Degustazione della prima etichetta ottenuta 100% dal vitigno autoctono, che il vignaiolo Maurizio Favrel proporrà da novembre anche nel nuovo metodo classico.
Perfezionamento della lavorazione della glera frizzante e col fondo, ma soprattutto grande dedizione alla boschera. Maurizio Favrel, orgoglioso vignaiolo indipendente (Fivi) dell’azienda Malibran di Susegana (Tv), ha rivolto grande attenzione al vitigno autoctono potenziale compagno (per disciplinare) nel Prosecco e protagonista nel Torchiato di Fregona Docg (con verdiso e glera).
La boschera è un vitigno ancora poco conosciuto, ma in grado di dare risultati originali sotto il profilo organolettico: fine al naso e al palato, armonico ed equilibrato, aromatico ma non troppo, minerale e soprattutto sapido. Vittorio Veneto è il territorio trevigiano d’elezione di una varietà nominata già sul volgere dell’Ottocento e che si racconta debba il suo nome a una piantumazione che veniva effettuata in alto sulle colline, a ridosso dei boschi. È un’uva che ha una maturazione piuttosto tardiva e dotata di una buccia giallo verdastra, coriacea e resistente, adatta per questo all’appassimento. Favrel ne ha fatto un segno distintivo dell’azienda, vinificandola ferma e secca. E da novembre 2021 sarà distribuita anche come spumante metodo classico.
LA GLERA “GREEN” E AGRICOLA
La proprietà dei Malibran si estende per 14 ettari di vigneto coltivati principalmente a glera. A questa si aggiungono boschera, incrocio manzoni 13.0.25 e raboso. Storicamente la cantina era situata all’interno del vecchio granaio, fulcro dell’attività contadina del borgo rurale di Sottoriva. L’azienda ha ottenuto la certificazione di qualità Biodiversity Friend, che esprime la quantità di animali e vegetali viventi in un dato territorio. E in particolare la vigna del 5Grammi Rive di Santa Maria di Feletto ha ottenuto il punteggio record di 245 riscontrando la presenza di 17 famiglie di organismi, alcuni molto rari.
Tra i vini di Malibran, oltre alle diverse versioni del Conegliano Valdobbiadene Docg, ricordiamo il Sottoriva Colli Trevigiani IGT, glera frizzante rifermentata spontaneamente in bottiglia, Col Fondo (che da poco si chiama Col Fondo Agricolo) cioè non filtrato e il compagno Cradamora.
Il progetto Col Fondo Agricolo è nato da circa un anno ed è diventato un marchio che riunisce una quindicina di vignaioli della Pedemontana trevigiana impegnati in un progetto di valorizzazione della glera rifermentata in bottiglia, come da antica tradizione. Solo uve di proprietà e selezionate, lieviti naturali, colori torbidi e tappo a corona. Tra le regole le varietà ammesse: glera per almeno il 70% del blend, e/o i vitigni storici come perera, verdiso, bianchetta, boschera e rabbiosa fino a un massimo del 30%.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Centogufi – Colli Trevigiani Igt 2018
Uvaggi: boschera 100%, vendemmia a mano
Le uve crescono su un terreno argilloso di origine alluvionale e morenica a Sarmede, località di Vittorio Veneto. Vinificato con macerazione sulle bucce di 5-6 giorni, il risultato è un bianco paglierino limpido, abbastanza consistente. Il naso è di buona intensità e complessità, fine. Note fruttate di pesca bianca, mela verde e agrume; floreali di camomilla e fiori secchi di prato. Erbaceo con aromi di maggiorana, santoreggia e fieno; speziato di liquirizia. Chiude una scia minerale e un sentore iodato. In bocca è secco, abbastanza caldo e morbido, fresco e sapido. È un vino maturo, equilibrato, armonico e fine, di buona persistenza e intensità e di corpo medio. La sapidità importante è la sua cifra. Servito a temperatura di 7°, si abbina a crudo di pesce, pasta al sugo di pomodoro, pasta al pesto genovese, carni bianche alla griglia.