Intervista a Romina Romano, country manager di Les Grands Chais de France (GCF), su performance, strategie di posizionamento e nuove referenze da Sud Africa e Cile (con note di degustazione).
Prosegue l’espansione sul mercato italiano di Les Grands Chais de France (GCF), il gruppo guidato da Famille Helfrich, che nel 2022 migliora ancora le proprie performance, raggiungendo un giro d’affari di 6 milioni e 800 mila euro, dopo che nel 2021 aveva segnato il raddoppio.
Accanto alle strategie di mercato, che in uno scenario post-pandemico di riassestamento dei canali mirano a mantenere saldo e a migliorare il posizionamento, arrivano nuove referenze da Sud Africa e Cile, che puntano su vitigni locali e facilità di beva.

Romina Romano, country manager di Les Grands Chais de France
FATTURATO IN CRESCITA E HORECA IN VOLATA
Si è chiuso in positivo il 2022 di GCF in Italia, con un fatturato che ha toccato quota 6,8 milioni di euro, contro i 5,6 milioni di euro realizzati nel 2021. Un risultato che in termini di volume si traduce in 1 milione e 300.000 bottiglie vendute, distribuite su tutti i canali di vendita.
Capillare la presenza in ristorazione, hôtellerie ed enoteche, ma anche nelle principali piattaforme di vendita online, e nella gdo di alto posizionamento dove, nonostante il calo fisiologico delle vendite dopo l’exploit spinto dai lockdown, il gruppo ha continuato a crescere. “Un buonissimo risultato per un anno che è stato difficile, soprattutto in grande distribuzione e nell’online – commenta Romina Romano, country manager Italia di GCF – È ovvio che nel 2022, dove si torna piano piano alla normalità, è stato difficile per quei canali. Invece sono riuscita a crescere ovunque”. Per l’horeca in particolare l’annata è stata particolarmente favorevole, e il solo canale è valso al gruppo un +39% nelle vendite, che ha riguardato soprattutto le etichette di fascia medio-alta.

referenze di Bordeaux di Les Grands Chais de France
FRANCIA NELL’HORECA, TRA CREMANT, BORGOGNA E RITORNO DEI BORDEAUX
L’obiettivo per i prossimi due anni è arrivare ai 10 milioni, sull’onda di un trend che vede un grande interesse degli italiani verso i vini francesi. “Siamo grandi bevitori di bollicine – afferma Romina Romano – Noi italiani pranziamo con le bollicine, quindi la prima esigenza per il mercato italiano è il Cremant”. E un aiuto nel posizionamento di queste referenze arriva proprio dalla spinta inflattiva e dai costi delle materie prime, che hanno innalzato i prezzi delle bollicine italiane, mantenendo una buona competitività della bollicina metodo classico francese. Altra chiave d’ingresso fondamentale, secondo la country manager, è la Borgogna, che permette di puntare sulla medio-alta ristorazione.
In fase di ritorno il Bordeaux, che negli ultimi anni aveva perso appeal in favore dei pinot nero, ma che oggi ritorna con la possibilità di bere grandi vini a prezzi ancora accessibili. “Oggi il consumatore si è reso conto che può comprare un buon Bordeaux senza dover spendere delle cifre astronomiche – spiega Romano – Anche stando su un Saint Emilion o sull’Haut Medoc”.
Nell’audio intervista a VinoNews24, la country manager Italia di GCF, Romina Romano, parla delle performance, trend di mercato e novità del gruppo in Italia.
NOVITÀ DA SUD AFRICA E CILE
Fresco l’inserimento in catalogo di nuove referenze, che puntano su bevibilità fruttate e vitigni locali. Le più recenti arrivano dal Sud Africa dall’ultima tenuta acquisita dal gruppo lo scorso autunno. Neethlingshof si trova a Stellenbosch, seconda area vinicola più antica del Sud Africa, e sorge in un’area particolarmente vocata per suoli, esposizioni, altitudini e clima. Tutte le uve vengono coltivate nella tenuta e tutto il vino viene prodotto, maturato e imbottigliato nelle sue cantine, applicando linee guida “vegan” durante l’intero processo di coltivazione e vinificazione, certificate in etichetta.
La tenuta, fondata più di 300 anni fa, si snoda su 100 ettari vitati a cui il gruppo francese aggiungerà altri 50 ettari nei prossimi due anni. Al suo interno si trovano alcuni degli edifici tradizionali olandesi meglio restaurati e conservati, con attenzione al mantenimento e alla valorizzazione della bellezza naturale del paesaggio. L’attuale produzione si aggira intorno alle 600mila bottiglie annue con l’obiettivo di passare a 2 milioni entro la fine del 2023 e il fatturato è pari a 15 milioni di dollari.

uno scatto dei vigneti di Neethlingshof, tenuta di Les Grands Chais de France in Sud Africa
Tra le referenze scelte per il mercato italiano, Shiraz, Pinotage, Chenin Blanc e Sauvignon Blanc, espressioni fruttate e fresche dei vitigni, rappresentative della tradizione locale e allo stesso tempo facili da bere e da accompagnare al cibo, dall’aperitivo a tutto il pasto.
Proprio alcuni dei vini di Neethlingshof saranno al centro, questa domenica 2 aprile (16:30) al Vinitaly (Veronafiere, 2-5 aprile), della degustazione “Viaggio in Sud Africa”, dedicata a quattro referenze di due delle più prestigiose realtà del paese.
Arrivano invece dalla tenuta cilena Las Niñas, nella Valle de Colchagua altre due referenze, un Sauvignon Blanc e un Carménère, che seguono la stessa filosofia, giocando su rappresentatività territoriale e facilità di beva. La tenuta – oltre 100 ettari di vigneti – è stata acquisita nel 2021 e le etichette sono state presentate al mercato italiano già nel 2021.

uno scatto dei vigneti di Las Niñas, tenuta di Les Grands Chais de France in Cile
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Neethlingshof – Stellenbosh Chenin Blanc 2022
Uvaggio: 100% chenin blanc (raccolto a inizio marzo)
Vinificazione: pigiatura e chiarificazione attraverso flottazione, aggiunta di lieviti selezionati e fermentazione a bassa temperatura (13-14°C) in acciaio. Una volta terminate le fermentazioni, il vino viene travasato, le masse vengono unite e poi si imbottiglia
Al naso si tratta di un vino molto delicato, con accenni di mela ed erbe aromatiche. In bocca, a una prima sensazione di frutto segue una bella presenza sapida, che stimola le papille gustative in un sorso fresco e dinamico, per poi chiudere su ricordi di timo.
Neethlingshof – Stellenbosh Sauvignon Blanc 2022
Uvaggio: 100% sauvignon blanc (vendemmiato alla fine di febbraio)
Vinificazione: pigiatura e chiarificazione attraverso flottazione, aggiunta di lieviti selezionati e fermentazione a bassa temperatura (14-16°C) in acciaio per 3-4 settimane. Una volta terminate le fermentazioni, i serbatoi vengono ricolmati e il vino viene lasciato riposare sulle fecce per un mese e mezzo, prima del blend e dell’imbottigliamento
Un frutto esotico composto, senza esagerazioni, ananas, carambola, poi note di mentuccia e dragoncello. Il sorso è molto piacevole, anche in questo caso emerge una sapidità caratteristica, che ben si integra con l’acidità e la polposità del frutto, senza eccessi ma anche senza carenze. Un bel bere.
Neethlingshof – Stellenbosh Shiraz 2021
Uvaggio: 100% syrah (raccolta tra fine marzo e inizio aprile)
Vinificazione: pigiatura e fermentazione sulle bucce con lieviti selezionati per 7 giorni, a una temperatura media di 28°C
Affinamento: dopo la fermentazione malolattica, il vino matura in rovere per l’85% francese e per il 15% americano per 6 mesi.
Si tratta della prima annata prodotta per il syrah della tenuta. Un vino rosso rubino intenso e dal bouquet espressivo. Fruttato, con note di sottobosco e animato da una punta di pepe. Il sorso è goloso, scorrevole, si lascia increspare da un tannino lieve, che poi sfuma, lasciando ricordi di prugna.
Neethlingshof – Stellenbosh Pinotage 2021
Uvaggio: 100% pinotage (raccolta manuale tra fine febbraio e inizio marzo)
Vinificazione: fermentazione in acciaio tra i 22 e i 25°C per una durata di 7 giorni
Affinamento: dopo la fermentazione malolattica, il vino viene fatto riposare per 7 mesi in barriques per il 60% francesi e per il 40% americani (con un 40% di legni nuovi)
Al naso questo pinotage chiama i frutti di bosco, il tabacco scaldato e il pepe, assieme a sensazioni erbacee. Al palato è fresco e parte richiamando le sensazioni fruttate, per poi virare verso le durezze del tannino, che conducono a una chiusura caratterizzata da sensazioni di erbe. C’è grande coerenza tra il sorso e ciò che il vino preannuncia all’olfatto, un sorso rustico, che ben si addice a bilanciare molte specialità un po’ più untuose della nostra cucina, ma senza essere pesante.
Las Niñas – Ella, Sauvignon Blanc – DO Leyda 2022
Uvaggio: 100% sauvignon blanc
Vinificazione: vendemmia notturna per sfruttare le temperature più fredde (4-8°C), macerazione pellicolare di 6-8 ore a una temperatura di 8 gradi in assenza di ossigeno, poi pigiatura soffice a bassa temperatura. Prima della fermentazione (tra i 10 e i 13°C) si effettuano una prima decantazione per selezionare le fecce fini che restano a contatto con il mosto per 5-6 giorni, poi una seconda decantazione per ripulire il mosto.
Sono le sensazioni vegetali il tratto più distintivo di questo sauvignon blanc, che fin dal bouquet richiamano le erbe di campo e note quasi fumé, oltre a una sensazione di frutto esotico dolce. Al palato le sensazioni erbacee tornano a caratterizzare il sorso, che si rivela sapido e più rustico rispetto a quelli dei giovani sauvignon blanc italiani o francesi, oppure – in questo caso – sudafricani.
Las Niñas – Ella, Carménère DO Apalta, Colchagua 2021
Uvaggio: 100% carménère
Vinificazione: fermentazione alcolica a una temperatura tra i 28 e il 30°C per 7-10 giorni con rimontaggi giornalieri, la cui frequenza viene determinata attraverso gli assaggi. Segue una macerazione di 2-3 settimane a una temperatura costante di 25°C.
Il naso parla di frutti di bosco, mirtillo, cassis, poi pepe, per un sorso fresco, vellutato e davvero goloso, che chiude su un finale velato con grazia dal tannino. Un carménère tutto da bere e ribere.