Il valore economico dell’impollinazione animale è di circa 153 miliardi di euro l’anno a scala mondiale.
Il 9% circa delle specie di api e farfalle è a rischio di estinzione e con esse anche il prezioso contributo che restituiscono alla comunità tramite l’impollinazione delle piante, il principale meccanismo che quest’ultime hanno a disposizione per riprodursi. Nove piante selvatiche su dieci hanno, infatti, bisogno di impollinatori per riprodursi, siano essi api, vespe, farfalle, mosche, coccinelle, ragni, rettili, uccelli o mammiferi, e oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da circa 16 specie di insetti. Un servizio che ha anche un suo controvalore economico, stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno a scala mondiale, 22 miliardi a scala europea e 3 miliardi a scala nazionale. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 199 e 589 miliardi di euro. Queste le principali informazioni riportate nel rapporto Ispra “Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità”, disponibile online sul sito dell’Istituto. Alla sua realizzazione hanno contributo esperti, enti di ricerca, università e associazioni, che svolgono da anni attività di informazione, formazione e ricerca sul tema dell’impollinazione, che rimane la base fondamentale dell’ecologia delle specie, del funzionamento degli ecosistemi e della conservazione degli habitat.
A metterne in discussione la sopravvivenza una serie di pressioni ambientali quali distruzione e frammentazione degli habitat, inquinamento ambientale, eccesso di pratiche agricole intensive quali uso di pesticidi, distruzione degli elementi di naturalità come stagni e filari o muretti, cambiamenti climatici, diffusione di specie aliene invasive e specie vegetali che alterano gli habitat o risultano tossiche per le specie impollinatrici native.
Per contrastare questo pericoloso fenomeno, la Strategia comunitaria per la Biodiversità 2030 e quella Farm to Fork, contengono azioni e proposte per raggiungere una serie di importanti obiettivi mirati alla salvaguardia della biodiversità, impollinatori inclusi, e a garantire l’integrità degli ecosistemi e la sicurezza alimentare. Tra questi, ridurre il consumo di suolo e quindi il degrado degli habitat nei quali gli impollinatori vivono e si nutrono, incrementare la superficie coltivata con metodi sostenibili e rispettosi dell’ambiente e della biodiversità, ridurre del 50% l’utilizzo di pesticidi nell’ambiente e favorire il mantenimento di specie vegetali selvatiche attraverso aree inerbite e incolte sia in ambito agricolo sia urbano e periurbano.