nel comune di Cingoli (MC) a circa 360 m sul livello del mare, Cantina Colognola – Tenuta Musone ha un vigneto dominato per l’85% dal verdicchio (circa 33 ettari) e per un 15% da montepulciano, tutto interamente in regime biologico. Ne nasce un portfolio che include ben 7 diverse espressioni di Verdicchio, tra cui anche due spumanti e un passito.
Ghiffa, prodotto in 6mila bottiglie, è una selezione dei grappoli migliori provenienti da vigne a 200 m di altitudine, su un suolo prevalentemente calcareo e con una resa di 90 q/ha.
Giallo paglierino con riflessi che accennano al dorato e nel calice una consistenza che già preannuncia un corpo importante. Al naso spiccano sensazioni citrine che ricordano la buccia di lime e note di erbe aromatiche, dalla salvia al timo lemonino. In sottofondo, una pesca a polpa gialla croccante e note lievemente burrose, per un bouquet che strizza l’occhio allo Chablis. In bocca è morbido e dalla freschezza viva. La sapidità non tarda a farsi avvertire e il sorso si caratterizza da subito con calore e un gusto amaricante, che richiama la mandorla amara e sfuma in un finale piacevole e persistente.
Umani Ronchi – Vecchie Vigne, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2018
Uvaggio: 100% verdicchio.
Vinificazione: pressatura soffice del mosto fiore, poi raffreddato rapidamente e decantato in maniera statica. Segue fermentazione alcolica in acciaio inox.
Affinamento: 10 mesi sui propri lieviti nei serbatoi in cemento e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Attiva dal 1957 e oggi guidata dalla famiglia Bianchi-Bernetti, Umani Ronchi possiede una superficie vitata di 210 ettari, tutti a conduzione biologica, suddivisi tra le Marche (Castelli di Jesi e Conero) e l’Abruzzo. La produzione raggiunge i 2,9 milioni di bottiglie annue per oltre 20 referenze destinate a più di 60 Paesi (l’export rappresenta il 70% delle vendite).
Vecchie Vigne nasce da 4 ettari di vigneto situati a Montecarotto e impiantati nei primi anni ’70. Si tratta di piante dotate di grande equilibrio vegeto-produttivo coltivate in una posizione particolarmente favorevole, a 250-300 m sul livello del mare e con esposizione a est.
Di un giallo paglierino lucente nel calice, al naso emana profumi inizialmente delicati che via via si aprono verso aromi di erbe aromatiche, salvia, dragoncello e fiori di cappero, con note agrumate e iodate. In bocca è fresco e morbido, dotato di una bella sapidità salina che avvolge il palato e allunga in un finale persistente e piacevole.
Casalfarneto – Grancasale, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2018
Uvaggio: 100% verdicchio.
Vinificazione: macerazione a freddo delle bucce con il proprio mosto.
Affinamento: 10% in botte grande di legno e 90% acciaio per 6 mesi, poi affinamento in bottiglia di 12 mesi.
Nel comune di Serra de Conti, nell’areale compreso dalla denominazione Castelli di Jesi Classico, Casalfarneto gestisce 53 ettari di vigneti situati a circa 320 m sul livello del mare, di cui 28 a Verdicchio e in tutto 6 a conduzione bio. Tra i tratti distintivi dell’azienda, l’attenzione all’esaltazione della componente aromatica dei vini, attraverso una tecnica di vinificazione in assenza di ossidazione, ma anche la valorizzazione del vitigno verdicchio. Prodotto da uve in surmaturazione, il Grancasale è l’etichetta top tra i Verdicchio dei Castelli di Jesi dell’azienda, ispirata all’antico casale da cui la cantina è stata costruita.
Al naso dominano le sensazioni floreali di acacia e mughetto, inizialmente delicate, che pian piano si aprono verso sensazioni di pesca bianca e cedro, note di erbe aromatiche e mandorla. Al palato è morbido e di una freschezza vibrante e agrumata, seguita da sensazioni sapide che chiudono in un finale asciutto e salino.