Barbaresco celebra i suoi protagonisti

di Federica Borasio

La torre medievale del paese cuneese sarà la sede di Volti di Barbaresco, esposizione permanente dedicata ai produttori che hanno reso celebre nel mondo l’omonima Denominazione a base nebbiolo.

Lo scorso fine settimana è stata inaugurata la mostra fotografica Volti di Barbaresco, un’esposizione permanente allestita negli spazi circostanti la torre del borgo medievale e finalizzato a dare un volto ai produttori che si celano dietro le bottiglie di una delle Denominazioni simbolo del vino italiano. Composto da trentanove immagini, il progetto, voluto dal Comune di Barbaresco e realizzato da Max Rella, riapre la stagione culturale della Torre di Barbaresco e del Museo Cavazza.

I pannelli, stampati su pvc adesivo polimerico plastificato che li rende adatti ad affrontare le intemperie cui un’esposizione all’aperto va incontro, sono accompagnati da altrettante piccole immagini e da un testo di massimo 150 caratteri in italiano e inglese, riferito a ciascun protagonista. Le targhette esplicative comprendono anche un QR code che rimanda al sito di ogni singola cantina. Oltre che nelle pertinenze attigue, la mostra prosegue all’interno della stessa torre di Barbaresco negli spazi del Museo Cavazza, con altre immagini a colori degli stessi produttori proiettate sulle pareti. Completa la rassegna la raccolta di video pillole, in cui ciascun produttore racconta Un’Annata a Barbaresco. Dalla più lontana alla più recente, dalla più favorevole alla più difficile, ivi comprese quelle in cui è avvenuto un fatto bello e importante per la vita del produttore, come la nascita di un figlio, un matrimonio o addirittura la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio.

Tutto questo in un luogo simbolico del paese, la sua antica Torre medievale, uno sito impregnato di storia ed energia: una “stele” squadrata di 30 metri d’altezza e 9 metri per lato, conficcata in un basamento d’arenaria, che dall’XI secolo svetta sulle dolci colline delle Langhe, oggi Patrimonio Unesco, guardando e sorvegliando la valle del Tanaro.

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