L’azienda della famiglia Ziliani presenta per la prima annata (2018) sul mercato il Bolgheri Superiore che porta le sfaccettature di vigneti su più versanti.
Il fascino di Bolgheri ha stregato molti. Anche la famiglia Ziliani, i proprietari del mito franciacortino di Guido Berlucchi, non si sono sottratti alla sua malia. Ma ci sono voluti parecchi anni prima che l’investimento in zona – avvenuto con l’acquisto nel 2003 della Tenuta Caccia al Piano – si trasformasse in un vino del prestigio pari al terroir. “Nel 2021 possiamo dire di essere diventati maggiorenni, ma ci abbiamo messo dodici anni per capire il potenziale incredibile che la nostra azienda può avere in quel territorio, soprattutto grazie alla straordinaria posizione del Vigneto San Biagio”, racconta infatti Paolo Ziliani che, assieme ai fratelli Cristina e Arturo, è al timone della Guido Berlucchi.

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VIGNETO SU DUE VERSANTI
Vigna San Biagio, nella frazione di Castiglioncello, è un corpo unico di 12 ettari che esplora i due versanti (sud est e sud ovest) all’interno di fitta macchia mediterranea. La sua altitudine (180 metri), lo eleva rispetto a molti altri vigneti della zona. “Questi aspetti, sommati alla costante ventilazione e alla riflessione solare del mare, fanno sì che le uve abbiano sempre una perfetta salubrità”, spiega Ferdinando Dell’Aquila, enologo di Caccia al Piano.
Il vigneto è suddiviso in sette distinte parcelle, ognuna delle quali conferisce sfumature differenti alle uve. “I terreni hanno origine pleistocenica, con una tessitura prevalentemente argillosa e calcarea – continua Dell’Aquila – È un luogo ideale per la coltivazione delle due uve dalle quali nasce il nuovo Bolgheri Superiore, cabernet sauvignon e cabernet franc”.
NUOVO CORSO, CONTEMPORANEO
Il “nuovo” corso di Caccia al Piano vede proprio in questo Bolgheri Superiore la sua concretizzazione. Un vino che arriva sul mercato con la prima annata (la 2018). “Siamo molto soddisfatti ed emozionati del risultato che abbiamo ottenuto – spiega il responsabile marketing Francesco Lippini – La vigna San Biagio è stata studiata per diversi anni, vista la complessità dei suoi terreni e microclimi, e ora crediamo di essere riusciti a restituire nel bicchiere il fascino di questo meraviglioso cru bolgherese. La nascita del Caccia al Piano Bolgheri Superiore si inserisce in un nuovo corso che abbiamo intrapreso all’interno della nostra azienda, che ha portato a molti cambiamenti sia in cantina che all’immagine dei nostri vini”.
La nuova immagine, più lineare e contemporanea, valorizza la figura di Diana, la dea della caccia, richiamando le origini della tenuta, antico feudo venatorio della famiglia della Gherardesca. In etichetta, incisi sulla carta, compare anche l’iconico viale dei cipressi, simbolo di Bolgheri.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Caccia al Piano Bolgheri Doc Superiore 2018
Uvaggio: 70% cabernet sauvignon, 30% cabernet franc
Annata d’esordio figlia di un inverno freddo, seguito da una primavera con abbondanti precipitazioni che hanno permesso una buona riserva idrica. Le perfette condizioni climatiche dei mesi estivi, con temperature nella media e ottime escursioni termiche, hanno poi portato l’uva ad una maturazione ottimale. Vinificati in parcelle separate, cabernet sauvignon e franc affinano un anno in barrique di rovere francese (Allier e Tronçais) nuove e di secondo passaggio, prima del blend delle migliori barrique. Segue un ulteriore affinamento per 12 mesi in botti grandi e barrique. Dopo l’imbottigliamento, ancora sei mesi di riposo.
Il risultato è un’interpretazione estremamente elegante del territorio bolgherese, contraddistinta da una forte tipicità aromatica. Di un bel colore rubino intenso, al naso spiccano piccoli frutti rossi, ancora non sotto spirito, che vanno a giocare con i profumi della macchia mediterranea, mentre le note terziarie – una leggera radice di liquirizia, il cuoio – sono solo accennate. In bocca, il sorso è precisissimo, dai tannini setosi, elegante e di carattere, sostenuto da una buona acidità e altrettanta sapidità. In definitiva, un’interpretazione che cerca la via dell’intensità aromatica e dell’eleganza, a discapito del mito della potenza bolgherese. Anche in questo, decisamente contemporaneo.