A Golosaria Wine il focus sulla vitivinicoltura d’Abruzzo, che cresce in export e imbottigliato e spinge l’acceleratore sulla valorizzazione del territorio anche in chiave enoturistica. L’intervista al presidente del Consorzio di tutela Alessandro Nicodemi.
L’occasione è stata l’ultima edizione di Golosaria Wine, appuntamento che ha permesso a un pubblico di appassionati e operatori di fare luce sulle produzioni regionali e sul loro momento di crescita nei mercati internazionali, con il Montepulciano d’Abruzzo a fare da capofila accanto ad altri autoctoni sempre più apprezzati dai wine lover.
Un successo su più fronti che ha trovato i suoi punti di forza nella valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni – dal montepulciano d’Abruzzo al trebbiano d’Abruzzo, passando per il cerasuolo, il pecorino, la passerina, la cococciola e il montonico – ma anche in una nuova generazione di enologi ed imprenditori che hanno assicurato alle Denominazioni regionali la possibilità di crescere anche in termini qualitativi, fino spingersi verso nuove sperimentazioni come nel caso degli spumanti da uve autoctone, per lo più vinificati con metodo Martinotti, cui l’Abruzzo sta dedicando ricerche, tempo e risorse.
LA SPINTA SULL’ ENOTURISMO
Ad emergere anche l’impegno assunto dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo in direzione dell’enoturismo. Con l’avvio a partire dal 2017 del progetto Percorsi, l’Ente ha avuto come mission la promozione dell’enoturismo regionale, prima attraverso un portale web che mediante la proposta di una serie di itinerari ha messo in rete le cantine che praticano accoglienza e le principali attrattive regionali; quindi con la realizzazione di un’app dedicata, che dal 2021 è confluita in Abruzzo Wine Experience con un programma arricchito in contenuti, informazioni, servizi ed esperienze da vivere nelle cantine. A dare ulteriore importanza alla valorizzazione del territorio in ottica turistica ha contribuito anche il riconoscimento di “Wine Region of The Year 2022” assegnato all’Abruzzo dalla rivista americana Wine Enthusiast e consegnato in occasione dei Wine Star Awards di San Francisco lo scorso 30 gennaio.
Di seguito l’intervista al presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, realizzata a margine di Golosaria Wine.

il presidente del Consorzio di tutela Vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi
Una giornata dedicata ai vini d’Abruzzo a Milano. Quanto è importante per le vostre produzioni avere una vetrina sulla piazza milanese?
“La piazza milanese è fondamentale per i nostri produttori, l’idea di raccontarci a questo pubblico ci è piaciuta fin da subito e siamo contenti di essere stati per il 2023 la prima regione protagonista del progetto collaterale all’evento Golosaria che riesce ad accendere i riflettori non solo sul prodotto ma anche sul territorio in cui nasce; devo dire che se il Montepulciano d’Abruzzo si conferma essere uno dei vini rossi più apprezzati dal capoluogo meneghino, cresce sempre più l’interesse anche per i nostri bianchi autoctoni”
Qual è lo stato dell’arte dei vini d’Abruzzo, dopo un 2022 segnato da una crescita di export e prezzo medio?
“L’imbottigliato 2022, considerando le principali Doc Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo e Cerasuolo d’Abruzzo, si attesta attorno a poco più di 100 milioni di bottiglie. L’export dei vini abruzzesi ha messo a segno un +10% rispetto al 2021. Siamo quindi nella giusta direzione. I primi cinque mercati di destinazione, dove si concentra il 60% di tutto l’esportato, sono per ordine di importanza Germania, Stati Uniti, Canada, Svizzera e Regno Unito”.
Quali gli obiettivi per il prossimo futuro?
“Finalmente, con il via libera dal Masaf all’introduzione del nuovo “Modello Abruzzo”, i viticoltori si preparano, per la vendemmia 2023, ad andare incontro ad una svolta epocale che ha l’obiettivo di rafforzare la comune identità dell’enologia regionale valorizzando al contempo i singoli territori e rendendo ancora più riconoscibile la scala dei valori; si agevola così la promozione e la comunicazione perché questo modello renderà le diverse zone di produzione molto più riconoscibili sui mercati, soprattutto all’estero, e esalterà sempre di più il binomio vino/territorio; d’altro canto, l’introduzione di un’unica Igt Terre d’Abruzzo con il riferimento al territorio distintivo che va a sostituire le 8 attuali crea una forte immagine regionale sopperendo all’attuale frammentarietà che risulta poco incisiva”.