Valdo e l’evoluzione del Valdobbiadene, dall’impegno green alle etichette top level

di Eugenia Torelli

Degustazione del nuovo Prosecco Docg bio Amor Soli e di tre referenze di alta gamma a confronto con annate più vecchie.

Nuove strade per la sostenibilità e percorsi di sperimentazione, per evolvere un prodotto universalmente considerato ‘semplice’, ma che può e deve invece caratterizzarsi e differenziarsi per continuare ad attrarre il mercato.
Dopo quasi 100 anni di esperienza nella produzione di prosecco a Valdobbiadene, Valdo continua a lavorare sul futuro del proprio prodotto principe, proseguendo con l’impegno in favore dell’ambiente e approfondendo la ricerca sui prodotti di alta gamma, con particolare attenzione ai millesimati.

Il nuovo Amor Soli e i numeri della sostenibilità
Al debutto nell’autunno di quest’anno, Amor Soli è il primo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg biologico di Valdo e segna un traguardo nel progetto di sostenibilità che impegna l’azienda da 20 anni.
Tra gli obiettivi, la riduzione dei trattamenti fitosanitari, prediligendo fitofarmaci eco-compatibili (bandito il glifosato) e utilizzando l’agricoltura di precisione, ma anche l’uso razionale delle risorse idriche e di fonti energetiche rinnovabili. È recente, in questo senso, l’investimento di oltre mezzo milione di euro per l’installazione del nuovo impianto fotovoltaico che copre il 70% del fabbisogno aziendale di energia.
Un approccio sostenibile che Valdo traduce in numeri: taglio delle emissioni di CO2 (-5%) nel 2019, dei consumi di acqua e carta (-10% e -25%), 214 tonnellate di gas serra risparmiate all’anno. E con l’annata 2020 si sono raggiunte anche le condizioni ideali per la produzione certificata bio del nuovo Amor Soli, che per il suo primo lancio ha visto una tiratura di sole 1926 bottiglie numerate, in omaggio all’anno di fondazione dell’azienda, con etichetta in carta totalmente riciclata.

Top di gamma e valorizzazione dei millesimati
Sul fronte dell’evoluzione e della differenziazione di referenze, uno dei terreni più fertili è quello delle linee top di gamma, dove l’attenzione si concentra sulla complessità del prodotto.
Si punta in particolare su seconde fermentazioni lunghe e lente, tanto per i Valdobbiadene metodo classico come il Tenuta Pradase (ça va sans dire), quanto per i metodo Martinotti. È il caso del millesimato Rive di San Pietro di Barbozza brut nature, che effettua una seconda fermentazione in autoclave di almeno 6 mesi, e del Cuvée del Fondatore, per cui il procedimento dura fino a 1 anno. Proprio per quest’ultima referenza, la ricerca di una maggior morbidezza e complessità ha portato a giocare sul vino base con un 10% di chardonnay affinato in barrique. Una soluzione interessante, per regalare un sorso rotondo mantenendo il contenuto zuccherino a livelli ‘brut’.
“La sfida che Valdo ha voluto portare avanti, prima con il Cuvée e poi con i millesimati, è stata quella di mantenere nel bicchiere le stesse caratteristiche tipiche del Prosecco – dice Pier Luigi Bolla, presidente e ad – la sua grande versatilità nel poter accompagnare diverse occasioni di consumo, anche con delle produzioni più impegnative e più strutturate”.
Ma una parte importante degli sforzi riguarda proprio la comprensione del vitigno protagonista della celebre bollicina italiana. “L’esercizio enologico è capire quanto possa durare l’invecchiamento della glera – aggiunge Bolla – Con le nostre capacità enologiche questo può essere sostenibile, mantenendo inalterate le caratteristiche del fruttato e del floreale tipiche del Prosecco”. E una prova del potenziale di tenuta lo si può avere dagli assaggi di annate precedenti a confronto con quelle più giovani.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Amor Soli, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg
Uvaggio: 100% glera
Vinificazione: prima fermentazione a temperatura controllata in acciaio e pressatura soffice del mosto fiore. Affinamento del vino base sulle fecce fini per diversi mesi. A seguire, rifermentazione in autoclave con sosta di almeno 4 mesi sui lieviti dopo la presa di spuma

Un naso dai toni floreali e di pera croccante. Al palato, bolla che solletica setosa, per un sorso piacevole e scorrevole, dalla sapidità che vira verso un finale amarognolo a asciutto.

Rive di San Pietro di Barbozza, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg brut nature millesimato 2019 e 2018
Uvaggio: 100% glera
Vinificazione: pressatura soffice e prima fermentazione a temperatura controllata. Seconda fermentazione con metodo Martinotti di almeno 6 mesi

Calice illuminato da bollicine finissime, in catene ordinate e continue che salgono verso la superficie. Al naso spiccano i minerali e le note di fieno, mentre le sensazioni fruttate di pera risultano più timide. Bella la stimolazione sapida del palato, attraverso una vena minerale asciutta, dai ricordi di calcare e pirite.
Nell’annata 2018 la bolla si fa più paffuta e il naso vira verso sensazioni floreali più intense di glicine e magnolia. Più morbidezza al palato dona un miglior bilanciamento al sorso, per un vino dal carattere essenziale, quasi scheletrico. Una bella espressione di Valdobbiadene.

Cuvée del Fondatore, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg brut, annate (a prevalenza) 2019 e 2018
Uvaggio: 90% glera, 10% chardonnay
Vinificazione: pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata per entrambe le varietà. Lo chardonnay effettua un breve affinamento in barrique di rovere francese prima dell’assemblaggio nel vino base. La presa di spuma avviene con metodo Martinotti e si protrae per 12 mesi

Un Prosecco aristocratico, dal naso che richiama sensazioni dolci di vaniglia, pera matura e mela golden, note di mandorla. Godibile il bilanciamento al palato, tra toni sapidi, rotondità e freschezza. Il finale si allunga sulle morbidezze e sui ricordi di frutta secca.
Nell’annata 2018 si intensificano le note più floreali e speziate con una gradevole sfumatura d’anice al naso. Il palato è morbido e non perde freschezza ed equilibrio.

Tenuta Pradase, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg metodo classico, millesimato brut 2018 a confronto con il 2017
Uvaggio: almeno 85% glera (dai cloni tonda e lunga) e circa 15% di verdisio, bianchetta e perera
Vinificazione: prima fermentazione a temperatura controllata a 15°C. Seconda fermentazione in bottiglia con metodo classico, con almeno 24 mesi sui lieviti

Bouquet delicato, da cui emerge il frutto, pera e mela, assieme a una lieve sfumatura fragrante di pane. Bella l’azione tesa della bolla, che sostiene un sorso sapido e dalla tendenza lievemente amarognola, sul cui finale floreale emergono ricordi floreali e di erbe aromatiche. Nell’annata precedente il naso, più timido nell’apertura, amplia a poco a poco la gamma dei profumi, mentre al palato la bollicina si fa più pastosa, conferendo maggior morbidezza al sorso, senza perdere freschezza, ma guadagnando un buon equilibrio con la freschezza.

 

 

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