Le sfumature della Freisa del “profeta” Balbiano

di Giambattista Marchetto

Degustazione di tre referenze dell’azienda vitivinicola torinese, oggi impegnata nel progetto urbano Vigna della Regina.

di Giambattista Marchetto ed Elena Morganti

Fondata nel 1941, l’Azienda Vitivinicola Balbiano è legata a doppio filo alla freisa di Chieri, tanto che Veronelli la definì “profeta” del vitigno.  Il Freisa è un vitigno complesso da vinificare: tannini molto accentuati ed acidità elevate, se non controllati, possono renderlo particolarmente disarmonico. E proprio per questo il lavoro in cantina è fondamentale.
Sulle orme del padre Melchiorre, Francesco Balbiano ha investito tempo e risorse su questo vitigno-simbolo di una terra e di una cultura. E quando nasce il Consorzio di Tutela delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese, il primo presidente è proprio Balbiano che spinge la collaborazione con la Facoltà di Agraria di Torino e le ricerche sul Freisa si riveleranno fondamentali.

Negli anni ’90 la grande rivoluzione qualitativa del Freisa di Chieri è finalmente giunta a livelli molto importanti, grazie soprattutto al capillare lavoro fatto sul territorio. Il Freisa di Chieri e Balbiano saldano nella coscienza collettiva un binomio ancora oggi molto solido. E dal 2015 Luca Balbiano, figlio di Francesco, è presidente del Consorzio e ha scelto di mettersi in gioco con il progetto di Vigna della Regina, il reimpianto del vigneto reale in piena area urbana a Torino.

DEGUSTAZIONE

Oggi l’Azienda Vitivinicola Balbiano produce quattro Freisa di Chieri – la Doc frizzante, la Surpreisa ferma, la superiore Federico I il Barbarossa e la Vigna della Regina proveniente dal vigneto urbano – e inoltre due bonarda (una ferma e una frizzante), una barbera Collina Torinese, un bianco frizzante e un rosato fermo, i dolci cari e malvasia di Castelnuovo e infine i due spumanti brut (bianco e rosé).  Ecco le note di degustazione di tre referenze rappresentative dell’azienda di Andezeno.

Freisa di Chieri Dop 2020 (frizzante)

Uvaggio: 100% freisa.
Vinificazione: pigiatura soffice con separazione dei raspi, fermentazione con le bucce a temperatura controllata.

Rosso rubino acceso e lucente. Al naso regala aromi di frutti rossi asprigni, marasca, ribes, ma anche erbe aromatiche come la nepitella e accenni dolci di borotalco. Al palato rivela una bell’acidità, che si mescola alla piacevole effervescenza. Il tannino è lieve e chiude il sorso asciugando il palato con un finale secco e schietto. Perfetto a tutto pasto con i piatti della tradizione, ma anche con salumi di bella grassezza e succulenza.

Vigna della Regina, Freisa di Chieri Doc 2016

Uvaggio: 100% freisa dal vigneto di Villa della Regina a Torino.
Vinificazione: pigiatura soffice con separazione dai raspi, lunga fermentazione con le bucce a temperatura controllata.
Affinamento: invecchiamento in tonneau di rovere francese e sosta in bottiglia.

Rosso rubino intenso e limpido, con sfumatura quasi tendente al granato. Al naso rivela aromi di frutta rossa matura, marasca e melograno, note erbacee e di sottobosco e un lieve e gradevole accenno balsamico di mentuccia. Fresco e secco al palato, con tannini morbidi, che accompagnano sensazioni lievemente erbacee. Il calore si fa più intenso sul finale, asciutto e speziato. Un vino di struttura e tendente alle durezze, che dà il meglio di sé negli abbinamenti a piatti dal gusto intenso e complesso, come umidi di carne e selvaggina.

Collina Torinese Cari Dop 2019

Uvaggio: 100% cari
Vinificazione: pigiatura soffice con separazione dei raspi e breve fermentazione con le bucce a temperatura controllata. Refrigerazione al raggiungimento dello sviluppo della gradazione alcolica desiderata.

Rosa cerasuolo lucente nel calice, con una bella spuma rosa chiaro. Al naso profuma di gelée alla fragola di bosco e lampone, con accenni di rabarbaro e zucchero filato. In bocca è dolce ma animato da una bella freschezza beverina, con una bolla lieve che accarezza il palato e una piacevole sapidità. Una chicca da gustare con pasticcini e dolci alla crema o, perché no, con un assaggio di zuppa inglese.

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