Bisogna partire dal colore bianco per parlare dell’Albugnano, vino ancora poco conosciuto ma dalle potenzialità interessanti che mutua il suo nome da quella Vallis Albignana presente in Piemonte già nel XII secolo e dalla radice “albus” utilizzata per indicare la particolare conformazione del suo terreno, di colore bianco appunto.
Una denominazione che prende forma in una ristretta area del Monferrato nord-occidentale, fra i comuni di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino d’Asti, dove le colline superano i 400 m slm e le altitudini superiori alla media, unite alla presenza di boschi che favoriscono temperature più fredde, creano le condizioni fondamentali per le esigenze del nebbiolo, vitigno principe di questa doc che può contare sulle interpretazioni di 16 produttori riuniti dal 2017 nell’associazione Albugnano549.
Tra questi, ad offrire una delle letture più interessanti è Tenuta Tamburnin, socio fondatore dell’associazione e realtà di riferimento delle sorelle Claudia, Elena e Valeria Gaidano che a Castelnuovo Don Bosco estende la sua proprietà su 20 ettari di terreno, di cui 9 a vigneti, 2 a noccioleti e i restanti occupati da boschi, prati e un orto di piccole dimensioni per l’autoapprovvigionamento. Passione e amore per la terra sono i tratti che da sempre animano l’attività di questa famiglia, che si avvale dal 2014 della collaborazione dell’enologo Giampiero Gerbi e che dal 2020 è certificata biologica, pur operando da sempre nel segno della sostenibilità.
DALLA VIGNA ALLA CANTINA
Peculiarità di Tenuta Tamburnin, situata in una terra di confine nata dall’incontro di tre differenti terroir (gessi, sabbie marine e marne di Sant’Agata dal colore ocra) è quella di riunire i suoi 9 ettari di vigneti – molti dei quali di oltre 40 anni – in un corpo unico, a circa 300 m s.l.m, creando intorno all’azienda un teatro naturale su cui sono impiantati i vitigni tipici del territorio: freisa, malvasia, bonarda, barbera e nebbiolo oltre a una piccola parte di vitigni internazionali. Il sistema di allevamento è in contro spalliera con potatura a guyot e la vendemmia è manuale. Le scelte adottate in vigna determinano rese molto limitate a beneficio del prodotto finale.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Ultimo nato di casa Gaidano è l’Albugnano Biologico “Carlin” 2021, che nasce nei due vigneti più giovani della tenuta e che la stessa proprietà ha definito “Un’elegante leggerezza dopo questi anni difficili”. Il nome è scelto come dedica a Carlo, figlio della titolare Valeria. Tre etichette per un unico vino contraddistinte da diverse colorazioni a indicare i tratti più identificativi di questa realtà: verde, come la perseveranza in vigna; rossa come il vino; azzurra come il cielo e la volontà di guardare lontano.
Albugnano biologico “Carlin” 2021
Uvaggio: 100% nebbiolo
Vinificazione: in solo acciaio
Ha colore rosso rubino vivace e naso che rivela note di petali di rosa e frutti rossi seguite rimandi di pietra pomice. Il sorso è asciutto, fresco e di struttura, sorretto da una acidità equilibrata che al palato ritrova il frutto e si chiude con una piacevole tensione tra sapidità e mandorla.