Degustazione alla cieca di 6 etichette che esprimono la versatilità del nerello mascalese e dei vitigni autoctoni allevati sul vulcano.
“Un’isola nell’isola”. Così viene definito il territorio dell’Etna e il motivo, almeno dal punto di vista enologico, risiede nel fatto che la zona vinicola della “A muntagna”, come la chiamano i catanesi, ha caratteristiche profondamente differenti rispetto al resto della Sicilia. La composizione dei suoi terreni e i differenti microclimi lo rendono un territorio indubbiamente affascinante, ma anche molto complesso: le altitudini e la presenza del vulcano impongono pratiche di viticoltura eroica e, al contempo, le forti escursioni termiche e i suoli di origine vulcanica donano alle uve delle principali varietà autoctone coltivate – nerello mascalese, nerello cappuccio e carricante – proprietà organolettiche del tutto uniche.
All’interno del panorama vinicolo siciliano, la più antica denominazione è la Doc Etna, che negli ultimi anni ha registrato un costante aumento in termini di ettari rivendicati ed ettolitri prodotti, a testimonianza dell’interesse suscitato dai vini prodotti in questa zona che oggi conta 383 viticoltori e una superficie vitata di poco più di 1.100 ettari estesa sui versanti Nord, Est e Sud e localizzata nei territori di 20 Comuni della provincia di Catania.
LA VIA DELLO SPUMANTE
Oltre alle tradizionali tipologie Bianco, Bianco Superiore, Rosato, Rosso e Rosso Riserva, dal 2011 è prodotto anche l’Etna Spumante, una scommessa recente su cui hanno puntato 24 viticoltori che, ad oggi, firmano una produzione di nicchia (circa 1.400 ettolitri all’anno) ma destinata ad aumentare. Il disciplinare richiede una percentuale di nerello mascalese di almeno il 60% (che con ogni probabilità – come conferma il direttore del Consorzio Maurizio Lunetta – presto verrà estesa all’80% ndr), con possibile aggiunta di altri vitigni della regione, mentre le tecnica di produzione non può prescindere dal metodo classico, con rifermentazione in bottiglia di almeno 18 mesi.
LE PECULIARITA’ DEI VERSANTI
Se il fil rouge che caratterizza la denominazione è la presenza del vulcano, la pratica della viticoltura su differenti versanti, ognuno con le proprie contrade, è l’elemento che differenzia maggiormente i vini di questo territorio. L’area della Doc, che si sviluppa a semicerchio da nord a sud-ovest avvolgendo la montagna, è contraddistinta da una grande variabilità in termini di esposizione, altitudine, piovosità, escursione termica e composizione del suolo vulcanico. Si spiega così perché, da contrada a contrada, le caratteristiche dei vigneti possono discostarsi tra loro anche in modo sensibile.
Versante Nord
Le pendenze più docili e la sua intrinseca vocazione hanno reso questo il versante il più ambìto dai produttori della Doc. Lo caratterizzano il clima relativamente più rigido e la notevole escursione termica. Si coltiva prevalentemente il nerello mascalese e, nell’ultimo decennio, si è diffuso anche il carricante, entrambi allevati o ad alberello o a spalliera.
Versante Est
Estremamente ripido e degradante verso il mar Ionio, è caratterizzato da alta piovosità ma anche forte ventilazione. Prevalgono piccoli e medi terrazzamenti e vigneti allevati ad alberello, che arrivano a sfiorare i 900 metri s.l.m. È l’unico versante in cui la presenza del carricante è superiore a quella del nerello mascalese. I vini che si producono si distinguono per eleganza, freschezza, sapidità e longevità.
Versante Sud-Est
Numerosissimi coni eruttivi spenti ospitano i vigneti più ad alta quota. L’influenza positiva del mare e l’ideale luminosità hanno favorito la diffusione del sistema di allevamento ad alberello. Nerello mascalese e carricante trovano qui condizioni ideali per la produzione di vini equilibrati e sapidi.
Versante Sud-Ovest
Notevolissima escursione termica, bassa piovosità, venti caldi e forte (e prolungata) esposizione ai raggi solari contraddistinguono questo versante le cui condizioni pedoclimatiche si rivelano eccellenti per la coltivazione del Nerello Cappuccio come del Carricante. Nascono qui con colori meno scarichi, profumi intensi e profilo più ruvido.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
La degustazione, effettuata alla cieca, ha riguardato sei referenze di spumante Etna Doc, che nel complesso hanno mostrato buona freschezza e acidità, con una nota agrumata – prevalentemente di cedro e limone – presente in ogni assaggio, pur con diverse intensità. L’influenza dei singoli versanti si è rivelata un elemento fortemente caratterizzante, in grado di differenziare anche sensibilmente i diversi campioni. Siamo di fronte a vini che mostrano ancora qualche insicurezza ma dal potenziale indubbiamente interessante, che contiamo di ritrovare con quella “verve” in più che consorzio e produttori si sono già impegnati a dare.
Campione 1 – Etna Spumante Doc Gaudensius Blanc de Noir di Firriato
Versante: Nord – Comune di Castiglione di Sicilia (Contrada Verzella)
Uvaggio: 100% nerello mascalese
Vinificazione: Vendemmia manuale verso la fine di settembre. Pressatura soffice delle uve intere e fermentazione a temperatura controllata. Rifermentazione in bottiglia avviene per oltre 32 mesi con frequenti “coup de poignèe” per favorire la complessità olfattiva.
Di colore giallo paglierino tenue, ha perlage fine e moderatamente persistente. Al naso è fruttato, con note di agrumi e leggeri sentori floreali che si alternano a note minerali. Il sorso è fresco ed elegante, non particolarmente complesso, con note di ribes e mandorla che chiudono una piacevole sensazione sapida e minerale.
Campione 2 – Etna Spumante Doc Brut Re Refè 2016 di Azienda Vitivinicola Al Cantàra
Versante: Nord – Comune di Randazzo (Contrada Feudo S.Anastasia)
Uvaggio: 100% nerello mascalese
Vinificazione: Vendemmia manuale verso la fine di settembre. Dopo la raccolta, i grappoli vanno in pressa interi e con tutto il raspo, senza passare dalla pompa né dalla pigia-diraspatrice. Dopo la fermentazione a temperatura di 12-16 gradi per circa 15-20 giorni, il vino affina per 6 mesi in acciaio sulle fecce nobili. Si procede quindi con la presa di spuma in bottiglia e con riposo sui lieviti per almeno 36 mesi, interessato da diversi “coup de poignèe”. Seguono la sboccatura e un affinamento di ulteriori 6 mesi prima della commercializzazione.
Di colore giallo paglierino tenue con riflessi brillanti e perlage fine e persistente. Ha naso intenso, con note di pan brioche, sentori agrumati e un complesso aromatico che rievoca la macchia mediterranea, ma anche la mineralità tipica dei suoli vulcanici. In bocca è fresco, con bella presa e corpo di buona struttura che confermato mineralità e sapidità, preambolo di un finale prolungato.
Campione 3 – Etna Spumante Doc Blanc de Noir 36 mesi di Nuzzella
Versante: Nord-Est – Comune di Piedimonte Etneo
Uvaggio: 100% nerello mascalese
Vinificazione: le uve vengono raccolte durante la prima decade di settembre. Dopo la pressatura soffice delle uve e la vinificazione in bianco, la rifermentazione in bottiglia avviene per 36 mesi prima della sboccatura.
Di colore giallo dorato, ha perlage finissimo e persistente. Al naso emergono profumi erbacei di camomilla e fiori di campo, con note citrine e minerali che donano eleganza. In bocca è ampio, strutturato, con sorso fresco sospinto da una spiccata acidità che si alterna a una vena più sapida con leggere note floreali.
Campione 4 – Etna Spumante Doc Saxanigra 2014 di Azienda Vitivinicola Destro
Versante Nord – Comune di Randazzo (Contrada Montelaguardia)
Uvaggio: 100% nerello mascalese
Vinificazione: vinificazione in bianco con fermentazione termocondizionata e passaggio in bottiglia per almeno 36 mesi prima della sboccatura. Seguono 4 mesi di affinamento in bottiglia, quindi la commercializzazione.
Di colore giallo sabbia con leggeri riflessi verdognoli, ha perlage fine con corona molto persistente. Al naso è interessante e rivela aromi di burro, pan brioche e frutta a guscio, con leggeri sentori agrumati che si ritrovano in bocca rivelando una bella capacità di pulizia. Il sorso è rotondo, ma si esprime al contempo con una spina acida importante, che avvolge il palato incontrando buona sapidità e concentrazione. Lungo il finale.
Campione 5 – Etna Spumante Doc Sosta Tre Santi Brut Millesimato 2017 di Tenute Nicosia
Versante: Sud-Est – Trecastagni (Contrada Monte Gorna e altre contrade sul versante sud orientale dell’Etna)
Uvaggio: 100% nerello mascalese
Vinificazione: La fermentazione a temperatura dura 3 settimane e il vino affina in vasche di acciaio inox fino alla successiva primavera. La rifermentazione in bottiglia su lieviti e fecce fini dura per 30 mesi.
Di un bel giallo paglierino brillante, ha perlage fine e persistente e un naso che rimanda a sentori floreali, con note di frutta secca e disidratata e aromi tipici di lievito e crosta di pane. In bocca emergono sensazioni di albicocca e mandorla con la buccia sostenute da acidità e mineralità, con un sorso che si rivela complessivamente armonico e lungo nel finale.
Campione 6 – Mon Pit Blanc de Blancs Brut 2016 di Cantine Russo
Versante: Nord – Comune di Castiglione di Sicilia, Solicchiata (Contrada Crasà)
Uvaggio: 80% carricante, 20% catarratto
Vinificazione: dopo la vendemmia che avviene a metà settembre e la pressatura soffice delle uve, la fermentazione viene condotta a temperatura controllata di 16-18°C. La rifermentazione in bottiglia dura 24 mesi prima della sboccatura.
Di colore giallo tenue con bei riflessi oro, ha naso di fiori e crosta di pane, mentre in bocca è morbido, cremoso, con una grazia che insegue il palato accompagnandosi comunque a una bella struttura decisa.