Un Sagrantino limited edition per festeggiare i 50 anni della Arnaldo Caprai

di Giambattista Marchetto

La storica cantina che ha contribuito a rilanciare il vitigno autoctono di Montefalco celebra un anniversario importante per l’azienda e per la denominazione.

È il 1971 quando Arnaldo Caprai, imprenditore tessile di successo, acquista la tenuta Val di Maggio con 3 ettari di vigneto. Oggi gli ettari sono 170 e la cantina Arnaldo Caprai – oggi guidata dal figlio Marco – compie 50 anni. Un anniversario importante non solo per l’azienda, ma anche per tutto il territorio di Montefalco che ha goduto del “traino” dei progetti di Caprai in ambito enologico ed enoturistico.

Cinquant’anni fa – racconta Marco Capraiera il momento in cui finiva la mezzadria e si spopolavano le campagne. Era l’epoca in cui si stava per assistere alla grande crisi dell’agricoltura. Recuperare il Sagrantino legandolo al territorio e alla capacità di fare impresa credo sia stata un’intuizione straordinaria: abbiamo avuto la visione di un percorso che oggi possiamo dire ci ha portato anche oltre i risultati che sognavamo”.

Per celebrare i suoi primi 50 anni, a ottobre la cantina presenterà un’edizione limitata di Montefalco Sagrantino Docg, con una preziosa etichetta celebrativa da collezione in oro zecchino, firmata da un artista noto a livello internazionale.

SAGRANTINO DI RITORNO

Se la coltivazione del Sagrantino aveva una tradizione secolare nella zona di Montefalco, all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso questo vitigno autoctono era praticamente scomparso: ne erano rimasti meno di dieci ettari. “Il Sagrantino 50 anni fa era poco più che una produzione famigliare, di modestissime quantità – evidenzia Marco CapraiEra però ancora vivo nelle persone il ricordo di Montefalco come territorio vitivinicolo di qualità superiore, tanto che durante l’epoca fascista Montefalco era considerata il centro enologico più importante della regione. Il dopoguerra e il problema della fine della mezzadria nonché dello spopolamento delle campagne avevano poi fatto precipitare l’attività enologica in una crisi grave. La percezione del Sagrantino 50 anni fa era già difficile averla a Perugia, figuriamoci addirittura fuori dai confini regionali”.

La sua rinascita e affermazione ai vertici della produzione agroalimentare italiana hanno avuto un potente catalizzatore in Marco Caprai, figlio di Arnaldo, che ha preso in mano le redini dell’azienda nel 1987. A lui si deve, tra l’altro, il deciso orientamento alla produzione del Sagrantino in versione secca anziché passita, fattore decisivo per il successo di questo vino. “In 50 anni nel mondo del vino è cambiato tutto – racconta l’imprenditore – a partire dal fatto che il vino è passato da alimento a piacere: oggi è un prodotto ricco di storie, di significati e anche uno status symbol della tavola. Tutti sono impegnati nel cercare di produrre vini sempre più buoni e più identitari. Il mondo del vino oggi rappresenta sicuramente la punta più avanzata del sistema agricolo e questo fa sì che raccolga cosi tanto interessa da parte di tutti”. Chi dunque fino a 15 anni fa conosceva Montefalco era l’appassionato di borghi medievali alla ricerca di tranquillità e bellezze artistiche, mentre oggi il territorio è meta di milioni di turisti enogastronomici: oggi Sagrantino di Montefalco è un marchio che racchiude in un’identità quasi inscindibile un prodotto e un territorio.

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