L’analisi delle performance sui mercati esteri rivela incoraggianti segni di ripresa per il comparto enoico italiano che guarda al futuro con rinnovato ottimismo.
Nonostante la pandemia e le difficoltà logistiche che affliggono da tempo il commercio internazionale, l’Italia mostra una confortante capacità di ripresa sul fronte del vino. Sebbene l’analisi Ismea e UIV, che hanno elaborato i dati Istat relativi alle esportazioni di vino, evidenzi per il primo trimestre del 2021 un saldo negativo del 4% a valore e dell’8,2% a volume, i dati mensili rivelano una curva in netto miglioramento: in volume, si è passati da -19% di gennaio a -11% di febbraio per arrivare a saldo zero a marzo, con i frizzanti e fermi imbottigliati in scia positiva, a +7%. Sul valore, tendenza ancora migliore, con il totale vino che nel singolo mese di marzo arriva a +12% dopo essere passato dal -21% di gennaio al -5% di febbraio. Spumanti che da -16% di inizio anno arrivano a +3% e imbottigliati fermi-frizzanti che da -23% risorgono a +16%.
Anche sui principali mercati di esportazione le tendenze sono per lo più simili: negli Stati Uniti, per esempio, la spumantistica archivia il cumulato trimestrale in positivo, con il Prosecco addirittura a +11% volume, mentre i vini fermi e frizzanti confezionati, pur chiudendo in passivo l’aggregato trimestrale (-7%), registrano un incoraggiante percorso in crescita, sia in volume che in valore: dal -44% di gennaio (dato peraltro spiegabile dalla forte richiesta degli importatori Usa un anno fa per i timori di un eventuale inserimento dell’Italia nel carosello tariffario) al +21% di marzo.
Di seguito la tabella delle esportazioni italiane per segmento qualitativo: