Da gennaio 2023 Banfi riorganizza la governance. Salgono Viglierchio e Maralliè, ma si nota una più solida presenza operativa della famiglia, con Cristina Mariani-May in prima linea, che risponde alle domande di Vinonews24.
Banfi ha deciso di riorganizzare e “rendere più attuale e dinamico” il proprio modello di governance. L’azienda leader per volumi e mercato del Brunello di Montalcino lo comunica a inizio 2023, enfatizzando i passaggi interni, per dare probabilmente un messaggio di rinnovamento.
E se da un lato si muovono alcune pedine nel management, quello che più conta è il ruolo sempre più centrale nella definizione delle strategie di Banfi di Cristina Mariani-May, erede della famiglia italo-americana che è stata tra i protagonisti dell’ascesa di Montalcino.
Dal borgo di Poggio alle Mura assicurano che i passaggi avvengono “nel segno della continuità culturale e di una maggiore integrazione tra il management statunitense e quello italiano”.
MOSSE SULLO SCACCHIERE
Ecco allora i movimenti sullo scacchiere del management, dal quale si nota l’uscita dopo molti anni di Remo Grassi, a lungo uomo di relazioni importanti per Banfi.

oltre a mantenere il ruolo di direttore generale del gruppo, Enrico Viglierchio diventa presidente di Banfi Società Agricola srl
Sale invece di rango Enrico Viglierchio che, oltre a mantenere il ruolo di direttore generale del gruppo, assume l’incarico di presidente del CdA di Banfi Società Agricola srl, assumendo la responsabilità dei settori agricolo, enologico e di produzione. Ad affiancarlo come vicepresidente Gabriele Mazzi, CFO di Banfi srl e Banfi Società Agricola srl, e in CdA entrano Cristina Mariani-May, Philip Calderone e Jason Arfin.
Sale nel posizionamento anche Rodolfo Maralli, nominato presidente del CdA di Banfi srl, pur senza lasciare la funzione di direttore commerciale, marketing e comunicazione. Sarà affiancato da tre vicepresidenti: Enrico Viglierchio, Gabriele Mazzi ed Elizabeth Koenig, che ha assunto il ruolo di direttore Hospitality al Castello Banfi Wine Resort. Il CdA si completa con Cristina Mariani-May, Philip Calderone e Jason Arfin.
CRISTINA MARIANI-MAY IN PRIMA LINEA
Osservando i movimenti, sembra che la proprietà torni in campo anche con una presenza più forte in termini operativi.
Nel nuovo modello di governance spicca infatti la nascita di un Comitato Esecutivo con funzioni di pianificazione strategica e indirizzo di medio-lungo termine. Presieduto da Cristina Mariani-May, vedrà al proprio interno i membri dei due CdA. Il tutto a ribadire il fine ultimo di questo percorso organizzativo: “l’integrazione delle due anime, italiana e americana, e la spinta verso l’innovazione e il cambiamento”.

il Castello Banfi a Poggio alle Mura
È dunque esplicito in casa Banfi il ruolo sempre più da protagonista di Cristina Mariani-May, che non a caso rilascia dichiarazioni da “timoniera”. “Ringrazio il team Banfi al completo – dice – per il percorso fatto e, soprattutto, per il radioso futuro che ancora dobbiamo scrivere. Un caloroso ringraziamento va anche a Remo Grassi per i suoi oltre 40 anni di passione e dedizione nella nostra azienda. La nuova organizzazione ci proietta verso un nuovo modo di lavorare insieme, come un’unica azienda, per raccogliere e vincere le sfide del futuro: for a better wine world”.
I numeri – che Cristina Mariani-May anticipa a Vinonews24 – sembrano annunciare un orizzonte positivo.
L’INTERVISTA
Cristina, come si è chiuso il 2022 per il gruppo Banfi?
“Il fatturato 2022 di Banfi Italia dovrebbe assestarsi a circa 68 milioni di euro. Il dato non è ancora definitivo, ma segna una crescita ulteriore rispetto al biennio segnato dal covid (43,6 milioni nel 2020 e 58,4 milioni nel 2021) e un recupero sul 2019, quando il fatturato aveva sfiorato i 68 milioni. La produzione ha superato i 63mila quintali (erano 69mila nel 2019)”.
Siete soddisfatti dalla performance consolidate?
“È una buona performance, seppure non eccellente. Il nostro obiettivo è di migliorare”.
Come vede il 2023 per il gruppo? Quali sono i vostri progetti di investimento per quest’anno?
“Nel 2023 continueremo lo sviluppo di progetti strategici già avviati negli ultimi due anni. A fronte di investimenti per 5,2 milioni nel 2022, quest’anno è previsto un budget di 8 milioni di euro”.
Qual è l’obiettivo principale che vorreste raggiungere nei prossimi 5 anni? Puntate a modificare il posizionamento dell’azienda?
“Sì! Stiamo lavorando su più livelli per (ri)guadagnare il posizionamento che meritiamo”.
Ritiene che lo sviluppo dell’enoturismo possa rafforzare le strategie di Banfi?
“Assolutamente sì, è fondamentale!”.
Qual è il suo punto di vista su Montalcino oggi e sul futuro prossimo?
“Montalcino rappresenta il nostro core business, è il nostro “posto”, dove siamo nati come produttori e dove vogliamo rimanere da leader. Questo territorio ha ancora molto da dire”.
Prevedete investimenti espansivi nel vino? Nuovi progetti o nuove aree vinicole?
“Chissà…”.
Da produttori e distributori, siete preoccupati dal nodo health warning?
“Sì certamente siamo preoccupati. E stiamo lavorando su molti progetti per affrontare queste evoluzioni”.