Nel ciclo di incontri a margine del G-20 si è discusso delle prospettive future di un settore su cui forte è stato l’impatto del Covid.
Si è tenuto nei giorni scorsi alla presenza del ministro Stefano Patuanelli l’ultimo degli incontri “Territori, cultura e arte del vino a Palazzo Vecchio”, organizzato da Le Donne del Vino in collaborazione con il Comune di Firenze nell’ambito degli appuntamenti collaterali al G-20 sull’agricoltura. Nel corso della conferenza i relatori hanno analizzato il possibile ruolo dell’enoturismo per la ripartenza economica e sociale delle aree interne anche a fronte della crisi ingenerata dalla pandemia.
“Un turismo del vino capace di creare sviluppo e contemporaneamente difendere l’identità locale dei territori interni – ha detto Patuanelli – Da trent’anni, l’enoturismo è motore di sviluppo delle aree rurali. È un turismo lento, di prossimità che si accompagna bene alla proposta culturale, e dà un grande contributo in tema di sostenibilità essendo legato alla filiera agroalimentare e ai prodotti locali di ogni territorio. Per tornare al numero di turisti prima del Covid si stima che ci metteremo ancora due anni: cercheremo di accelerare questo processo favorendo l’accesso all’innovazione anche ai piccoli agricoltori”.
“La vera rivoluzione dell’enoturismo post Covid è l’evoluzione dei visitatori delle cantine italiane da turisti in esploratori che cercano diversità, natura, eccellenze salutari. Puntiamo su un turismo esperienziale che difenda paesaggio e specificità locali” il commento del sindaco di Firenze, Dario Nardella. L’assessore regionale all’agricoltura, Stefania Saccardi, ha poi aggiunto “Le due parole del futuro in agricoltura sono “sostenibilità e qualità” in campo, nella produzione agroalimentare e nel turismo. Occorre ora lavorare sulla formazione e sull’accoglienza”.