Maggiore autenticità nel bicchiere e un’attesa crescente per l’approvazione delle Pievi segnano l’Anteprima 2023 della Denominazione green d’Italia.
Ridurre, ridurre, ridurre. È questa l’eco che si muove tra le vie della (enologicamente) rossa Montepulciano, dove i confini di quell’esperienza chiamata sostenibilità si spostano senza sosta, finendo ben dentro l’ambito sociale e lavorativo. Significativo peraltro che a farlo sia un territorio – perché a Montepulciano si parla di territorio – che potrebbe adagiarsi sulla propria bellezza. Ridurre l’uso di prodotti non più necessari grazie alle nuove conoscenze. Ridurre l’impatto del ciclo produttivo sull’ambiente. Ridurre le diseguaglianze sociali, riversando la crescita nella società circostante. Ridurre l’uso dei legni, lasciando libero il prugnolo gentile di raccontare sé stesso.
NOBILE E SOSTENIBILE
Della sostenibilità sappiamo che è un obiettivo strategico per il territorio poliziano, perseguito fin dagli anni Ottanta e che annovera tra le sue tappe il progetto ‘Carbon Footprint’ e la recente certificazione Equalitas del Vino Nobile di Montepulciano Docg, la prima denominazione italiana a ottenerla.
Un percorso che dimostra le convinzioni dei vari operatori di territorio, disposti a investire in una sostenibilità che, a Montepulciano, peraltro non si limita ai temi ambientali ma investe anche i rapporti economici e sociali. A pensarlo anche lo stesso sindaco del borgo, che ha confermato la comunanza di intenti tra l’amministrazione comunale e il Consorzio. A sostenerli la spinta offerta da una base sociale che, come conferma una recente indagine consortile, è convinta del percorso intrapreso. Il 98% dei soci intervistati ha infatti ridotto i trattamenti convenzionali in vigna, l’84,4% ha investito (negli ultimi cinque anni) in formazione, quasi il 70% ha scelto l’agricoltura biologica, il 3% quella biodinamica, e il 59% ha adottato pratiche legate all’agricoltura integrata. Tutti hanno inoltre ridimensionato l’utilizzo di fitofarmaci e fitosanitari in campo.
Il 69,7% degli intervistati ha poi messo in atto pratiche di riduzione delle risorse idriche e il 97% ha investito nella salvaguardia della biodiversità. Il 75,8% ha avviato pratiche di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e organizzato il riciclo degli scarti di produzione (72,7%). Il 78,8% delle cantine è poi convinta che essere sostenibili garantisce vantaggi anche in materia di comunicazione e promozione, mentre la quasi totalità (97%) ritiene, con le attività predette, di aver rafforzato la denominazione.
PATRIMONIO ENOICO DA UN MILIARDO
Il valore patrimoniale stimato del Vino Nobile di Montepulciano è di circa un miliardo di euro. 65 milioni di euro invece il valore medio annuo della produzione vitivinicola, settore di cui il 70% dell’economia locale è indotto diretto. Duemila gli ettari vitati, dei quali 1.208 sono iscritti alla Docg e 324 a Rosso di Montepulciano Doc. Oltre 250 i viticoltori e circa 90 gli imbottigliatori, 80 dei quali associati al Consorzio, per un sistema che dà lavoro a circa mille dipendenti fissi, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.
7,1 e 2,8 milioni le bottiglie rispettivamente di Vino Nobile (+6% rispetto al 2021) e Rosso di Montepulciano (+7,7% rispetto al 2021) immesse nel mercato in un 2022 chiusosi positivamente. L’export, pari al 68%, si ripartisce equamente tra Europa e ExtraUE. Germania (37% del prodotto), USA (27%) i mercati più ricettivi. Buoni i segnali dei provenienti dai mercati asiatici e balcanici e dalla vendita diretta, dove si vende quasi una bottiglia su tre. I vini biologici valgono infine il 42% delle vendite Italia e oltre il 70% di quelle estere.
PIEVI IN ATTESA DI UFFICIALITÀ
Immancabile il richiamo alle Pievi, le dodici UGA al vaglio del Comitato Vini in seno al Mipaaf, che, se approvate, andrebbero a comporre la terza tipologia di Nobile. A interessare è soprattutto la procedura: per essere etichettati come Pieve, oltre alla certificazione di Valoritalia, i campioni dovranno superare anche il giudizio di una commissione consortile. E come ogni giudizio, anch’esso porterà con sé delle critiche, che equivalgono a frizioni con le aziende. Una normale contrapposizione tra interessi diversi, che il Consorzio dovrà risolvere avendo sempre cura di tutelare la credibilità del marchio collettivo.
IL NOBILE NEL CONTRATTO MEDIEVALE
Un inciso lo merita anche il ritrovamento di un contratto di mercatura del 17 ottobre 1350 avvenuto presso il fondo Madonna de’ Ricci, dell’Archivio di Stato di Firenze, Si tratta di una registrazione notarile di una società di commercializzazione e esportazione del vino prodotto nelle vigne poliziane, secondo la quale il “vino squisito di Montepulciano, … s’inviasse all’estero da tempi assai remoti”. La sua stesura risale a pochi anni dopo la redazione degli statuti di Montepulciano del 1337, che normavano produzione, vendita e fiscalità del prodotto enologico locale.

il presidente del Consorzio del Nobile di Montepulciano Andrea Rossi
IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO NEL BICCHIERE
Una degustazione nel complesso piacevole, dove sono stati i vini d’annata a farsi preferire. A convincere sono state le linee acide, l’ampiezza dei tannini, ancora rigidi, e i richiami a fiori e frutti. Talvolta balsamici, quasi sempre puliti. Ma soprattutto una chiara ambizione alla leggerezza, favorita da una maggiore delicatezza nell’uso dei legni. Questi i nostri ‘Nobili’:
Le Bertille
Vino fresco e dal tannino struggente, regala frutta rossa profumata e accenni di genziana. Il corpo è medio e la vitalità evidente, pur rimanendo equilibrato e dalla chiusura lunga.
Cantina Crociani
Tannino di buona trama sostenuto da una presa acida convinta. In bocca è profondo, con sentori di prugna e pepe nero. Balsamico, si apre e allunga in un gradevole finale sapido.
Le Bèrne
Vino dal tannino vivo e la spinta acida. Frutti scuri e trama complessa lo rendono presto goloso. Alcolico quanto basta per essere equilibrato, chiude sapido.
Riserva – Vecchia Cantina di Montepulciano ‘Briareo – Linea Redi’
La riserva più convincente. Rotonda, attenta nel dosaggio delle spezie, equilibrata lungo tutto il sorso. Bergamotto, prugna carnosa e rosa canina i sentori. Vivo e sapido, ha un lungo e piacevole finale.