In un’area di 500 metri quadri ricavati nella cantina aziendale a Verona trovano posto attrezzi e macchinari che raccontano la nascita e l’evoluzione del marchio e del suo territorio.
Centotrenta anni di storia racchiusi in un Museo del vino, per raccontare l’evoluzione di un marchio e del suo territorio. Cantine Giacomo Montresor, dal 1892 a Verona, ha inaugurato all’interno della propria azienda uno spazio di 500 metri quadri che raccoglie strumenti, macchinari, testimonianze, immagini e memorabilia che testimoniano il lavoro di generazioni.
Assieme al museo (aperto al pubblico gratuitamente), il presidente Marco Nannetti ha voluto rappresentare la storia aziendale a cavallo di tre secoli anche con un libro, “Cantine Giacomo Montresor: 130 anni di impegno e innovazione, scritto da Valeria Chilese, a cui si aggiungono il rinnovamento del wineshop e una bottiglia celebrativa di Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2012, unendo storia, cultura e territorio.
Il taglio del nastro, alla presenza del presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Christian Marchesini
MUSEO DEL VINO
Sono tre le sezioni che legano la narrazione museale: la storia di Cantine Giacomo Montresor nella liaison con la città di Verona, la tradizione vitivinicola narrata attraverso i suoi “attrezzi” agricoli da inizio Novecento ad oggi, la storia della Valpolicella nella sua interezza: clima, paesaggio, uve, strumenti di vinificazione e soprattutto l’appassimento delle uve e la storia dell’Amarone.
UNA STORIA NATA NEL XVII SECOLO
Gli albori di Cantine Giacomo Montresor risalgono al XVII secolo, quando viene rintracciato il nome Montresor tra i proprietari di alcuni terreni a Bussolengo. Due secoli dopo si arriva a Verona e al “fatidico” 1892, quando Gaetano Montresor e la moglie Rosa intestano al figlio Giacomo un’azienda vitivinicola presente sul territorio. A questa faranno seguito l’acquisto di una osteria in pieno centro a Verona negli anni ’20 e la costruzione, nel 1934, di Cantine Giacomo Montresor in quella che tutt’ora è la sede aziendale.
Le generazioni successive hanno poi sviluppato una realtà che oggi esporta vini in 56 paesi del mondo – su tutti il Canada – e che, dal 2019, porta avanti un percorso di rinnovamento che ha visto la realizzazione di un impianto di imbottigliamento, un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, una bottaia completamente ristrutturata, la nascita del museo e il rinnovato wineshop.
Un’immagine delle sale interne al museo