Secondo i dati di Pambianco e PwC presentati al Wine & Food Summit di Milano, è italiano il 20% della produzione globale di vino. Cresce la ristorazione selettiva nel 2021, ma è in negativo la previsione di consumo per il 2022. Consumatori sempre più esigenti.
Con un valore di produzione pari a 11,6 miliardi di euro di cui 7,3 miliardi di export, il mercato del vino italiano è al primo posto nella classifica mondiale di produzione per volumi (20% di quella totale) seguito da Francia e Spagna (14% ex aequo).
Il consumo interno nel 2021 è stato di 4,7 miliardi di euro, in linea rispetto all’esercizio precedente e sono le esportazioni a dare i maggiori risultati al comparto, registrando una crescita aggregata del 4,4% dal 2017 al 2021, anno che registra un’accelerazione del +12,5% rispetto al 2020.
I primi mercati per le esportazioni tricolori sono USA, con il 24% del totale e in crescita di oltre l’11%; Germania, che vale il 16% delle esportazioni seppur registrando un leggero calo del 2,2% e Regno Unito, che pesa oggi per il 10% ma cresce del 30,7%.
Anche il processo di aggregazione e il tema dimensionale sono oggetto di attenzione, in un settore dove le prime 10 aziende fatturano oltre 3 miliardi di euro, pari al 27% della produzione italiana (+12% annuo) anche grazie alle acquisizioni effettuate in questi anni, a dimostrazione del processo di concentrazione in atto.
Per quanto concerne invece la ristorazione selettiva, che vale 16 miliardi nel 2021 (+8% sul 2020) l’Italia si pone al terzo posto per numero di ristoranti stellati dopo Francia e Giappone, con Lombardia (15), Campania (13), Piemonte (12), Toscana (10) e Veneto (10) nelle prime quattro posizioni.
Per il 2022 le attese a bilancio per il consumo italiano sono di un -2% per il vino a 4,6 miliardi (lontani dai 5,2 pre-Covid del 2019) e di un +15% per la ristorazione selettiva a 19 miliardi (rispetto ai 21 pre-covid del 2019).
Sono questi i principali dati emersi alla seconda edizione di Wine & Food Summit, organizzata a Milano da Pambianco con PwC, in cui sono stati presentati una serie di approfondimenti sulle sfide che il settore si trova oggi ad affrontare tra post-pandemia, inflazione, aumento dei costi, guerre e instabilità politica.
CONSUMATORI PIÙ CONSAPEVOLI
Il consumatore post-pandemico si riconferma propenso all’acquisto consapevole: per il 38% del panel cresce la disponibilità a pagare di più per i prodotti locali, premiando anche eventuali certificazioni in etichetta, in particolare per il settore del vino. La ricerca dell’offerta migliore e della consegna veloce favorisce inoltre l’acquisto omnichannel: l’81% dei rispondenti ha affermato di aver comprato in almeno 3/4 canali diversi negli ultimi sei mesi. La sfida per le aziende è rappresentata dunque dalla necessità di servire consumatori sempre più attenti e informati, in un contesto dominato dalla pressione sui costi e dalla difficoltà di approvvigionamento.
Tra le evidenze emerse durante la manifestazione, anche l’esigenza di investire nella crescita dimensionale delle cantine attraverso operazioni di M&A e di consolidamento, oltre che promuovendo la quotazione in borsa delle stesse.
Ecco la presentazione dei dati da parte di Omar Cadamuro, partner PwC Italia.