Vendite internazionali per 18,3 miliardi, + 1,9 miliardi sul 2021. Cresce l’export della Francia e lo Champagne genera il 23% del fatturato totale, il Cognac il 22%.
L’export di vini e alcolici francesi fa segnare nel 2022 un altro record, con un + 12% sul 2021 e un valore di 18,3 miliardi di euro, che supera il precedente record del 2021 di 16,4 miliardi.
L’industria si conferma il principale settore di esportazione agroalimentare, generando il secondo maggiore surplus commerciale per l’export della Francia, dopo l’industria aeronautica (23,5 miliardi di euro) e davanti ai cosmetici (15,4 miliardi di euro).
I soli vini valgono 12,4 miliardi di euro (68% del fatturato totale), gli spirits 5,8 miliardi di euro (+13%). Lo Champagne ha generato il 23% del fatturato totale (a 4,2 miliardi di euro, +20%). Cifre che ridimensionano i 6 miliardi precedentemente stimati dal Comité de Champagne (qui l’articolo con la news), ma che comunque non intaccano la performance della bollicina francese. Bene anche il Cognac a 22% (+ 9% con 3,9 miliardi di euro). Questo a fronte di un’inflazione media annua arrivata al 5,9% e di una crescente incertezza geopolitica.
La pressione della filiera, che da molti mesi condiziona le spedizioni di vino e superalcolici, sta gradualmente tornando alla normalità: l’indice del costo del trasporto internazionale si è infatti attestato a dicembre 2022 di poco sopra i 2mila euro, scendendo rispetto ai 9mila euro di un anno fa ma rimanendo ancora sopra i 1300 euro del dicembre 2019.
La percentuale di carichi in standby a livello globale, che ha raggiunto il 13,7% nell’agosto 2021, è scesa all’8,5% nel dicembre 2022, avvicinandosi così a livelli pre-pandemia.