Dall’idea di tre ragazzi novaresi, un gin dal carattere sofisticato, che chiama gli abbinamenti gastronomici.
Ginepro della Val d’Ossola, muschi, licheni e… Gorgonzola. Non è uno scherzo, sono le botaniche di Lucius Dry Gin, il primo gin al celebre erborinato Dop lanciato da tre ragazzi di Novara.
DALL’IDEA ALLA PRATICA
Tutto ha inizio a Natale 2020, quando Fabio Mainini, Alessandro Belletti e Alessandro Romussi decidono di riunire la loro passione per gli spiriti in un progetto e fondano Alfa Spirits. Alla base un intento condiviso: valorizzare i prodotti del territorio attraverso un gin.
Succede così che tra le tante idee ne balena una insolita, che parla di Gorgonzola. Il formaggio Dop nato nell’omonima città in provincia di Milano, è infatti a tutti gli effetti un simbolo della zona, prodotto anche nelle province di Como, Pavia e Novara, oltre che una presenza immancabile nell’infanzia e nella quotidianità dei tre ragazzi.
Ma tra un’idea così originale e il rischio di un risultato balzano il passo è breve, così i giovani si mettono a lavoro. Seguono circa un anno di studio e tentativi, in gran parte affiancati dall’esperto distillatore Alfredo La Cava di Distillerie Subalpine – L’Arte del Bere a Chieri, nel Torinese. Una volta trovato il modo migliore per distillare il Gorgonzola, il giusto equilibrio viene raggiunto grazie a una combinazione di botaniche del territorio, in grado di ammorbidirne i sentori.
Per approfondire i consigli, ma anche la storia di questo nuovo distillato, su SpiritoAutoctono.it si può leggere l’intervista ad Alessandro Belletti.
L’EQUILIBRIO ATTRAVERSO LE BOTANICHE
Si parte dal ginepro, ingrediente imprescindibile per il gin. Viene selezionato quello che cresce spontaneamente sulle montagne della Val d’Ossola, punta settentrionale del Piemonte, rivolta verso la Svizzera. Una varietà caratterizzata da un gusto particolarmente aromatico e da intense note resinose, che ben si combinano alle sensazioni decise del Gorgonzola. La raccolta avviene manualmente, grazie alla collaborazione con raccoglitori locali e aziende agricole biologiche.
Il trait d’union finale tra i due ingredienti principali viene individuato in alcuni muschi e licheni, inusuali nel mondo delle botaniche, ma in grado di apportare note erbose e legnose, che sfumano i contorni degli aromi principali.
UN GIN SOFISTICATO
Il risultato è tutt’altro che scontato. La risposta è no, non si percepisce odore di ‘formaggio’, se non nelle sfumature di erbe macerate che richiamano le muffe e la stagionatura. Lucius Dry Gin accoglie con aromi di legni umidi e un ricordo di quel muschio fresco che resta sotto i funghi appena colti. All’assaggio, l’attacco alcolico è in principio deciso e si unisce a una certa piccantezza nel gusto, per poi sfumare e ammorbidirsi sul palato, lasciando in retronasale toni di sottobosco e resina di pino. Dopo il primo sorso le percezioni olfattive cambiano e ampliano le balsamicità di resina, quasi a ricordare il cirmolo.
È un gin sofisticato, per appassionati, che lascia immediatamente immaginare abbinamenti gastronomici. Oltre ai formaggi stagionati, che sicuramente raggiungono l’obiettivo, sarebbe interessante provare la combinazione con alcuni piatti di cacciagione, magari carne di cervo o di anatra.
Tra i consigli dei produttori, l’inserimento come ingrediente nei risotti e – ovviamente – l’utilizzo in mixology.