Le tre tenute della famiglia Burkard protagoniste di un ambizioso progetto per superare l’impatto ambientale, conseguire la carbon neutrality, certificare la sostenibilità e creare valore dal “capitale naturale”.
Tre tenute – Terrabianca a Radda in Chianti, Il Tesoro in Maremma e Colle Brezza a Pienza – e un unico programma unitario per la sostenibilità.
È una scelta importante e meditata quella del gruppo Arillo in Terrabianca, che ha deciso di credere e investire in un progetto è superare l’impatto ambientale della produzione, conseguire la neutralità positiva verso il carbonio, certificare la sostenibilità e creare nuovo valore, economico e ambientale attraverso lo sviluppo del “capitale naturale” dell’azienda (boschi, suoli, flora) generando crediti eco-sistemici.
“Come insegnano i giapponesi, crisi e opportunità sono due facce della stessa medaglia – chiosa il CEO Alberto Fusi – Arillo guarda agli eventi climatici come un’opportunità. Adattamento al cambiamento e mitigazione dell’impatto antropico sono sforzi premianti già dal breve termine. La storia dimostra che sopravvive chi meglio sa adattarsi ai cambiamenti. Arillo con questo programma mette in atto la visione di Urs e Adriana Burkard, che arrivarono in Toscana con il desiderio di firmare vini di qualità, identitari, sostenibili, eleganti“.
Il programma, che verrà coordinato da uno specialista qual è Dario Pettinelli, è scandito da tre fasi. La prima prevede uno studio preliminare condotto dalla SeaCoop di Torino con la collaborazione del dott. Betto Rugani e mirato al censimento e alla misurazione di tutti i parametri di vigne, suoli e boschi aziendali; la seconda fase prevede l’analisi del ciclo di vita della produzione e la misurazione dell’impronta ambientale (Life Cycle Assessment); la terza sarà dedicata alla gestione del capitale naturale al fine di ridurre al minimo la carbon footprint e superare la linea di confine fra debito e credito ambientale.
Nell’avviare questo percorso, Arillo ha scelto di aderire all’Alleanza Siena Carbon Neutral,
ARILLO, I BURKARD E LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA
La storia di Arillo si intreccia nel 2019 con quella della famiglia italo-svizzera dei Burkard. Sono Adriana e Urs, con l’acquisizione delle tenute Terrabianca e Il Tesoro, a cambiare il destino della cantina, mossi dalla voglia di dare vita a un progetto radicato nella storia vitivinicola toscana che punta a diventare un modello contemporaneo di realtà eco-sostenibile.
Per Adriana il legame con la terra e l’ospitalità affondano le radici in Italia, quando ancora bambina accompagnava i nonni materni nello svolgimento delle loro attività nei campi e nelle vigne, osservandoli in cantina durante la preparazione del Lambrusco. È proprio in quei momenti che in lei si sviluppa il profondo rispetto per la terra e per l’arte di coltivarla. Un amore che negli anni è maturato, fino a diventare una ragione di vita. E anche grazie all’esperienza vissuta nella sua famiglia paterna, fondatrice del marchio Zeffirino (brand simbolo della ristorazione italiana nel mondo) che Adriana apprende la cultura dell’accoglienza.
Negli anni, al dinamismo e alla visione progettuale e filantropica di Adriana, si sono unite le spiccate competenze imprenditoriali di Urs, dando vita al progetto Arillo in Terrabianca.