Utilizzando cemento e barrique, l’enologo Alessandro Cellai lancia la sfida tra sangiovese e internazionali. Degustazione in anteprima delle nuove etichette Grandi Cru di Vallepicciola.
Immersa nella zona di Pievasciata, a sud del Chianti Classico, Vallepicciola si circonda di quasi 275 ettari di colline, boschi e vigneti. Progettata dall’architetto Margherita Gozzi, la cantina è stata costruita tra il 2014 e il 2020 con la prima vendemmia registrata nel 2016.
L’azienda accoglie gli ospiti nel cuore della sua tradizione: la vinsantaia, una piccola cappella sconsacrata tra i vigneti, dove le uve, lasciate ad appassire, andranno a riposare nei caratelli per regalarci il famoso Vin Santo.
Ma se si parla di Vallepicciola, la tradizione non esclude la tecnologia, l’eco-sostenibilità e il rispetto del territorio, dal vigneto alla zona di produzione vera e propria. I macchinari a basso impatto ambientale, il ritorno al solo utilizzo di zolfo e rame, e il sistema di recupero delle acque utilizzate in cantina suggeriscono infatti la centralità di un’agricoltura sostenibile a 360 gradi.

le tulip di cemento nella cantina Vallepicciola
LA SFIDA DELL’ENOLOGO
Accanto all’innovazione, si presenta altresì forte la mano dell’enologo, Alessandro Cellai, che ha spinto sull’utilizzo del cemento e si propone di fare un uso attento della barrique. Su questi due pilastri poggia la ricerca di eleganza nei tre Grandi Cru con cui l’azienda di presenta all’inizio del 2023.
L’obiettivo è portare queste etichette ad un livello più elevato con uno stile chiaro e deciso. “Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida – racconta Cellai – perché qui risiede il mio modo di concepire il vino e nella linea dei Grandi Cru sono racchiusi quegli elementi che raccontano il territorio, il vitigno e l’anima di chi lo produce”.
C’è tutta la forza della Toscana che incontra tradizione e innovazione.

l’enologo Alessandro Cellai con linea Grandi Cru
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Vallepicciola Bianco Toscana Igt 2021
Uvaggio: 100% chardonnay
Vinificazione: 50% cemento, 50% tonneaux con batonnage ogni giorno per 10 giorni
Affinamento: in barriques per ca 12 mesi con batonnage una volta al mese, poi in bottiglia per 4 mesi
Il calice regala uno Chardonnay giallo dorato, luminoso. Il naso fine ed elegante sa di frutta tropicale, di fiori e di agrume dove spicca il mandarino. Si percepisce anche una interessante freschezza accompagnata da note balsamiche e mentolate, da timo e da salvia, aromi mediterranei. Arrivano anche sentori tostati e di miele dati dal passaggio in barrique. Al palato colpisce per la sua complessità: vino morbido, burroso ma allo stesso tempo estremamente fresco e sapido. Il sorso riporta alle note floreali, balsamiche e tostate con accenni di gesso dati da una maggior concentrazione di calcare nel suolo dove cresce quest’uva. Lunga e piacevole la persistenza, che invoglia il ritorno al calice.
Vallepicciola Rosso Toscana Igt 2020
Uvaggio: 100% sangiovese
Vinificazione: fermentazione in cemento a temperatura controllata, con macerazione di 4 settimane
Affinamento: in barriques (50% nuove) per circa 20 mesi, poi in bottiglia per 4 mesi
Rubino con riflessi granati, questo Sangiovese in purezza racconta di ciliegia matura, di amarena che incrociano anche profumi di rose e viole. Emergono le note balsamiche e speziate, di eucalipto, di timo e di pepe. Il percorso olfattivo lascia spazio anche ai sentori terziari di cacao e tabacco. L’ingresso in bocca è ampio ed elegante, il tannino è vivo e vibrante sorretto da una grande acidità che richiama al sorso. Il palato è avvolto da note balsamiche, si ritrova il timo che si unisce a sentori di carne, di selvaggina e ancora di tabacco e cioccolato assieme ad un’elegante scorza d’arancia. Il finale è persistente e piacevole.
Miglioré Toscana Igt 2019
Uvaggio: 33% cabernet sauvignon, 33% cabernet franc, 34% merlot
Vinificazione: fermentazione in cemento a temperatura controllata, con macerazione di 4 settimane
Affinamento: in barriques (70% nuove) per ca 24 mesi e in cemento per ulteriori 3, poi in bottiglia per 8 mesi
Rosso rubino con riflessi purpurei il Miglioré ha un olfatto complesso fatto da frutti a bacca nera, amarena e prugna mature, fiori di lavanda e viola essiccati al sole. Il calice è balsamico e ricco di erbe aromatiche come il timo e l’alloro. Entrano in gioco anche note terziarie di liquirizia, tabacco e noce moscata. Al palato l’entrata è tannica ma ben bilanciata da una buona sapidità che crea armonia nel bicchiere. La presenza del Cabernet Franc va a bilanciare la corposità di questo taglio bordolese e l’uso del cemento gli dona eleganza e pulizia. Buona struttura e freschezza accompagnano un finale duraturo.