Vino, primo settore per l’export dell’agroalimentare italiano

di redazione

Un comparto che vale 12 miliardi di euro e che costituisce il il 14% del totale delle esportazioni. L’analisi di Federvini e Ismea.

Con un valore di circa 12 miliardi di euro e un peso del 14% sulle esportazioni totali, quello del vino è il primo settore in termini di export dell’agroalimentare italiano, comparto che, a sua volta, con un valore di 52 miliardi nel 2021, ha guadagnato in media il 5,9% annuo dal 2010, arrivando a rappresentare una quota su scala mondiale del 3%. L’importanza dell’agroalimentare sul totale delle esportazioni italiane di merci è passata inoltre dall’8,2% del 2012 al 10,1% del 2021.

I numeri sono stati diffusi da Federvini e Ismea al recente ‘Made in Italy Summit’ del Sole 24 Ore e Financial Times, tra ombre e luci sul futuro.

Secondo IWSR nel 2019 il consumo di vino nel mercato statunitense è diminuito per la prima volta dal 1994. In crescita gli spumanti e l’e-commerce.

TRA SOSTEGNO E CRESCITA
I nostri imprenditori nel tempo hanno, oltre che venduto, anche insegnato cosa c’è dietro a una bottiglia di vino – ha spiegato Micaela Pallini, presidente di Federvini -. Nell’ultimo anno c’è stato però un attacco a livello globale sui consumi di vino: non sull’abuso, come sarebbe giusto fare, ma proprio sul consumo. E noi siamo quelli che più possono insegnare sul consumo moderato e responsabile, che è parte della nostra cultura. Si tratta di un tema su cui auspichiamo anche l’aiuto da parte del governo in sede europea e di Oms, per evitare danni reputazionali ed economici per l’industria del settore“.

Per Federvini il rischio è che il vino possa uscire dagli accordi di libero scambio per essere inserito tra i prodotti considerati pericolosi per la salute. “Con il vino – ha continuato Palliniesportiamo uno stile di vita italiano, da noi il consumo è soprattutto condiviso e non solitario come in altri paesi, quindi si deve puntare a un bere consapevole e responsabile, in abbinamento con la tavola che fa parte della nostra cultura“.

Sul peso specifico dell’export italiano si è soffermata invece il direttore generale di Ismea, Maria Chiara Zaganelli: “Il ruolo del nostro Paese è molto rilevante nel panorama mondiale, dove siamo secondi solo alla Francia, mentre se si volge lo sguardo alla graduatoria degli esportatori in volume, l’Italia è la prima nazione. La pandemia, l’aumento dei costi e le questioni geopolitiche hanno purtroppo modificato numerosi elementi dello scenario, ma nonostante questo il food&wine italiano sembrava aver trovato un assetto efficace. A ciò si aggiungono i cambiamenti climatici, il tema della sostenibilità, quello della logistica e delle infrastrutture irrigue, ma anche la delicata questione dell’etichettatura e l’evoluzione dei vini dealcolati“.