Bottiglie più leggere e materiali meno impattanti, in direzione delle zero emissioni di carbonio entro il 2050.
Lo champagne abbraccia la filosofia eco-friendly e con l’ultima Champagne winegrowers’ AGM, lo scorso dicembre, ha lanciato l’obiettivo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050.
Packaging e bottiglie meno appariscenti e meno pesanti sono tra i primi focus dei produttori. Così, la sensibilità sempre maggiore nei consumatori sta introducendo un cambiamento nella produzione delle bottiglie, alleggerite da 900 a 835 grammi di peso (per una riduzione del 20% dell’impronta di carbonio), oltre che delle confezioni in materiale sempre più sostenibile e meno “sontuose” che in passato, come riporta la testata francese di settore Vitisphere.
Tra gli apripista, la maison Ruinart con la confezione regalo ‘second skin’ (in copertina), così chiamata per la capacità di seguire perfettamente le curve della bottiglia: 100% carta, 100% riciclabile, nove volte più leggera delle precedenti confezioni regalo e, stando all’azienda, in grado di ridurre l’impronta di carbonio del 60%. Lanciata nel 2020 grazie a un finanziamento di circa 1 milione di euro e dopo un lungo lavoro di ricerca, la nuova confezione è stata applicata all’intera gamma Ruinart. Da allora, molte altre case hanno seguito l’esempio, come Palmer a Reims, la cui etichetta Amazone sfoggia ora una custodia FibreForm con carta malleabile che consuma meno risorse in fase di produzione, può essere riciclata e compostata industrialmente, e soprattutto riduce del 27% il peso dell’imballo (compreso il flacone). Altri, come Telmont, parte del gruppo Rémy Cointreau, hanno deciso invece di eliminare del tutto l’imballaggio e ora rilasciano le loro bottiglie in semplice carta velina.