Scomparsa sul finire dell’anno a 91 anni. Dal 1976 al 1999 guida e anima della storica Fattoria dei Barbi, dopo il passaggio generazionale si era dedicata al racconto di fatti e singolarità di Montalcino.
Era conosciuta a Montalcino e nel mondo del vino italiano come “la Signora del Brunello”, per il contributo determinante suo personale e della sua famiglia al successo del vino montalcinese. Francesca Colombini Cinelli è mancata poche ore prima dell’avvento del nuovo anno e lascia un’eredità importante.
Si è spenta all’età di 91 anni. Le esequie si svolgeranno il 31 dicembre al Santuario della Madonna del Soccorso a Montalcino.
PROTAGONISTA DELLA RIVOLUZIONE AGRICOLA
Francesca Colombini era nata nel 1931 a Modena, dove suo nonno Pio era rettore dell’Università e suo padre Giovanni era avvocato. I Colombini sono famiglia di antiche radici senesi che, nel corso dei secoli, ha avuto varie proprietà a Montalcino con cui ha mantenuto sempre contatti stretti. Qui Francesca Colombini ha trascorso molto tempo da giovanissima, stringendo un legame con la terra e le sue attività.
Ha affiancato il padre nelle scelte dei difficili anni dell’agricoltura post-bellica ed è stata tra i protagonisti della grande rivoluzione dell’agricoltura italiana. Alla morte del padre, nel 1976, Francesca Colombini prese da sola le redini della Fattoria dei Barbi, consolidandola e potenziandone la produzione, mentre ne ampliava gli sbocchi commerciali in scala sia nazionale e internazionale.
Alla guida della Fattoria dei Barbi fino al 1999, ha contribuito da protagonista al successo del vino di Montalcino.
DONNA DI CULTURA
Donna di grande cultura, ha attraversato da protagonista la stagione fertile del Novecento coinvolgendo nelle proprie attività amici tra i più importanti intellettuali e artisti italiani, da Federico Fellini con Giulietta Masina a Enzo Biagi, da Mario Luzi a Mario Rigoni Stern e Sergio Zavoli.
Da quando, col marito Fausto Cinelli, avevano deciso di affidare ai figli Donatella e Stefano la gestione delle aziende di famiglia, Francesca Colombini si è dedicata alla raccolta e al racconto delle storie di persone, fatti, vicende e singolarità di Montalcino, tutti fattori che hanno ulteriormente contributo alla costruzione del “mito” del Brunello.
“È stata una delle prime e più intraprendenti produttrici del Brunello e una figura di spicco di tutta l’imprenditoria enologica italiana, pioniera del vino al femminile”, scrive la figlia Donatella, che in una nota di saluto ha voluto esprimere “gratitudine e rimpianto verso una donna forte e coraggiosa a cui noi figli, i nipoti, il Brunello e tutto il vino italiano devono molto”.
PRIMA DONNA ANCHE NEI RICONOSCIMENTI
Lunghissimo l’elenco delle sue cariche e dei riconoscimenti ottenuti.
Membro dell’Accademia Nazionale della Vite e del Vino nel 1980 e accademica ordinaria nel 1990. Membro dell’Associazione Vitivinicoltori Italiani di Eccellenza (VIDE) dalla fondazione nel 1978 e presidente dal 1990 al 1995. Dal 2004 accademica corrispondente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura di Bologna. Socia dell’Associazione delle Donne del vino fin dalla fondazione.
Nel 1981 ha istituito e condotto per diciotto anni il premio letterario e giornalistico Barbi Colombini, divenuto nel 1999 Premio Casato Prime Donne, di cui è stata finora presidente.
Nel 1985 fu insignita della Gran Medaglia d’Argento di Cangrande della Scala e partecipò, unica donna tra i produttori italiani, alla prima edizione del Wine Experience a New York, aperto a sole cento aziende a livello mondiale.
Nominata nel 1990 Commendatore della Repubblica, nello stesso anno fu la prima imprenditrice di una media azienda a ricevere il Premio Internazionale della Stampa Agricola. Nel 1995 le è stato conferito il Premio Firenze Donna.
All’edizione 2008 di Vinitaly le fu assegnato il Premio internazionale dell’Associazione Giuseppe Morsiani, prima donna ad aver ricevuto il riconoscimento.