Archiviata la prima edizione dell’evento di Torino dedicato alle produzioni vitivinicole regionali che ha convinto i produttori e premiato le nuove generazioni.
250 produttori da tutto il Piemonte riuniti in quattro luoghi storici di Torino, con un palinsesto di oltre 100 eventi ad animare la città e un pubblico di 13.000 persone, tra appassionati e operatori, che per tre giorni ha calcato gli spazi espositivi per scoprire le caratteristiche e la biodiversità della viticoltura del Piemonte, regione monstre nel settore riconosciuta ben oltre i confini nazionali per le sue produzioni di rilievo.
E’ il bilancio della prima edizione del Salone del Vino di Torino, evento che lo scorso fine settimana è stato ospitato negli spazi del Museo del Risorgimento e della Cavallerizza Reale, accanto a Palazzo Birago e Palazzo Cisterna. Occasione ghiotta per tanti wine lover e addetti ai lavori arrivati anche da fuori regione cui è stata offerta l’opportunità di scattare un’istantanea sullo stato dell’arte del Vigneto Piemonte: dall’Alto Piemonte alla Val di Susa; dal Pinerolese alle colline Novaresi, passando per il Canavese, l’Alto Monferrato, l’Astigiano, le Langhe, il Roero, i Colli Tortonesi e l’Ovadese fino all’ultima propaggine della Val Bormida, ai limiti della Liguria.

il Museo del Risorgimento a Torino
Un patrimonio ampio per un comparto che, nonostante le bizze del clima, nell’ultimo anno ha potuto contare su una vendemmia da più parti ritenuta vicina all’eccellenza qualitativa, con una produzione di vino di poco inferiore al 2021 che ha toccato i 2,26 milioni di ettolitri contro i 2,30 milioni dell’anno precedente, e su un giro d’affari di 1,235 milioni di euro che colloca la Regione al secondo posto a livello nazionale.
NUOVE GENERAZIONI, ALL’ASSAGGIO E IN CANTINA
L’edizione pilota ha convinto la maggioranza dei produttori, che hanno colto positivamente l’opportunità di giocare in casa sfruttando una vetrina sul vino piemontese e che hanno segnalato – pressoché all’unanimità – un afflusso costante di pubblico e in particolare di giovani interessati, indice che anche tra le nuove generazioni si sta radicando una cultura del vino orientata alla conoscenza del prodotto e al consumo responsabile e meditato. Un momento di incontro e confronto che ha visto i giovani giocare un ruolo da protagonisti anche nei panni di vignaioli: seguendo un trend consolidato a livello nazionale, anche in Piemonte sono diverse le cantine che hanno affrontato o stanno affrontando un ricambio generazionale con l’ingresso delle nuove leve nell’operatività aziendale. E il Salone, in questo senso, ha confermato la tendenza portando in prima linea una moltitudine di ragazzi formati e determinati che in molti casi hanno fatto squadra e che hanno scelto di tornare alla terra per dare voce attraverso il vino ai rispettivi terroir.

assaggi al Salone del Vino di Torino
“Siamo davvero molto felici per questa prima edizione del Salone del Vino di Torino. Siamo grati alle tante cantine piemontesi, alle enoteche regionali e ai consorzi giunti da tutto il Piemonte che hanno creduto nell’ importanza di un Salone del vino a Torino – ha commentato a margine dell’evento il direttore del Salone del Vino Patrizio Anisio – La città ha dimostrato di essere pronta ad accogliere un nuovo grande evento dedicato al mondo del vino, dopo molto tempo. Lavoreremo per rendere Torino la grande Casa del Vino Piemontese, in un racconto che parli delle nostre eccellenze in Italia e nel mercato internazionale.”
Archiviata la prima edizione, lo sguardo è ora rivolto al secondo capitolo della manifestazione, già annunciato per febbraio del 2024. Di seguito le impressioni di alcuni produttori raccolte durante l’evento per il podcast di Vinonews24: