Lucia Borgonzoni: il riconoscimento è una buona notizia. Il Ministero farà tutto ciò che è in suo potere per il corretto sviluppo di un fenomeno che coinvolge 70.000 tartufai in Italia.
Con il sì al riconoscimento della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” salgono a quindici gli elementi italiani iscritti alla Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale Unesco.
Si tratta della prima candidatura nazionale del patrimonio immateriale che pone la biodiversità culturale come fattore chiave per l’identificazione di un elemento capace di unire i tratti storici ed antropologici millenari alla dimensione della trasmissione intergenerazionale non-formale e all’interdipendenza tra uomo e natura nei diversi habitat naturali e territori vocati.
Avviato otto anni fa dalla Federazione Nazionale Tartufai Italiani e dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo in collaborazione con i ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’iter si è concluso positivamente in occasione del recente Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale e immateriale recentemente tenutosi a Parigi. A essere interessata una rete che unisce circa 70.000 tartufai distribuiti in 14 regioni italiane.
Il Comitato, nell’adottare la decisione, ha invitato l’Italia a prestare attenzione al rischio di un potenziale eccesso di commercializzazione e a garantire la sorveglianza e la buona gestione delle attività turistiche. Il Comitato raccomanda inoltre di tenere in considerazione il benessere del cane sia nell’ambito delle attività di cerca e cavatura del tartufo che durante la pianificazione e l’attuazione delle misure di tutela. L’ultimo suggerimento dato è la condivisione delle esperienze di tutela con altri Stati con caratteristiche simili.
Grande soddisfazione per il riconoscimento è stata espressa dall’Ambasciatore Massimo Riccardo, Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’UNESCO, che ha poi lasciato la parola alla Sottosegretaria di Stato alla Cultura, Lucia Borgonzoni, la quale, nel ringraziare l’UNESCO, ha affermato che il Ministero continuerà a essere vicino alle comunità coinvolte, affinché siano sempre seguite le pratiche corrette.