Numeri e appunti di degustazione dall’anteprima del Consorzio abruzzese, con focus sul territorio. Crescono le vendite e il valore medio.
Un patrimonio di terroir tra l’Adriatico e le vette più alte degli Appennini. L’Abruzzo del vino è un sistema complesso, fatto di molte denominazioni, vitigni e interpretazioni da parte dei produttori. Su 9 Dop regionali, 5 sono affidate al Consorzio tutela vini d’Abruzzo, che porta avanti un percorso di semplificazione delle stesse e delle molte Igt, per valorizzare e spingere la crescita dei vini del territorio, con un occhio all’esperienza enoturistica.
Mentre a Vasto (CH) si rinnova l’appuntamento estivo con la degustazione delle nuove annate, dal mercato arrivano segnali positivi per il primo quadrimestre 2022.
SEMPLIFICARE PER PROMUOVERE E DARE VALORE
Semplificazione, identità, segmentazione qualitativa e adeguamento al reale potenziale produttivo regionale, oltre ovviamente a sostenibilità sociale, economica e ambientale. Sono gli ingredienti che il Consorzio di tutela ha scelto per costruire la propria strategia di promozione dei vini abruzzesi.
Proprio in marzo è stata accolta la modifica al disciplinare, che porta da otto a una sola le Igt regionali e che introduce la menzione Superiore per le Dop “d’Abruzzo” – si parla di Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Pecorino d’Abruzzo, Passerina d’Abruzzo, Cococciola d’Abruzzo e Montonico d’Abruzzo -, assieme alla possibilità di inserire in etichetta le appellazioni provinciali.
Gli obiettivi sono chiari. Rendere un panorama enoico complesso più potabile per il mercato, pur senza tagliare di netto le diversità che arricchiscono il territorio e i vini. Allo stesso tempo si punta sulla tipologia Superiore in ottica di qualità. Una mossa che, se saputa sfruttare, può aprire la strada a referenze dal posizionamento più alto, nella direzione di aumentare anche il valore medio dei vini, in un momento in cui proprio su questo fronte il mercato manda segnali positivi.
Nel frattempo, tra i produttori viene sottolineata un’ulteriore necessità che riguarda il Cerasuolo. Tradizionalmente infatti, la tonalità di questo vino frutto di uve montepulciano è più decisa rispetto a quella più comunemente associata ai rosati, virando verso un color ciliegia intenso che in qualche caso diventa addirittura un rosso scarico. Ad oggi il disciplinare descrive il colore del vino al consumo come “rosa ciliegia più o meno carico” e questo aprirebbe la strada – secondo alcuni produttori – a Cerasuolo dai colori più tenui, che strizzano l’occhio a un mercato abituato a tinte leggere, allontanandosi però dall’identità del vino di territorio.
SUL MERCATO CRESCONO EXPORT E VALORE MEDIO
Sul mercato il vento è a favore per i vini d’Abruzzo, che registrano una crescita in valore nell’export del 14,1% nei primi quattro mesi dell’anno, dopo aver chiuso il 2021 con un +10%. Nello specifico, a segnare la più alta percentuale di crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è il Trebbiano d’Abruzzo con un +37,4%, seguito dal +16,8% del Cerasuolo e dal +11% del rosso Montepulciano – circa l’80% della produzione a denominazione di origine regionale -. Infine l’Abruzzo Doc, nelle tipologie Pecorino e Passerina, si attesta al +10,1%.
A questi dati si aggiungono quelli emersi dalla ricerca Iri per Vinitaly, che rileva la crescita dell’1,8% a volume e del 5,9% a valore dei vini Docg, Doc e Igt per la gdo (prezzo medio 5,55 euro). La classifica vede ai primi posti proprio il Montepulciano d’Abruzzo, che raggiunge gli oltre 9 milioni di litri venduti nella grande distribuzione italiana con un leggero aumento di volumi (+0,2%), ma soprattutto con una crescita del +3,7% in valore rispetto all’anno precedente.
Intanto, continua l’impegno consortile per far crescere l’enoturismo. Un settore che in Abruzzo ha ancora molta strada da percorrere, ma che sicuramente si appresta a conoscere un’impennata nei prossimi anni. Dopo l’implemento nel 2021 della app, Percorsi, con nuovi contenuti e la possibilità di prenotare direttamente le esperienze in cantina, hanno seguito eventi dedicati, incoming e attività di promozione. Un lavoro che viaggia in parallelo con gli sforzi di un numero sempre maggiore di cantine, per strutturare la propria offerta di ospitalità. Passi necessari, per attrarre presenze che giovano sia alle vendite dirette di vino che al territorio.
APPUNTI DI DEGUSTAZIONE
Oltre 330 le etichette proposte in degustazione al Palazzo d’Avalos di Vasto, per un totale di 76 aziende (da 1 a 5 vini raggruppati per produttore) e almeno 35 differenti tipologie di vino (tra Doc, Igt e relative declinazioni base, Superiore, Riserva e spumanti, rosé e bianchi), presentate ciascuna in più annate differenti. Generalmente 2021 o 2020 per bianchi e rosati (ma anche annate meno recenti), dal 2021 fino al 2014 per i Montepulciano, per un totale di almeno 9 millesimi differenti. Circa 8 le ore a disposizione.
Se da una parte risulta evidente la necessità della semplificazione avviata dal Consorzio, dall’altra risulta difficile dagli assaggi di una così ampia moltitudine di vini trarre un’idea riguardo l’andamento di annate, denominazioni, singoli vitigni o banalmente stili, che possano descrivere il contesto enoico regionale, tanto più se ai ritmi del servizio le referenze servite dopo la prima ora sono appena cinque.
Ecco quindi di seguito una lista degli assaggi che più hanno lasciato il segno.
La speranza è che il prossimo anno anche la degustazione possa aderire in maniera più fedele ai canoni di semplificazione consortile, oltre a trarre beneficio da qualche accorgimento organizzativo in più.
Montonico
D’Alesio – Abruzzo Montonico Superiore 2020
Frutto acidulo, uva spina, un accenno esotico di carambola e note iodate. Sorso sinuoso e compatto, che si porta dietro un frutto calibrato da toni botanici. Sul finale scalda per poi lasciare una chiusura pulita, che chiama le erbe officinali.
La Quercia – Abruzzo Montonico Superiore Doc 2021
Mentre il naso gioca sulle erbe officinali, il palato è compatto, con una mineralità composta, che non gioca di potenza, ma integrandosi con le altre componenti. Il sorso scorre e chiude sul timo e la nepitella. Bello.
Pecorino
Abbazia di Propezzano – Igt Colli Aprutini Pecorino 2021
Naso agrumato, per un sorso che unisce corpo e snellezza, fresco e ampiamente sapido.
Alberto Tiberio – Igt Terre di Chieti Pecorino 2021
Pesca bianca, note agrumate e di erbe officinali. Palato orientato sul frutto, una bella sapidità che si amplia durante il sorso, per sfumare in una chiusura calcarea.
Cantina Rapino – Gira, Igt Terre di Chieti Pecorino 2018
Naso citrino e dai riverberi botanici, per un sorso scattante, caratterizzato da un’acidità asprigna, calore moderato e piacevole bevibilità.
Trebbiano
Cantina Colonnella – Parhelia, Trebbiano d’Abruzzo Doc 2021
Naso delicato e floreale. Piacevole e setoso al palato. Un sorso caldo e polposo, dai ritorni fruttati di mela.
Cerulli Spinozzi – Torre Migliori, Trebbiano d’Abruzzo Doc 2020
Un bouquet che si concede alle dolcezze, ma senza esagerare, tra ginestra, sensazioni di polline, fiori essiccati e mela golden. Al palato la struttura, supportata da un affinamento in tonneau usati per il 40% della massa, gioca con la sapidità e la secchezza del sorso. Un calice tutto d’un pezzo, che sfrutta l’affinamento per esaltare il vitigno, ma senza eccessi.
D’Alesio – Trebbiano d’Abruzzo Doc Riserva 2015
Un’altra espressione di Trebbiano invecchiato, ma questa volta con più anni alle spalle. Le scelte convergono su una resa di 70 q/ha e un affinamento in legno grande. Sorso vellutato e compatto, fresco e calibrato in tutte le sue componenti. Davvero buono.
Tenuta De Melis – Trebbiano
Naso di pesca matura, toni gessosi e balsamicità mentolate. Sorso goloso e morbido, frutto e sapidità da vendere, che resta sul finale lasciando sfumature che ricordano il fiore di cappero
Malvasia istriana (sì, malvasia istriana)
Masciarelli (Marina Cvetic) – Iskra Marina, Abruzzo Malvasia Doc 2019
Naso di fieno e fiori di campo, asprezze agrumate, per un sorso dal corpo snello e di grande freschezza. Carezza tannica aggraziata sul finale.
Cerasuolo
Ciavolich – Fosso Cancelli, Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2021
Naso fresco, tra gli agrumi e i petali di rosa. Palato fruttato, con quella sensazione tannica che basta ad accompagnare il sorso asciugando il finale e invitando a un nuovo calice.
Fontefico – Febbre d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo 2018
Affinato almeno un anno sulle fecce e lasciato riposare per 18 mesi prima dell’imbottigliamento, mostra decisamente un’altra idea di Cerasuolo. Il colore è un rosso scarico e scuro. Naso quasi fumé, pepato, con sensazioni gessose, chiama direttamente la carne alla brace. Fresco il sorso, dalla sapidità controllata. Beva pepata, tannino lieve e setoso che lascia ricordi di ciliegia. Da provare.
Tocco – Capostazione, Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2021
Melograno, rabarbaro, petali di rosa, ricordi di pera matura. Palato caldo e polposo, corpo e freschezza. Per chi ama vini di una certa imponenza, ma di assoluta godibilità.
Montepulciano
D’Alesio – Tenuta del Professore, Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2015
Frutti di bosco, lampone, cassis, speziatura lieve. Al palato entra vellutato, per poi frenare con la grip tannica e ampliarsi in un sorso materico, sobriamente fruttato. Sul finale si allunga verso il tabacco.
Pasetti – Testarossa, Montepulciano d’Abruzzo Riserva 2018
Bouquet dai toni dolci di frutti di bosco e prugna matura, amalgamati da una balsamicità intensa di mentuccia. Il sorso è rotondo e corposo, con ritorni di cacao, carruba e spezia. Il tutto ben bilanciato dalla freschezza. Calore in chiusura.
Tenuta De Melis – Bardase, Montepulciano d’Abruzzo 2021
Mora di rovo, cassis, ribes nero. Palato in verticale, tra acidità, durezze e una sapidità che arriva subito, ampliando il sorso per poi sfumare, asciugata dal tannino, in un finale floreale.
Tenuta I Fauri – Ottobre Rosso, Montepulciano d’Abruzzo 2020
Naso di frutto ed erbe officinali, per un sorso davvero goloso. Freschezza, sapidità che si amplia verso i lati della lingua, vellutato e controbilanciato da un tannino lievemente rustico. Pulito il finale. Buono. Da menzionare anche la Riserva Vigna Santa Cecilia 2018, col suo sorso profondo, il finale pepato.
Tenuta Morganti – Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020
Bouquet piacevole, tra frutto scuro, visciola e accenni di artemisia. Bel profilo tattile, setoso e increspato da un tannino che allunga piacevolmente la sensazione finale sui toni erbacei. Da segnalare anche la versione in anfora, dagli aromi più intensi verso la mora di gelso e il cassis, il sorso compatto e vellutato, attraversato da una freschezza decisa. Molto bello.
Tenuta Tre Gemme – Sant’Irene, Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020
Qua ci si orienta sul frutto, sia al naso che al palato. Bouquet intenso di visciola, prugna e un tocco di ginepro. Sorso beverino e carnoso, una delicata frenata tannica e poi la distensione su un finale pepato ed erbaceo. Buono, dal carattere contemporaneo.