Il Signore degli Abissi, Piero Lugano e la storia della cantina Bisson

di redazione

Nell’ultimo libro del giornalista Paolo Massobrio la storia del viticoltore ligure celebre per lo Spumante Metodo Classico “Abissi”, affinato in fondo al mare.


La vigna, il mare. Sono i due perni attorno a cui ruota la vita di Piero Lugano, viticoltore ligure dalla storia appassionata e appassionante che il giornalista Paolo Massobrio ha voluto raccontare in “Il Signore degli Abissi. Piero Lugano e la Cantina Bisson in fondo al mare” (Comunica Edizioni), una monografia nella quale Piero Lugano si racconta fra aneddoti, immagini, storie familiari e prospettive da un’Italia pronta a rinascere dopo la guerra.

Dai primi anni della sua vita, iniziata nelle Langhe ma presto proseguita a Zoagli, in Liguria, alle avventure di professore tra la Sardegna e il Veneto, luogo dell’incontro con la donna della sua vita, Wally Bisson, con cui apre a Chiavari l’Enoteca Bisson. Dopo la sua prematura scomparsa, Piero Lugano coltiva con ancora più forza il grande sogno che caratterizzerà gli anni a venire: l’affinamento nelle profondità marine del vino che lo porterà al successo: lo spumante Metodo Classico “Abissi”, affinato a 60 metri in fondo al mare e ottenuto da sole uve autoctone liguri, come la bianchetta, il vermentino e il raro çimixà.

Dopo un’intervista alla figlia Marta raccolta da Alessandro Ricci e gli interventi degli amici e conoscenti che hanno reso possibile e supportato questa avventura (il ristoratore Sergio Circella della Brinca di Ne; Luca Fontana, già direttore generale Regione Liguria; Franco Macchiavello, già ispettore del Servizio repressione frodi del Ministero dell’Agricoltura; l’enologo Enzo Michelet; il distributore di vini Pietro Pellegrini; il giornalista Virgilio Pronzati; il presidente onorario ASPI Piero Sattanino; Pino Sola, sommelier e titolare dell’Enoteca Sola e Giovanni Toti, presidente Regione Liguria), il libro raccoglie le schede di degustazione di tutti i vini della Cantina Bisson, che evidenziano una forte propensione alla valorizzazione dei vitigni liguri (vermentino, bianchetta e çimixà tra i bianchi; granaccia e ciliegiolo tra i rossi) declinati in vini espressivi e distintivi di un terroir, così come l’amore di Piero Lugano per i vini passiti, di cui produce sei etichette. Il libro si chiude con l’intervista di Paolo Massobrio a Piero Lugano: un momento di confidenze e riflessioni che delineano la figura di un uomo sensibile e di grande umanità.

Credo di aver messo nero su bianco la sceneggiatura di un film, fatta di colpi di scena, di capacità di osare come se non ci fosse limite, di amore – scrive nella prefazione Massobrio -. Lasciatemela scrivere questa parola, protagonista della storia: amore di figlio, di marito, di padre, di amico, di artigiano che modella una materia capace di restituire quella felicità agli uomini che si chiama vino”.

Il libro è in vendita su Amazon, sul sito di Comunica Edizioni e in cantina. Le foto sono a cura di Alessandro Ricci e StudioDue, che ha curato anche il progetto grafico.