Brevettata una nuova tecnica che garantisce un maggiore apporto di tannini eleganti colori più intensi al vino.
Al termine di un percorso di studio durato alcuni anni l’enologo Alessio Bandinelli ha brevettato una tecnica che reintroduce l’uso dei raspi in fase di vinificazione, capaci, secondo le parole dello stesso tecnico, “di apportare al vino un alto numero di polifenoli consentendo, nello stesso tempo, di preservarne il colore rosso”.
Di fatto il procedimento prevede che, durante la fermentazione alcolica, si aggiunga al mosto una percentuale variabile, in funzione della qualità e varietà delle uve raccolte, di raspi integri avvolti in sacchi di juta. “I nostri test di vinificazione mostrano come i raspi inducano una modifica del contenuto di tannini dei vini per un’incidenza che arriva fino al 21% – spiega Bandinelli – Solo grazie al preciso e continuo monitoraggio del mosto nel corso della vinificazione, è possibile godere appieno dei lati positivi di questa tecnica, che consente una cessione di polifenoli al vino e garantisce stabilità al colore”.
“Abbiamo sposato appieno l’idea del nostro enologo Alessio Bandinelli che qualche anno fa ci ha proposto di sperimentare, inizialmente su piccole masse, la sua idea di aggiornare la tecnica di vinificazione con i raspi – commenta Saverio Luzzi di Villa La Ripa, azienda che si è prestata alla sperimentazione – Anticamente infatti il vino veniva vinificato con questi, ma successivamente si capì che la loro aggiunta apportava anche caratteristiche negative al vino, per questo motivo si iniziò ad eliminarli con la diraspatura”.