L’analisi dell’Osservatorio Wine Monitor-Nomisma per il Consorzio Vini d’Abruzzo registra l’ennesimo anno di crescita di volumi prodotti e prezzi d’acquisto.
L’analisi realizzata dall’Osservatorio permanente Wine Monitor-Nomisma per conto del Consorzio Vini d’Abruzzo ha evidenziato per le denominazioni tutelate dall’ente guidato da Valentino Di Campli una solida ripresa dell’export, cresciuto del 10% rispetto al 2020, per un controvalore complessivo superiore ai 205 milioni di euro. Bene i principali Paesi target, a partire dalla Svizzera (+45%), seguita da Cina (+33%), Giappone (+26%), Germania (+25%) e Usa (+12%). “I vini abruzzesi avevano subito solo una leggera riduzione dell’export in termini di valore tra il 2019 e il 2020, di poco superiore all’1%, soffrendo molto meno di altre regioni italiane la contrazione degli scambi internazionali. Certamente è l’effetto del trend che ha portato dal 2010 a oggi a una crescita del 90% delle esportazioni dei nostri vini“, afferma il presidente del Consorzio. Buoni anche i riscontri del mercato nazionale dove, dopo il boom di vendite in distribuzione moderna verificatosi fino a giugno 2021, si è avuto un tendenziale riallineamento verso i valori pre-pandemia nel terzo trimestre.
Il Montepulciano d’Abruzzo si mantiene dal canto suo su livelli superiori a quelli del 2019, registrando negli ultimi quattro anni (2018-2021, periodo cumulato gennaio-settembre) un incremento di vendite, oggi pari a 43 milioni di euro, del 12% a valore e del 6% a quantità (bottiglie da 0,75 litri). A fronte di un calo di vendite delle bottiglie sotto ai tre euro è corrisposto un incremento di tutte le altre. In particolare, quelle di prezzo superiore ai 7 euro hanno raddoppiato le vendite.
“Questo trend ci lascia ben sperare per il futuro e comincia a ripagare gli sforzi fatti da anni per riposizionare i vini d’Abruzzo e per dare sempre più valore al lavoro dei nostri produttori – commenta Di Campli nel sottolineare come la “premiumisation dei consumi sta interessando anche il Montepulciano d’Abruzzo – La crescita delle vendite dei vini abruzzesi collocati nelle fasce più alte di prezzo ha portato ad un aumento del prezzo medio delle bottiglie della denominazione regionale vendute in GDO pari al 19% e questo è un segnale molto importante”. Per quanto riguarda l’imbottigliamento Di Campli spiega “Se a questo aggiungiamo che il trend a 12 mesi della richiesta di fascette per le diverse Denominazioni fa registrare una continuità con gli ultimi due anni, nonostante il Covid, possiamo affermare che l’interesse nazionale e internazionale per la nostra produzione enologica, con il Montepulciano d’Abruzzo in testa, sta percorrendo una strada ormai ben delineata“.