Ecco la top ten delle etichette più vendute nel locale aperto da Massimiliano Balestreri, già patron dell’enoteca El Buscia, e Silvia Vecchione. La più gettonata è quella di un Bordeaux 2016, a seguire uno Champagne e un Madiran.
Il sogno degli appassionati di vini francesi si è concretizzato a Milano. Da ottobre, in via Raffaello Sanzio, è attivo un locale che offre esclusivamente etichette transalpine. Si chiama Millésime 1990 e rappresenta la nuova iniziativa imprenditoriale di Massimiliano Balestreri, già patron dell’enoteca El Buscia (specializzata in Champagne), e Silvia Vecchione.
Il locale, distribuito su due piani, è dedicato alla vendita e alla degustazione in abbinamento a piatti tipici (lo spazio dispone di circa 40 posti a sedere, di una saletta per momenti di degustazione più intimi e di un dehor), naturalmente anch’essi della Francia, partendo dalla volontà di scardinare l’idea dei vini francesi come prodotti inavvicinabili per il consumatore medio.
Per arrivare a offrire etichette di qualità, al giusto prezzo e alla portata di tutti, la soluzione era soltanto una: diventare importatori, saltando un passaggio di filiera (quello dell’importatore/distributore) e scegliendo i vigneron che fossero più in linea con le esigenze di Millésime 1990 e dei propri clienti. Ed è quel che Balestreri e Vecchione hanno fatto.
A questo lavoro di ricerca territoriale, svolto dall’Alsazia ai Pirenei, si è aggiunta una selezione mirata di prodotti più noti al consumatore, nel rapporto di un 90% di vini di diretta importazione e di un 10% di pura distribuzione al dettaglio. L’obiettivo è arrivare a un’offerta complessiva di 400 etichette e non siamo troppo distanti dal raggiungimento.
La parte del leone spetta naturalmente agli Champagne, che svettano per numero di referenze davanti a Bordeaux e di Borgogna, ma non mancano le sorprese e non solo in termini di offerta, ma anche nella top ten dei vini più richiesti, in questo primo trimestre di attività, da parte della clientela milanese. Ecco dunque la top ten, partendo dalla decima posizione per arrivare in vetta.
10. Domaine de la Fouquette, Côtes de Provence, Rosée d’Aurore
La stagione non è la più adatta per il consumo dei rosati fermi, ma la categoria sta riscontrando un successo tale da aver smarcato la vendita anche durante il Natale. Questa cuvée rosa è il prodotto d’ingresso dell’azienda bio Domaine de la Fouquette, la bottiglia esce a meno di 20 euro ed è particolarmente apprezzata per il suo finale sapido, che ricorda l’estate provenzale.
9. Château De La Bonneliere, Valle della Loira, La Chapelle
Questo produttore è considerato il pioniere dell’agricoltura bio nella Loira. La Chapelle realizza etichette da piccole parcelle e vinifica in legno grande. Attacco fruttato, finale lungo, tanta voglia di un secondo calice.
8. Sancerre 2019 Cuvée Lucien, Valle della Loira, Domaine Raimbault-Pineau
Cuvée da Pinot nero, matura in botti di rovere della foresta di Bertranges ed è il Sancerre più gettonato tra quelli offerti nello store di Millésime 1990. Al naso ciliegia, ribes nero, liquirizia con un leggero sentore di tostato. Molto duttile in abbinamento, dalle carni rosse al risotto di pesce.
7. Le Couchant, Champagne, Odyssée 319 Grand Cru Blanc de Blancs Brut
Il progetto Odissee 319 è stato lanciato da Olivier Bonville per esplorare i 319 villaggi della Champagne nei quali si produce la grande bollicina francese. Questo blanc de blancs è l’espressione del villaggio di Avise (côte des Blancs, terra di Chardonnay) ed è l’ideale per gli appassionati dello Chardonnay cremoso, burroso all’attacco e fresco,pulito e “limonoso” in finale.
6. Domaine du Vieux College, Marsannay, Les Clos du Roy
Siamo in Borgogna, Côte de Nuits (Marsannay), e naturalmente parliamo di Pinot nero. Quello di Domaine du Vieux College si distingue per la forte presenza di frutti rossi (lampone, ciliegia) e per il suo lungo finale balsamico.
5. Eblin Fuchs, Crémant d’Alsace, Brut Nature
A proposito di bollicine alternative, ecco un Crémant alsaziano a dosaggio zero, spumante bio che fa 40 mesi sui lieviti ed è ottenuto da un blend di Chardonnay, Pinot bianco, Auxerrois e da una percentuale minima (1%) e non dichiarata in etichetta di Pinot nero. Perfetto da aperitivo.
4. Domaine Vocoret et Fils, Chablis Premier Cru, Les Forets
Una vera scoperta, fatta da Massimiliano e Silvia girando in lungo e in largo la denominazione di Chablis in Borgogna. Questo produttore sta performando molto bene nel loro store, con vendite più significative rispetto a nomi più noti di Chablis. Pulizia e freschezza tipiche del vino, all’attacco una sensazione di miele che lo rende più morbido.
3. Famille Laplace, Madiran, Château d’Aydie
Entriamo nella top3 con un’etichetta proveniente dai Pirenei. Da uve Tannat in purezza, la famiglia Laplace propone questo Madiran da 14,5 gradi alcolici che non lasciano il segno, con un finale speziato, lungo e persistente. Elegante, potente e “beverino” al tempo stesso. Un classico dei vini del sud-ovest della Francia e fiore all’occhiello di questa tenuta.
2. Henriet-Bazin, Champagne Brut Nature, Gaston & Louise Premier Cru
Al secondo posto dei best seller troviamo quest’assemblaggio di Pinot nero e Chardonnay realizzato da una maison che rappresenta il risultato dell’unione tra le famiglie Henriet e Bazin, con vigneti presenti rispettivamente a Verzenay e Villers-Marmery. Si tratta di un Brut Nature che prende il nome dai fondatori, Gaston Henriet e Louise Bazin. Cuvée ricca, elegante (anche nell’etichetta), complessa e dotata di una bella struttura, grazie all’utilizzo di quote significative di vini di riserva.
1. Château La Rose Perrière, Lussac Saint-Emilion,
In vetta troviamo un Bordeaux, proveniente dal borgo medievale di Saint-Emilion. Château La Rose Perrière è il vino simbolo dell’omonima tenuta, che appartiene a una famiglia dotata di una duplice competenza: sono vignerons e tonnelliers, perché nel 2003 la proprietà è stata acquisita dal celebre bottaio Jean-Luc Sylvain. Assemblaggio di Merlot e Cabernet franc, un bel frutto all’attacco e un finale speziato lungo, il legno c’è ma con eleganza e senza coprire le caratteristiche del terroir.