L’impronta del Terroir nella ricerca firmata Tedeschi

di redazione

Il progetto iniziato nel 2017 svela l’impronta aromatica di ciascun vigneto dell’azienda veneta.

Tramite la ricerca dei marcatori aromatici chiave e la comprensione del loro legame con la composizione dell’uva, è stato possibile così definire un’impronta aromatica specifica di ciascun luogo. “I risultati di questo lavoro – sottolinea Riccardo Tedeschi, enologo – ci permettono ora e in futuro di essere sempre attenti nei confronti del nostro ecosistema, nel profondo rispetto del territorio e dei nostri prodotti. Si è lavorato per identificare l’impronta aromatica delle singole particelle di vigneto, impronta che potrà variare quantitativamente in funzione dell’annata ma che identificherà sempre quell’area, rendendo unico ed irripetibile il nostro vino”.

Dai dati che abbiamo ottenuto – dichiara il Prof. Ugliano dell’Università di Verona – emerge chiaramente la possibilità di andare a sviluppare alcuni indici di qualità delle uve e longevità dei vini, basandosi in particolare sul profilo terpenico, da utilizzare d’ora in avanti per la mappatura dei vigneti, per la valutazione della qualità delle annate e per l’ottimizzazione delle pratiche in campo e in cantina”.

Tra i composti aromatici principali rilevati spiccano i terpeni con sentori di floreale e di balsamico, che si rivelano importanti marcatori dei vini della Valpolicella ottenuti da uve fresche, alcuni norisoprenoidi, che intensificano la percezione di frutta rossa, e i benzenoidi, con aromi di spezie dolci. Tali composti sono presenti nell’uva in forma di precursori che vengono ‘rivelati’ nel corso della vinificazione; l’ambiente del vigneto ha una forte influenza sul loro contenuto. Più sorprendente invece è stata l’osservazione che anche gli esteri di fermentazione, fondamentali per il carattere fruttato dei vini, siano risultati distintivi delle diverse origini geografiche delle uve. Trattandosi di compositi non presenti nell’uva stessa ma che vengono prodotti dal lievito durante la fermentazione, questo risultato mette in evidenza come l’espressione aromatica del terroir non sia solo legata alla composizione delle uve stesse, ma anche al modo in cui tale composizione influenza il corso della fermentazione.

Non dobbiamo aspettarci sempre gli stessi risultati di vinificazione perché si deve fare i conti con la natura, ma si può pensare alla valorizzazione di singoli elementi identificativi: il risultato sarà sempre come una sorta di firma dell’azienda – Conclude Riccardo Tedeschi  – E’ un messaggio che si traduce in un codice identificativo legato ad una zona e a un’identità geografica, la Valpolicella, che, come un filo rosso, racconta il senso del luogo attraverso la storia della nostra azienda e dei nostri vini”.