Buon 2023 con 36 etichette scelte da Vinonews24

di redazione

Una selezione di suggerimenti dalla redazione di Vinonews24, tra vini inconsueti da scoprire e classici da portare in tavola. Non un ‘best of’, ma un affresco di calici da assaggiare quest’anno.

Vini poco conosciuti o grandi classici da riscoprire nel calice. Ecco una selezione di etichette che le firme di Vinonews24 suggeriscono per dare un abbrivio al neonato 2023. Tra vini inconsueti da scoprire e classici da portare in tavola, la lista non è un ‘best of’, ma un affresco di proposte enoiche da assaggiare quest’anno.

Cheers!

DANIELE BECCHI

Pietro Colla – VSQ extra brut, Metodo tradizionale classico
Figlio della migliore tradizione piemontese, questo metodo classico regala trama fitta e perlage intenso. Un sorso elegante e sobrio, segnato da note di cedro, miele e uva passa. Uno spumante che rifugge la dimensione mainstream per cogliere l’essenza sabauda del fare.

Castello di Bossi – Chianti Classico Gran Selezione 2018
Schiena dritta e spirito sincero caratterizzano questo vino firmato dalla famiglia Bacci, che nel bicchiere ricorda cosa significhi essere un Gallo Nero. Lunghe linee acide e una frutta appassionante si miscelano a speziature ben dosate, per una bevuta tanto semplice quanto profonda.

Poggio al Grillo – Rosatico 2021 Toscana Igt
Per chi crede che il vino sia scoperta, questo aleatico in rosa è la scelta, grazie a una bocca che nel richiamare l’ampiezza organolettica del vitigno la rilegge in versione secca. Eccellenti ghirigori di frutta e fiori prendono forma su una parete minerale, per un aperitivo di classe, ma senza impegno.

GIAN OMAR BISON

Cantina San Paolo – Sanctissimus 2017, Alto Adige Pinot Bianco Riserva Doc
Le viti piantate su una collina d’estrema esposizione a Missiano con i 120 anni di età media formano uno dei vigneti più antichi dell’Alto Adige. Terreno calcareo e glaciale tra i 350 e i 400 etri. L’uva viene raccolta a mano con una resa estremamente bassa, viene macerata e fermentata in anfora per alcuni mesi e affina in botte grande di rovere di Appiano. L’annata 2017 regala un’esperienza aromatica complessa e si sviluppa al palato molto denso e minerale. Giallo paglierino vivace e consistente. Di grande intensità e complessità olfattiva, con note di mela matura e profumi speziati e di salvia. Al palato è pronto, quasi robusto, avvolgente, fine e persistente. Lungo avvenire davanti

Tenuta Collazzi – Toscana Rosso Igt 2019
È un vino robusto, opulento, elegante. Il colore è rosso rubino, parzialmente purpureo, limpido. È un vino consistente al calice che al naso si rivela fine, intenso e complesso. L’aroma e prevalentemente fruttato di mora, fragoline di bosco, frutti di bosco, prugna e susina essiccata al quale si aggiunge un lieve sentore di rosa rossa, noce moscata, cioccolato bianco e pure minerale, gessoso. In bocca è secco, caldo e morbido. Buona freschezza, tannicità e sapidità. Complessivamente un vino equilibrato, fine, intenso e abbastanza persistente; di gran beva e piacevolezza. È armonico per quanto sia un vino pronto ma non ancora maturo, con anni di evoluzione davanti. Accompagna brasati e stracotti di manzo, filetto al pepe verde, stinco di maiale al forno con patate.

Fonzone – Fiano di Avellino Docg 2021
Prodotto con uve fiano provenienti dalla tenuta situata nel comune di San Potito Ultra a 500 metri, da uve maturate su terreno argilloso-sabbioso, il fiano viene vinificato con macerazione in anfora e in acciaio. Giallo paglierino brillante, al naso è pulito, elegante, delicato. L’aroma è fruttato e floreale, di erbe aromatiche e note mediterranee. Lungo in bocca, ammandorlato nel finale, fresco, sapido con una struttura importante, fine ed equilibrato. Si abbina a pesce salsato, crostacei alla griglia, pasta al ragù di carni bianche, coniglio alla cacciatora.

FEDERICA BORASIO

Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle – Magnetite 2019, Metodo Classico extra brut
Da uve priè blanc in purezza, uno spumante che ha la particolarità di essere affinato nelle gallerie di magnetite delle miniere più alte d’Europa. Nel calice ha un bel colore oro e perlage finissimo. Ha naso ricco di lieviti e frutta, con sentori agrumati alternati a note di gesso e pietra pomice. In bocca è un gioco di freschezza e acidità, che sostiene il sorso e incontra una piacevole sapidità sul finale.

Tenute Tozzi – Tantalilli 2020, Albana secco Romagna
Un Albana da manuale quello firmato dalla “Sbarbatella” Virginia Tozzi, giovane vignaiola che mette in bottiglia un vino di grande bevibilità e piacevolezza. Da uve 100% albana raccolte a mano, ha colore giallo dorato e naso ricchissimo che alterna fiori e frutti, albicocca su tutti, a note di erbe aromatiche e macchia mediterranea. Il sorso è fresco e tannico, con una bella polpa che lascia spazio a sensazioni più sapide e minerali.

Deltetto – 777 Langhe Pinot nero 2019
Da uve pinot nero in purezza, viene lasciato macerare con le proprie bucce a cappello sommerso per 30 giorni e matura in botti e barriques di rovere per circa 18 mesi. Nel bicchiere si presenta di un bel rosso rubino e sprigiona profumi di piccoli frutti rossi croccanti. In bocca è fresco e strutturato, con un’acidità che pervade il sorso accompagnandolo verso una chiusura profumata e persistente.

ANTONIO CIMMINO

Cesarini Sforza – Aquila Reale Riserva 2021, TrentoDoc
Spumante simbolo del blasone Cesarini Sforza, che non a caso riprende nel marchio dorato lo stemma della città di Trento, l’Aquila Reale Riserva nasce nel 1986, ma è solo dal 2001 che diviene un vero e proprio cru, accentuando struttura, eleganza, potenza e finezza. Infatti Il vigneto di Maso Sette Fontane, da cui provengono le uve di chardonnay, si trova ad un’altitudine di 500 metri in Valle di Cembra su terreni di matrice dolomitica. Sono poi la permanenza sui lieviti per 9 anni e il riposo in cantina per 6 mesi a fare il resto.
Giallo paglierino e screziature dorate che riflettono la freschezza e la tenuta nel tempo di quest’annata. L’intensità olfattiva richiama una dolce frutta a polpa gialla, una leggera speziatura boisé e un finale vivamente agrumato. Il sorso è ricco, potente, ma supportato da grande finezza ed eleganza e piacevole sapidità. Il finale, molto persistente, chiude su fresche e vibranti note balsamiche.

Kellerei St. Michael-Eppan – Appius 2018, Alto Adige Doc
È il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. La nona edizione della cuvée è creata con selezioni che rappresentino al meglio l’annata 2018 e il lavoro dei 320 soci viticultori. Nella composizione predomina lo chardonnay (52%) a cui si aggiungono il pinot grigio (20%), il pinot bianco (15%) ed il sauvignon blanc (13%) da parcelle tra 500 e 700 metri di quota. Dopo la fermentazione e l’affinamento in barrique o tonneaux, assemblaggio dopo un anno e ulteriore affinamento sui lieviti per tre anni in acciaio.
Un percorso lungo nove anni che va nella direzione di una verticalità più accentuata, una maggiore spinta acida e lunghezza, una puntigliosa eleganza e un’armonia ritrovata dove finalmente il passaggio in legno non è invadente e ovviamente ha la longevità come marchio di fabbrica. È un SuperSüdtiroler con la potenza di un Meursault, l’eleganza e finezza di un Puligny-Montrachet e la persistenza di uno Chassagne-Montrachet.

Cantina Roeno – Enantio Riserva 1865 2017, Terradeiforti Doc (pre-fillossera)
L’enantio, vitigno autoctono, è più unico che raro. Le prime testimonianze sono nel ‘Naturalis Historia’ di Plinio il Vecchio, ma solo nel 1991 prende avvio un progetto di valorizzazione, conoscenza e riscoperta di questa varietà. Nato sul (non) confine tra le province di Verona e Trento, l’enantio ha resistito alla fillossera e non è mai uscito dalla sua valle d’origine, tanto che oggi risulta imparentata solo con alcune viti ancestrali originarie del Monte Baldo.
Nel nome del vino di Cantina Roeno c’è l’anno di impianto del vigneto storico di enantio da cui provengono le uve per produrre questo vino. Da sempre contraddistinto da longevità, robustezza, resistenza e fresca acidità, affina 18 mesi in tonneau di rovere francese e poi in bottiglia.
Alla vista si presenta di un elegante e luminoso vestito rosso rubino intenso. L’olfazione è complessa, intensa, varia dalle sensazioni agrodolci di frutti di bosco e liquirizia, fino ad arrivare alla caratteristica nota speziata di pepe nero e chiodi di garofano, chiude su una fresca nota mentolata. Al palato rivela il suo carattere gagliardo, vivo e a tratti spigoloso, con la sua memoria ancestrale che si ripropone. Sorprende per persistenza e per l’equilibrio raggiunto tra un’acidità ben gestita ed una trama tannica avvolgente.

ANDREA GUOLO

Marco De Bartoli – Vecchio Samperi Perpetuo 2016
Cos’altro si può scrivere su questo capolavoro della nostra enologia? Del Vecchio Samperi è stato detto e scritto tutto, non resta che degustarlo e qui arriva la sorpresa: è un vino duttile, generalmente viene proposto per accompagnare i dolci ma è perfetto con formaggi stagionati, carni brasate, crostacei e ostriche.

Mailly – Blanc de Pinot Noir
Uno champagne non può mancare… e il Blanc de noirs Grand Cru di Mailly (esauritissimo, come molti altri purtroppo!) è stata una delle più belle esperienze provate nel 2022. Siamo nella valle della Marna, un paradiso per il Pinot noir, che qui è in purezza. Ha tutto: freschezza, acidità, frutta gialla al naso, frutti rossi in bocca. Se siete in due, conviene ordinare la magnum…

Arba Wine – Lagyl Arba Saperavi
Tutto mi sarei immaginato di degustare in Alta Badia, ma non un vino kazako. È accaduto invece all’hotel Marmolada di Corvara, dove l’Enoteca Toccami offre tante “chicche” imperdibili tra cui è comparso, quasi per gioco, questo 100% saperavi degustato alla cieca con l’indovinello di rito: “Da dove arriva?”.

GIAMBATTISTA MARCHETTO

Chateau Gombaude-Guillot – Pom ‘N’ Roll 2019
Chi l’ha detto che i vini da una denominazione blasonata come il Pomerol non possano essere scanzonati e divertenti? E chi l’ha detto che i bordolesi siano per forza noiosi? Ecco un blend di merlot, cabernet franc e malbec che gioca sul meglio dei tre vitigni, lasciandone trasparire le peculiarità senza coprirle con il legno, ma affinando in anfora dai 12 ai 15 mesi. Fresco e polposo, vegetale quanto basta a scivolare su una balsamicità mediterranea. Da bere a sorsate.

Niepoort – Voyeur 2021
Una casa vinicola con oltre un secolo e mezzo di vita, una lunga tradizione nel vino fortificato e un mercato internazionale per i suoi Porto. E poi un “gioco”, ma fatto bene. Voyeur è un vino frutto di uve da vigneti in alta montagna di 40-50 anni, fermentate e macerate in vasi di terracotta da mille litri per mesi. L’uvaggio è il cosiddetto ‘vineyards blend’ e si compone di uve a bacca bianca e rossa, senza bisogno di specifica, perché quello che importa è la “complessità del loro impasto”. Per un vino che viene da un’area – il Douro – dove prevale uno stile legnoso e vecchio, un vino divertente che stupisce già nel calice… e poi si fa bere col sorriso.

Mancinelli e Marotti Campi – Lacrima di Morro d’Alba Doc 2000
Non è un vino in commercio e non è un vino per tutti. È però un vino che tutti possono scoprire, se hanno la fortuna di incappare in una bottiglia di oltre vent’anni di un vitigno “incompreso” qual è la Lacrima. Consumato normalmente da giovanissimo, è in realtà vittima di infanticidio e richiede invece tempo e pazienza per dare il meglio di sé. L’assaggio della Lacrima annata 2000 di Stefano Mancinelli e di Marotti Campi (come anche di Lucchetti) è un privilegio che fa scoprire la stoffa di un grande vino, ottimo in abbinamento con la cucina dei colli maceratesi.

LUCIA IMMACOLATA MIGLIACCIO

Vitematta – Radice Etrusca 2019, Spumante Asprinio Doc Aversa Millesimato extra brut
Performance di tutto rispetto per questa piccola realtà curata con grande dedizione e capacità da Vincenzo Letizia. “Vite” come le alberate aversane che arrivano a superare dieci metri di altezza e “matta” perché sono incluse nell’organico “persone ai margini”, questa azienda è simbolo di rivincita e rinascita su terreni confiscati alla camorra. In particolare, lo spumante Radice Etrusca dimostra le grandi potenzialità dell’asprinio. Paglierino brillante con i riflessi dell’oro e perlage persistente, al naso i riconoscimenti spaziano dai fiori bianchi alla frutta a polpa gialla dell’agrume amaro. L’assaggio è teso, vibrante con buona corrispondenza gusto-olfattiva ed efficace sinergia tra freschezza e sapidità. Finale lungo su fondo intensamente agrumato e sapido.

Casa Setaro – 61-37 Contradae 2019, Vesuvio Bianco Dop
Racconta l’unicità del Vesuvio questo vino, interamente ottenuto da vecchie viti a piede franco in Contrada Bosco del Monaco. Non menzionabile in maniera esplicita in etichetta, Massimo Setaro per identificare il luogo è ricorso all’escamotage della Smorfia Napoletana secondo cui il numero 61 rappresenta il Bosco, 37 il Monaco. Ottenuto dalla vinificazione dei vitigni allevati da contadini fin da inizio Novecento, veste un giallo paglierino lucente. Espressione del territorio, il naso è sottile ed elegante, estremamente fresco di erbe mediterranee e accenni iodati. Al sorso spicca per la vibrante freschezza e tensione mentre un’eccellente scia sapida sorregge il sorso e lo conduce ad una appagante persistenza.

La Sibilla – Vigna Madre 2020, Piedirosso dei Campi Flegrei Doc
L’amore e lo scrupolo che la famiglia Di Meo mette quotidianamente nel proprio lavoro curando ogni minimo dettaglio dell’azienda, si fa notare e apprezzare. Quest’anno il ruolo da protagonista è interpretato con successo dal Vigna Madre, piedirosso proveniente da un vigneto di circa 90 anni di età. Rubino vivace e luminoso, sentori netti di frutti rossi aprono l’olfatto uniti a eleganti sbuffi di ribes nero e viola di campo. La bocca è agile, decisa, ritmata da una freschezza espressiva che si muove in armonia con il corpo.

ELENA MORGANTI

P. Ferraud & Fils – L’Entreroches, Pouilly-Fuissé Aop 2021
Forse “passe-partout” è davvero una delle maniere migliori per definire questo vino. Polpa, sinuosità, un ottimo bilanciamento tra il corpo e l’acidità del vino, scorrevolezza. Uno di quei vini che soddisfano senza stancare e che verrebbe voglia di bere per aperitivo come a tutto pasto. Proprio buono.

San Martin – Erbaluce di Caluso 2020
Quella di San Martin è una storia molto bella di due giovani – Alberto Mancusi e Julieta Escobar – che decidono di investire nei vini del canavese e, nello specifico, a Moncrivello, in provincia di Vercelli. Qui producono il loro Erbaluce, dal bouquet che chiama le erbe officinali. Il palato è sapido e intenso, con sfumature di erbe essiccate e camomilla. Un sorso che si fa più profondo col passare del tempo. Da provare anche il loro Canavese Doc, prodotto da una vigna di 55 anni.

Franchetto – Lessini Durello Doc Riserva Metodo Classico 2014 (72 mesi sui lieviti, sboccatura marzo 2021)
Franchetto sta diventando una piccola certezza in fatto di bollicine. La piccola azienda di Terrossa di Roncà (Verona) coltiva l’uva durella a Vestenanova, tra i 550 e i 600 metri sul livello del mare. Al naso il Lessini Durello Doc Riserva Metodo Classico rivela toni fumé e sbuffi di gesso. Al palato è una lama. La bolla ariosa porta con sé sale, riverberi citrini e pepe bianco. Il finale è lunghissimo, tra ritorni affumicati e agrumati. Da assaggiare.

VALENTINA POZZA

Domaine Sigalas – Assyrtiko 2021
L’assyrtiko è l’interprete principale di Santorini, varietà autoctona più rappresentativa.
I vigneti di Domaine Sigalas hanno oltre 60 anni e sono stati impiantati su terreni poveri, ma di grande complessità.
Il bicchiere fa immediatamente scoprire la terra vulcanica e il Mediterraneo con la sua spiccata mineralità e l’agrume accompagna nella degustazione. Il profilo aromatico è sottile e raffinato, con note di buccia di lime e pompelmo assieme alla frutta a polpa bianca. Al naso si percepiscono anche erbe aromatiche mediterranee come il timo e sentori di pietra focaia. Al palato è fragrante e intenso con una buona acidità che aiuta a scoprire i sapori e a portare freschezza. Finale duraturo con caratteristiche minerali tipiche della varietà.

Cantina Santa Barbara – Animale Celeste 2021, Marche Igt
È un bianco che difficilmente si dimentica. 100% sauvignon blanc, Animale Celeste si può considerare una tipica espressione di questa varietà. Al naso un’esplosione di profumi che inebriano: pesca matura ma peperone verde e foglia di pomodoro hanno la meglio all’esame olfattivo. Note di salvia e geranio completano con l’ultima pennellata questo quadro aromatico. Il sorso è scorrevole, con una freschezza e una morbidezza piacevoli. L’influenza dell’Adriatico si trova nella mineralità e sapidità di questo sauvignon blanc. Finale che persiste e avvolge il palato.

Viña Montes – Purple Angel 2018
Benvenuti nella Valle di Colchagua. Viña Montes è una delle cantine più importanti della zona e tra le più belle al mondo. Qui riprende a vivere il carmenere, varietà che si era quasi praticamente estinta in Sud America. Purple Angel ne rappresenta una nuova dimensione: 92% carmenere e 8% petit verdot, è stato riconosciuto come uno dei migliori rossi del Cile.
Di un viola ricco con qualche riflesso granato, il naso è estremamente elegante con aromi fruttati di bacche nere come mora e mirtillo che lasciano spazio poi a sentori più densi e concentrati di prugna essiccata, ciliegia matura e ribes. L’affinamento in botti francesi aggiunge note tostate e spezie dolci. In bocca è voluminoso con una buona struttura tannica. Il palato segue la frutta scura prima di lasciare spazio a cuoio, cacao e note balsamiche.

STEFANO SCHETTINI

Lis Neris – Gris 2018, Pinot Grigio Friuli-Isonzo Doc
Questo pinot grigio è certamente un bianco friulano d’eccellenza, che in vent’anni non ha mai deluso. Il suo colore giallo dorato intenso, decisamente brillante, lo annuncia come un piccolo tesoro. Al naso rivela delle note di frutta esotica e di silice in grande armonia tra loro. Al palato è rotondo, lungo, persistente. Perfetto per accompagnare dei piatti vegetariani, delle paste o dei risotti, così come dei pesci grassi o delle carni bianche. Eccellente come piccola gratifica di fine giornata.

Domaine Sulauze – Pomponette 2021, Coteaux d’Aix en Provence Aop Rosé
Eccellente vino rosé della Provenza che esprime in ogni sua caratteristica le proprie origini. Il colore brillante, con delle sfumature rosa antico, ricorda i colori del tramonto sul mare. Al naso è articolato, con dei sentori di pesca bianca, d’agrumi e di melone, un melange sofisticato dei potagers di Aix. In bocca è fresco, con una gradevole acidità e bella persistenza. Ottimo per accompagnare frutti di mare, pesce o carni bianche, i piatti della cucina provenzale e nizzarda.

Bertani – Valpolicella Ripasso Valpantena Doc 2019
Finalmente un Valpolicella Ripasso che conserva le caratteristiche tipiche di questo vino, ormai tristemente inflazionato. Un colore rosso rubino intenso, avvolgente, una consistenza nel bicchiere che promette ampiezza di profumi e un palato vellutato. Il bouquet è intenso ma nobile, piccoli frutti di bosco che cercano di sbarrare il passo alla marasca, alla prugna e a sentori si spezie pregiate. In bocca l’attacco è ampio e corposo, con tannini morbidi, ma con una bella freschezza che pulisce la bocca. Ideale da abbinare con piatti di carni rosse e in particolare con la selvaggina di pelo, che saprà accompagnare con eleganza.

EUGENIA TORELLI

Santa Tresa – ‘O’ di Santa Tresa 2020
La “O” sta per “orisi”, un vitigno-reliquia siciliano estremamente, recuperato e reimpiantato in un vigneto sperimentale nella tenuta di Santa Tresa. Solo 1.523 piante da cui, con la vendemmia 2020, sono state prodotte le prime 2mila bottiglie. L’assaggio resta impresso. Al naso lascia già intuire una rusticità che poi il sorso conferma. Apre su aromi erbacei, prugna, cassis e una sensazione di radice di liquirizia appena spezzata. Al palato è pepato, quasi piccante, con un’acidità che si protrae fino alla fine del sorso, assieme a una tannicità lieve e compatta. Una sfumatura amaricante sul finale.

Girlan – Flora, Chardonnay Südtirol Alto Adige Doc 2020
Quanti feticisti del calice sceglierebbero uno chardonnay di fronte a una serie di vini bianchi italiani? Pochi. E invece qui c’è la dimostrazione che, tra vitigni autoctoni, affinamenti e macerazioni fantasiose, alla fine vince sempre chi il vino lo sa fare bene. Non ci sono grassezze o alcolicità imponenti nello chardonnay della linea Flora di Girlan. Ci sono, al contrario, corpo e frutto quanto basta e un sorso fresco, facile da apprezzare, ma soprattutto da bere. Di questi tempi non è scontato.

Montenidoli – Carato 2019
Non c’è niente da fare, i vini di Montenidoli sono un volto che individui in mezzo alla folla. Le diverse etichette di vernaccia hanno tutte quel sorso compatto, che scorre sulla lingua come velluto, senza bisogno di sapidità eccentriche. Come quelle persone che non giudichi dal volume della voce ma dalle parole. Il Carato è un pezzo da novanta. Sono tante le sfumature aromatiche che regala, come le sensazioni al palato. Puoi attenderlo nel tempo o contemplarlo subito, avrà sempre qualcosa di interessante da dire.

ANTONIO TOSI

Villa Bellini – Centenarie 2015 Amarone della Valpolicella Classico Docg
Un amarone dal taglio contemporaneo, capace di tenere il confronto con una cucina solida di carne, ma anche di accarezzare il palato senza stancare. Corpo e tannino, ma anche eleganza. Le note di frutta si mescolano al tabacco, la dolcezza in sottofondo è compensata dalla sapidità.

Palmento Costanzo – Mofete, Etna Doc Rosato 2019
Palmento Costanzo è una realtà interessante della denominazione etnea e il Mofete è un rosato che ben esprime l’anima della propria terra. Al naso gioca sui sentori erbacei e aciduli, visciola, ribes, tocchi floreali, toni fumé. Al palato si presenta ampio, con un sorso fatto di sale e ricordi aranciati. Il tannino regala una carezza che accompagna il finale, lungo e agrumato.

Fattoria di Fibbiano – Ceppatella, Terre di Pisa Sangiovese Doc 2013
Volete vivere l’esperienza di una vigna centenaria? Questo sangiovese ve la regala e vale la pena. Corpo flessuoso, nonostante i tannini siano ben presenti, scopre un elemento balsamico che richiama il Mediterraneo.