A 5 anni dall’ingresso nel gruppo francese Epi, l’iconica azienda di Montalcino compie un passo verso i grandi formati che fa storia. Degustazione di Rosso 2017, Brunello 2015, Riserva 2013 e della “storica” Riserva 1983.
di Giambattista Marchetto ed Elena Morganti
Non è dato sapere perché, ma né Ferruccio né Tancredi e nemmeno Franco Biondi Santi l’avevano mai fatto. E così è toccato al gruppo francese guidato da Christopher Descours proporre per la prima volta nella lunga storia del Brunello di Montalcino Biondi Santi anche in formato magnum da 1,5 litri in aggiunta al tradizionale 0,750 (la limited edition raggiunge le 1500 unità). Inoltre la Riserva 2013 verrà proposta in formato da 3 litri (70 pezzi) e anche da 6 litri (30 pezzi).
“Credo che questo sia un momento importante per Biondi-Santi, una pietra miliare nella nostra storia – rimarca l’amministratore delegato Giampiero Bertolini – È un fatto che i grandi formati abbiano un’influenza positiva sul potenziale di invecchiamento del vino. Biondi-Santi si è già mostrato al mondo per la straordinaria longevità del nostro Brunello. L’introduzione delle bottiglie magnum è per me una scelta logica per il nostro vino e per questo abbiamo realizzato alcune bottiglie, in numero limitato, certi che saranno ben accolte da collezionisti e wine-lover”.
Il varo dei grandi formati parte dal Brunello di Montalcino 2015. E poche settimane dopo l’uscita sul mercato la scelta si è già confermata vincente, dato che le magnum sono una rarità fin da ora. E la Riserva sarà ancora di più un gioiello conteso.
Il nuovo progetto ha dunque aperto un nuovo momento di sviluppo aziendale, percorrendo strade rivolte al senso d’eccellenza che caratterizza il brand Biondi-Santi.
EVOLUZIONE SENZA RIVOLUZIONI
La svolta verso i grandi formati è solo uno dei passaggi evolutivi nella nuova gestione di Biondi-Santi.
Nel 2016, con l’acquisizione di Biondi-Santi da parte del gruppo di Christopher Descours, si è aperto infatti un nuovo momento di sviluppo aziendale, con importanti progetti di studio e investimenti in vigna come in cantina.
I vecchi vigneti sono in fase di ristrutturazione, con l’inserimento di strutture a “graticcio” per accompagnare lo sviluppo delle piante più anziane. Inoltre sono in corso i reimpianti con una configurazione del vigneto che consenta di proteggere maggiormente il grappolo, attraverso pali in corten che danno forma a una struttura a croce su cui i fili si possono spostare per seguire la crescita della vite. Un guyot che simula la pergola, assicurando maggior protezione dall’irraggiamento e buona areazione. “L’idea è di impostare vigne che possano durare almeno 70/80 anni – chiarisce Bertolini – E proprio per questo il clone Bbs11 non sarà più utilizzato ovunque, perché oggi abbiamo una conoscenza dei suoli scientificamente più precisa e possiamo definire il clone migliore per ogni parcella”.
A partire dalla vendemmia 2019, infatti, sono state definite 12 parcelle le cui uve vengono vinificate separatamente, con un processo di studio e approfondimento mirato. “Non facciamo rivoluzioni, ma facciamo evoluzione – specifica l’ad – Cerchiamo di valorizzare questi terreni straordinari per estrarne un vino speciale. E sono convinto che questa precisione nuova si riconosca nei vini”.
Anche la cantina vedrà un’evoluzione e verrà rinnovata completamente.
UN BRUNELLO PRONTO DA APRIRE
Capace di mostrare nel tempo la sua vera grandezza, il Brunello 2015 di Biondi-Santi sorprende già ora per “prontezza” con l’equilibrio tra struttura, frutto croccante e freschezza.
Prodotto da una selezione di uve dai vigneti della Tenuta Greppo, la fermentazione avviene in tini di cemento con l’uso di lieviti autoctoni a cui segue un invecchiamento di 36 mesi in botti di rovere di Slavonia. L’affinamento in bottiglia si prolunga di un anno rispetto ai cinque previsti dal disciplinare.
“Considero questa un’annata fondamentale per Biondi-Santi – sottolinea il direttore tecnico Federico Radi – Una stagione di crescita quasi perfetta con tanto sole e poca pioggia al momento giusto, ha fatto emergere un lato unico e generoso del nostro Sangiovese, pur mantenendo la vivacità della firma per la quale siamo noti. Uno di quei rari vini che mostrano solarità ed eleganza allo stesso tempo”.
Il costo in enoteca del Brunello di Montalcino 2015 è di 170 euro.
DEGUSTAZIONE
Rosso di Montalcino Doc 2017
Affinamento: 12 mesi di maturazione in botte e successivo affinamento in bottiglia, per uscire sul mercato dopo 3 anni dalla vendemmia.
Nel calice il vino è di un rosso rubino lucente e vivo. Al naso si avverte un frutto polposo e dolce con accenni pepati e di bacca di ginepro. Il sorso è di bella freschezza e bevibilità con un calore ben bilanciato e un tannino che completa il gusto in maniera elegante, ma che ancora rivela, soprattutto sul finale, un carattere ancora giovane. In chiusura richiama la bacca di ginepro avvertita all’olfatto, in una sensazione piacevole che invita a un nuovo sorso. Un vino al tempo stesso affabile ma raffinato, che non nasconde al naso e in bocca un frutto intenso, maturato in una stagione calda – come lo è stata la 2017 – ma che dà prova di un equilibrio impeccabile.
Brunello di Montalcino Docg 2015
Vinificazione e affinamento: vinificazione in vasche di cemento e invecchiamento di 36 mesi in botti di Rovere di Slavonia.
Di un rosso rubino più profondo, ma di bella lucentezza, il Brunello 2015 regala aromi puliti e intensi di susine e amarene mature, accenni di affinamento e spezie, con una delicata punta di anice e una sensazione mentolata che accarezza l’olfatto. Morbido all’ingresso in bocca, rivela immediatamente un’acidità che controbilancia il sorso, in una tensione viva che avvolge tutto il palato. La trama tannica è ben uniforme e setosa, anche se ancora giovane. Il finale è lungo, con piacevoli ricordi di foglia di tabacco e mentuccia. Un vino di grande eleganza ed energia, già pronto – volendo – per essere apprezzato da palati che ricercano un’intensità ancora fresca, ma anche in grado di regalare molte soddisfazioni col favore del tempo.
Brunello di Montalcino Riserva Docg 2013
Vinificazione e affinamento: vinificazione in tini verticali di rovere e invecchiamento di 36 mesi in botte con successiva sosta per oltre 36 mesi in bottiglia.
Il calice è di un rosso rubino intenso che vira al granato. Al naso la prima sensazione è di tabacco poi, via via che si apre, inizia a regalare note di cacao e carruba, sentori balsamici di menta e freschi ricordi di sottobosco. In bocca è austero, ma con una freschezza intensa che si alterna alla sapidità in un gioco di avvolgenza che stimola tutto il palato. Il tannino, morbido, sfuma in un finale che richiama il tabacco e le spezie.
“La Storica”, Brunello di Montalcino Riserva Docg 1983
Ogni anno Biondi-Santi rilascia una seconda Riserva in edizione limitata, “La Storica”, e il 2021 è la volta della Riserva 1983 – ricolmata nel 2000 -, che si affianca all’annata 2013 come proiezione nel tempo, a 30 anni di distanza esatti.
Un colore granato ma ancora vivo e un bouquet ampio, dalle sensazioni balsamiche di mentolo e sandalo, a una nota di susina sotto spirito che cede gradualmente il passo al tamarindo e al tabacco da pipa. Il sorso è un’emozione. Un vino di una vivacità ancora sorprendente, avvolgente e con un equilibrio tra freschezza e sapidità che mostra una linea di stile quasi perfetta con l’annata 2013. Il tannino è come una carezza, asciuga appena per poi lasciare sensazioni che richiamano l’agrume affumicato.