Appunti di degustazione dall’anteprima del Chiaretto di Bardolino – Corvina Manifesto – con un millesimo 2021 di ottima qualità. Cristoforetti lancia lo spumante Chiaré Rosé.
Primo bimestre 2022 con vendite in crescita del 26,7% e un programma che per la prima volta diventa di respiro internazionale. Il Chiaretto di Bardolino si presenta in ottima forma alla sua prima anteprima in presenza dopo i lockdown, portando nei calici di Corvina Manifesto un millesimo 2021 di ottima qualità e orientato verso le sapidità, che a livello di immagine si pone alla pari con gli altri grandi rosati internazionali.
Per la versione spumante è inoltre in cantiere un progetto di rilancio.
PRIMO BIMESTRE DA SOGNO E RESPIRO INTERNAZIONALE
È un primo bimestre da ricordare per il Chiaretto di Bardolino, che chiude i primi due mesi del 2022 con vendite in crescita del 26,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Il nuovo nome sembra portare decisamente bene, visto che in due mesi abbiamo già collocato 1,4 milioni di bottiglie, con un incremento a doppia cifra”, dice il presidente del Consorzio, Franco Cristoforetti.
A debuttare è infatti la vendemmia 2021, prima nella storia a uscire sul mercato con la nuova menzione ‘Chiaretto di Bardolino’, entrata in vigore dopo la modifica al disciplinare dello scorso anno, al posto della precedente denominazione ‘Bardolino Chiaretto’.
Alla manifestazione, presenti più di 30 produttori per circa 100 vini in degustazione, tra versione ferma e bollicine.
Per la prima volta tra i protagonisti anche i grandi vini rosé francesi, con il coinvolgimento dei produttori di Rosés de Terroirs, associazione da poco nata in Francia e di cui fanno parte anche due aziende del territorio, ma anche dei produttori della AOC Tavel (Valle del Rodano) che è stata la prima nel 1936 a prevedere soltanto vini rosé nel proprio disciplinare.
CHIARÉ ROSÉ, ACCORDO DI FILIERA PER RILANCIARE LE BOLLICINE
Prodotto da oltre un quarto di secolo, il Chiaretto Spumante si attesta attorno alle 300mila bottiglie l’anno, realizzate da circa 30 produttori. Numeri che restano piuttosto limitati per un prodotto che viene ancora considerato un semplice completamento di gamma ma che, se valorizzato, potrebbe fornire nuove opportunità di crescita per la denominazione.
È da questa riflessione che nasce il progetto del Chiaré Rosé, un Chiaretto di Bardolino Spumante destinato alla gdo e ai locali notturni, prodotto grazie a un accordo di filiera – il primo nel suo genere in seno a un Consorzio di tutela – tra cinque dei maggiori produttori del territorio (quattro cooperative e un’azienda privata), che determina anche un considerevole potenziale in termini di volumi. I player conferiranno le loro basi spumante a un unico centro di spumantizzazione, che realizzerà una specifica versione delle bollicine rosa gardesane, distribuita da un’unica agenzia specializzata. L’etichetta, caratterizzata da un’immagine moderna e accattivante, è stata presentata in occasione della scorsa edizione di Vinitaly e sta muovendo i primi passi in questi giorni. Il marchio, di proprietà del Consorzio, era stato registrato negli anni passati per promuovere un cocktail dedicato al Chiaretto Spumante e diventa adesso il nome di riferimento per una vera e propria strategia di posizionamento delle bollicine rosa gardesane.
INTERVISTA AL PRESIDENTE FRANCO CRISTOFORETTI
Quasi un sesto della produzione annuale (10 milioni di bottiglie, ndr) venduta nei soli primi due mesi dell’anno, quali sono le aspettative per questo 2022?
“Un +26% ci dà la speranza di un 2022 interessante per il Chiaretto. Un 20% su base annua vorrebbe dire 2 milioni di bottiglie in più e vorrebbe dire tante cose per il nostro territorio e anche la conferma di aver imboccato la strada giusta, se non altro anche grazie al cambiamento del disciplinare che ci permette finalmente di scrivere Chiaretto di Bardolino sulle bottiglie per andare a sottolineare ancora una volta in più la tecnica di produzione storica applicata alla corvina, senza dimenticare che la carta d’identità è il territorio e quindi Bardolino. Speriamo solo che la difficoltà di oggi nel reperire il vetro bianco possa non rappresentare un handicap. Chiaramente il Chiaretto non può prescindere dal vetro bianco, quindi stiamo lavorando per cercare di averlo a disposizione e di poter continuare a crescere”.
In che percentuale influisce la vendita diretta guidata dal turismo del Garda sul totale delle vendite?
“È un numero che non siamo mai riusciti a quantificare, perché non c’è un modo per quantificarlo se non un sondaggio volontario tra le aziende e devo dire che la nostra filiera è ancora molto restia a queste cose. Sicuramente il nostro mercato più importante è locale, poi diventa importante anche quando si torna a casa dopo il turismo. La Germania è uno sbocco storico, però abbiamo visto la crescita del Nord Europa, della Francia, dell’Inghilterra e, non da ultimi, Canada e Stati Uniti, quindi stiamo allargando gli orizzonti. La promozione della vendita locale rimane un’arma importante, perché il lago di Garda fa 14 milioni di presenze, in tutto la sponda veronese ne fa circa la metà e sono tutti potenziali ambasciatori che dobbiamo riuscire a conquistare. Il passaparola diventa un moltiplicatore”.
Secondo lei i rosati italiani devono ancora provare un senso di inferiorità rispetto ai rosati internazionali e (soprattutto) d’oltralpe?
“Assolutamente no. Il motivo per cui abbiamo invitato Tavel non è perché ci sentiamo inferiori e abbiamo bisogno di invitare una grande AOC francese, anzi noi amiamo il confronto proprio perché ci sentiamo in grado di confrontarci alla pari. Lo abbiamo fatto con i distretti del Bardolino invitando i villaggi del Beaujolais e con Tavel. Con la Provenza e la zona di produzione dei rosa francesi condividiamo le origini, che sono antichissime. Loro erano la Gallia transalpina noi eravamo la Gallia cisalpina. Quando è stato introdotto, nell’epoca imperiale, il concetto di villa rustica romana si è cominciato a fare il vino col torchio, che significa non fare macerazione. Quindi da uve rosse e una vinificazione senza macerazione si ottengono vini rosa. La nostra volontà è proprio quella di far capire al mondo che noi abbiamo una tradizione antichissima per la produzione del vino rosa, così come la bassa Francia, e che possiamo confrontarci, competere e comunicare insieme nel mondo, magari anche trovando un linguaggio comune per comunicare il ‘terzo colore del vino’ (com’è stato definito dalla stampa l’anno scorso)”.
Cosa pensa dei rosati come moda?
“Oggi non si può più dire che siano una moda. Ormai siamo a 7-8 anni con un trend in costante crescita dove, fra l’altro, noi italiani come mercato siamo il fanalino di coda. Questa cosa la possiamo vedere da due punti di vista completamente opposti. Ci si può deprimere pensando che non abbiamo un mercato pronto o ci si possono rimboccare le maniche e lavorare pensando che abbiamo una prateria davanti, perché possiamo solamente crescere essendo così bassi”.
Quali sono i progetti futuri per la denominazione?
“È stato presentato al Vinitaly Chiaré Rosé, il nostro marchio consortile dedicato allo spumante, perché vogliamo dare un’identità allo spumante diversa dal vino fermo. ‘Chiaretto’ continuerà a identificare il vino fermo, ‘Chiaré Rosé’ sarà la comunicazione rivolta al mondo dello spumante. Poi continuerà quello che abbiamo cominciato a fare in questi anni. C’è da portare alla luce, cominceremo questo autunno, il grande lavoro fatto con i distretti, quindi la primavera sarà sempre dedicata alla comunicazione del Chiaretto e del Chiaré, l’autunno sarà dedicato alla comunicazione dei distretti del Bardolino”.
Un commento sul Vinitaly finalmente tornato in presenza?
“Credo che dopo due anni tutto il mondo del vino avesse voglia di ritrovarsi dal vivo, per vedersi, per salutarsi, anche abbracciarsi andando contro le regole. Il nostro è un mondo dove i clienti sono anche amici, si ha un certo tipo di condivisione e farlo attraverso un monitor non è mai la stessa cosa. Ce ne siamo inventate di ogni per stare in contatto con il nostro mondo. Era importante avere quest’opportunità a Vinitaly. Per le aziende del territorio credo che sia difficile non esserci, siamo a casa nostra, un’occasione importante per valorizzare il nostro territorio. Credo però che dopo due anni di pandemia il mondo delle fiere debba ripensare alcuni aspetti. Il costo-beneficio delle fiere è molto alto, quindi forse ci vorrebbe più specializzazione con momenti esclusivamente dedicati alla didattica o al b2c e momenti esclusivamente dedicati al b2b, perché con quello che spendono le aziende devono lavorare. Quindi tutte le fiere, non parlo solo di Vinitaly, devono pensare ad essere sempre più attrattive nei confronti degli espositori”.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Ottima qualità media e vini che sembrano virare verso espressioni più sapide e beverine, abbandonano eccessive dolcezze nei profumi. Queste le impressioni sul millesimo 2021 per Chiaretto di Bardolino in versione ferma, al debutto nei calici di Corvina Manifesto.
Iniziata con qualche giorno di ritardo rispetto all’anno precedente, la vendemmia 2021 è stata favorita, durante il periodo di maturazione delle uve, da un clima stabile e da elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questo ha consentito di raggiungere un’acidità totale mediamente superiore rispetto al 2020, garantendo freschezza e anche sapidità.
Di seguito una selezione di etichette, per invitare all’assaggio.
Ca’ Bottura – Chiaretto di Bardolino Classico
Rosa tenue, dal naso floreale di rosa e fiori di mirtillo, una brezza agrumata. Palato fatto di rotondità e vena sapida, chiude con tocchi calcarei e lascia la voglia di un altro sorso.
Cantina Caorsa – Chiaretto di Bardolino Classico
Naso fresco, tra pompelmo rosa, acacia e malva. Palato beverino e scorrevole, che richiama l’agrume e la fragolina di bosco ancora asprigna.
Cantine Vitevis – Ca’ Vegar, Chiaretto di Bardolino
Tocchi lievi di rosa, santoreggia e timo. Sorso di beva, teso, dalla vena asprigna e salina. Finale che chiama ricordi di ribes.
Cavalchina – Chiaretto di Bardolino
Rosa tenue verso il dorato e un naso delicato, dominato da agrumi ed erbe officinali. Sorso fresco e beverino, che chiude sui toni della melissa.
Corte Gardoni – Nichesole, Chiaretto di Bardolino
Fragoline di bosco, tocchi erbacei e agrumati, mentuccia. Sorso che gioca di sapidità salina e freschezza, scorrevole e dal finale calcareo.
Costadoro – Chiaretto di Bardolino Classico
Rosa canina e fragola, toni agrumati e iodati. Un sorso goloso, tra polpa freschezze e sapidità. Scorrevole e lungo, lascia sale e frutto sulla bocca e voglia di un altro calice.
Gentili – Chiaretto di Bardolino
Calice rosa tenue e lucente. Tocchi di rosa, ribes e pompelmo al naso, per un sorso schietto e beverino, animato da una freschezza asprigna. Sul finale ricordi agrumati.
Giovanna Tantini – Chiaretto di Bardolino
Naso di fiori bagnati, petali di rosa e calendula, poi timo e ribes. Invita a un sorso salino e fresco, dalla bella scorrevolezza, che lascia con un finale lungo e sapido dai tocchi di erbe officinali. Che buono.
Gorgo – Chiaretto di Bardolino bio
Succo di fragola, agrumi e ibisco precedono al naso un sorso goloso e avvolgente, che si allunga su toni di arancia e pompelmo rosa.
Guerrieri Rizzardi – Keya, Chiaretto di Bardolino Classico
Rosa intenso, dal naso elegante, ben bilanciato tra i fiori e la pesca saturna matura. Sorso di beva e ampiezza sapida, che si allunga unendosi a ricordi citrini. Sempre una certezza.
La Rocca – Chiaretto di Bardolino Classico
Calice rosa tenue, dal bouquet di petali di rosa, ribes. Un sorso compatto che gioca più sulla freschezza che sulla sapidità, dalla beva piacevole e ritorni di rosa sul finale.
Le Fraghe – Ròdon, Chiaretto di Bardolino
Bouquet dominato dai toni minerali, tocchi iodati, fiore di cappero, rosa canina e scorza di limone. Al palato è teso e beverino. Un bel sorso che riempie e poi scorre, lasciando la bocca salata.
Le Ginestre – Chiaretto di Bardolino Classico
Naso che apre sui toni calcareo per poi lasciar emergere il lampone. Un palato salato e schietto, tutto giocato sulle durezze, che si allunga sul finale, richiamando la melissa.
Le Morette – Chiaretto Classico
Naso di rosa, fragolina e lampone. Un Chiaretto comme il faut, fatto di bilanciamento sapido-acido al palato, tocchi di fragolina e ricordi di agrumi sul finale.
Le Vigne di San Pietro – Corderosa, Chiaretto di Bardolino (prova da vasca)
Rosa tenue, al naso lascia intendere frutto croccante, ribes, rosa canina, sbuffi gessosi. Un sorso di frutto e di sapidità che rimane a lungo. Da bere e ribere a distanza di tempo.
Marchesini Family – Marchesini Marcello, Chiaretto di Bardolino Classico
Naso di agrumi e minerali, rosa canina, iodio, melissa. Sorso orientato sulle sapidità e la freschezza asprigna, beverino e gradevole.
Monte del Frà – Chiaretto di Bardolino
Rosa delicato. Bouquet fresco di petali di rose e pompelmo, tocchi aranciati. Palato polposo e morbido, ma con una bella vena sapida che avvolge appena prima del finale. Un’anima pop, molto piacevole.
Morando Lorenzo – Chiaretto di Bardolino
Rosa intenso nel calice, regala aromi di ibisco, ribes e pesca croccante. Sorso polposo, fatto di volume e sapidità, che riempie e avvolge, per poi chiudere su toni aranciati.
Poggio alle grazie – Chiaretto di Bardolino bio
Rosa tenue verso il dorato. Un naso che va verso la rosa canina e il calcare, tocchi agrumati. Palato dinamico, giocato sulle freschezze asprigne e su una vena sapida gradevole, che si sofferma sul palato richiamando gli agrumi e le erbe officinali.
Tinazzi – Ca’ dei Rocchi Campo delle Rose, Chiaretto di Bardolino
Rosa delicato. Bouquet di scorza d’arancia, pesca croccante e accenni gessosi, per un palato beverino, che scalda sul finale e si lascia dietro una carezza sapida.
Vigneti Villabella – Villa Cordevigo, Chiaretto di Bardolino Classico bio
Lampone, fragoline di bosco, tocchi di scorza di limone. Sorso polposo ma dalla freschezza asprigna, teso e compatto. Scalda lievemente sul finale, lasciando al palato ricordi floreali.
Zeni 1870 – inAnfora, Chiaretto di Bardolino Classico
Rosa intenso, dal naso delicato di rosa ed erbe officinali. Un sorso polposo e rotondo, che riporta al palato sensazioni floreali e si amplia verso le sapidità per chiudere scaldando.