In venti anni il vigneto canavese è cresciuto del 77,34%, generando oggi un fatturato di circa 10 milioni di euro.
La tendenza nel lungo periodo rivela lo stato di salute dell’Erbaluce di Caluso, i cui impianti sono cresciuti del 77,34% nel giro di venti anni, passando dai 128 ettari del 2000 ai 227 ettari del 2020. Risultati significativi per una filiera oggi composta da 288 viticoltori, 39 vinificatori e 35 imbottigliatori, con una potenzialità produttiva di poco superiore a 1,5 milioni di bottiglie, per un fatturato annuo di 10 milioni di euro. Questi i dati emersi nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Consorzio Cascine Piemontesi, in collaborazione con Confagricoltura Torino, Consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese ed Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino.
Buoni anche i riscontri dell’ultima vendemmia, che il direttore di Confagricoltura Torino, Ercole Zuccaro, descrive così “La maturazione delle uve si è rivelata medio tardiva, con un’epoca di raccolta che ha spaziato dalla metà alla fine di settembre. Le gradazioni zuccherine sono state superiori alla media degli ultimi cinque anni e il quadro acido si è mostrato eccellente. Secondo i tecnici – ha aggiunto – le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”.
Dal canto suo il direttore del consorzio vini Caluso, Carema e Canavese, Gabriele Busso, ha affermato che “dal punto di vista commerciale l’andamento è positivo e il 2022 si prospetta interessante. L’ampliamento delle Carte dei Vini da parte della ristorazione favorisce l’offerta di produzioni del territorio, in particolare di vitigni autoctoni. L’Erbaluce di Caluso manifesta una marcata crescita delle vendite in Piemonte e anche in Lombardia e Liguria: più in generale il mercato interno sta riscoprendo le grandi potenzialità dell’Erbaluce, sia fermo, sia spumante, sia nella tipologia passito. Si registra interesse anche da parte dei mercati esteri – ha concluso Busso – in particolare degli Stati Uniti e del Nord Europa”.