Degustazione di due vini iconici e un’etichetta ammiraglia che esprimono l’identità della Tenuta di Terricciola e la grande potenzialità del terroir circostante.
Il contesto è suggestivo: Terricciola, un piccolo borgo immerso nelle campagne tra Pisa e Volterra, nel cuore di un territorio enologico dalla grande tradizione che ha tra i suoi attori principali Badia di Morrona. La Tenuta, da circa un secolo di proprietà della famiglia Gaslini Alberti, può contare su un parco vitato esteso per 110 ettari, di cui oltre la metà coltivati a sangiovese, accanto a vermentino e ai classici vitigni internazionali quali chardonnay, viognier, merlot, syrah e cabernet.
Un patrimonio enologico ampio, che dà origine a una gamma di vini altrettanto articolata che nell’annata 2017 ha incontrato alcune delle sue migliori interpretazioni. Una vendemmia fortunata che ha giocato su temperature calde e asciutte che hanno anticipato le fasi del ciclo vegetativo, con una produzione più limitata del solito, ma una ricchezza polifenolica rivelatasi in grado di esaltare i caratteri distintivi delle diverse uve. È il caso di N’Antia e VignaAlta – cuvée bordolese il primo e sangiovese in purezza il secondo – vini simbolo della cantina che da oltre trent’anni esprimono in modo complementare l’identità aziendale e che nel 2017 sono stati prodotti in sole 8.000 bottiglie ciascuno.
“Due interpretazioni – racconta il titolare della tenuta Filippo Gaslini Alberti – messe a fuoco all’inizio degli anni ’90, nate prima di tutto dalla lettura dei suoli e poi dal desiderio di lasciar esprimere il terroir con linguaggi diversi, seppure raccontando lo stesso territorio. L’annata 2017 ci ha sorpreso positivamente perché ha fatto emergere le peculiarità dei due vini con particolare nitidezza”.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
N’Antia è frutto di una parcella storica situata all’estremo est della tenuta. I terreni in argilla e travertino contribuiscono al corpo e all’intensità del vino e, nell’annata 2017 in particolare, ne esaltano la pienezza e la morbidezza. VignaAlta nasce invece sul crinale più elevato dell’azienda, su terreni sabbiosi e drenati, dove regna il sangiovese. Un Terre di Pisa Doc che si propone come alter ego di N’Antia e che ha i suoi punti di forza nella verticalità e nella finezza. Peculiarità che si ritrovano soprattutto nell’annata 2017, grazie anche a un approccio delicato in cantina. A questi due campioni si aggiunge una terza etichetta, vino quotidiano per eccellenza e “biglietto da visita” della Tenuta: “I Sodi del Paretaio”, un’espressione tipica del Chianti che unisce profumo, ricchezza ed eleganza.
Chianti Docg – “I Sodi del Paretaio” 2020
Uvaggio: sangiovese 85%, merlot e syrah
Vinificazione e affinamento: maturazione in vasche di cemento e/o acciaio per 10 mesi.
Nel calice un bel colore rubino brillante. Fine e delicato, presenta note erbacee alternate a rimandi floreali e di frutti rossi, ciliegie e marasche sopra tutti. Il sorso è fresco e asciutto, con un tannino morbido che ritrova la frutta e i fiori, corteggiato da leggere sensazioni speziate. Chiusura lunga ed elegante.
Toscana Igt Rosso “N’Antia” 2017
Uvaggio: blend di cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot
Vinificazione e affinamento: fermentazione in acciaio e sosta di 15 mesi in piccoli fusti di rovere francese da 225 litri. Passaggio in vasche di cemento e altri 10 mesi di riposo in bottiglia.
Di colore rosso rubino intenso, al naso offre spezie che si alternano a sensazioni di frutta matura, tabacco e toni balsamici. Il gusto è ampio, polposo, con note di susine e piccoli frutti (mirtilli e ribes) che sposano una freschezza molto piacevole e assecondano il sorso fino all’epilogo lungo e persistente.
Terre di Pisa Doc Sangiovese VignaAlta 2017
Uvaggio: sangiovese in purezza
Vinificazione e affinamento: fermentazione in acciaio. Affinamento in botti da 25 hl di rovere francese, passaggio in vasche di cemento e sosta di almeno 24 mesi in bottiglia.
Rubino intenso con lievi riflessi granati, rivela un bouquet raffinato e ricco, interessato da note di prugna, ciliegia sotto spirito, bacche di ginepro e liquirizia. In bocca è di bella struttura, con un tannino persistente e ben calibrato che si accompagna a note di visciole, marasche e a sentori balsamici che emergono sul finale regalando al palato un sorso corposo e al contempo elegante.