L’analisi condotta per UIV dal professor Luca Castagnetti dell’Università di Verona mostra un’impennata degli utili per le multinazionali del vetro. Frescobaldi: “un paradosso il caro-bottiglie mentre la filiera soffre”.
Si è chiuso con bilanci da record il 2022 per le principali vetrerie italiane ed europee che, in piena crisi energetica, hanno segnato utili anche sopra il 30%. Una performance eccezionalmente positiva, sostenuta anche dai crediti di imposta e dall’aumento dei listini imposti al mondo del vino (+70% il costo delle bottiglie in poco più di un anno).
A fare da contraltare, più a valle lungo la filiera, sono i conti delle imprese vitivinicole italiane stretti tra minori vendite allo scaffale e costi di produzione alle stelle, con la relativa riduzione dei margini lordi per circa 900 milioni di euro, e i portafogli dei consumatori, sempre più alleggeriti da inflazione e carovita, che si traducono in tagli agli acquisti di vino nell’ordine del 6-7%.
Una dicotomia denunciata da Unione Italiana Vini con l’inchiesta uscita sul Corriere Vinicolo, che ha ricostruito l’andamento dei costi della bolletta energetica e del prezzo delle bottiglie di vetro degli ultimi due anni mettendo sotto la lente i bilanci di tre colossi europei del vetro attivi in Italia: O-I Glass, Verallia e Gruppo Zignago Vetro.
A sorprendere UIV, il paradosso che vede da una parte la riduzione dei costi energetici (tornati ai livelli del 2021), dall’altra il progressivo aumento – anche nel 2023 – del costo delle bottiglie di vetro. “In piena crisi inflattiva e con un consumatore più attento, la filiera produttivo-distributiva stringe ancora la cinta, mentre altri continuano a veder crescere i profitti”, ha commentato Lamberto Frescobaldi, presidente UIV.
Pienamente allineati anche gli altri sindacati delle imprese produttrici. “Abbiamo assorbito tutti i costi, ora è a rischio la remunerazione dei soci”, ha aggiunto Carlo Piccinini presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentare.
ASSOVETRO: “BILANCI APPESANTITI”. L’ANALISI INDICA UTILI IMPORTANTI
La replica del presidente di Assovetro Marco Ravasi riprende i che negli ultimi mesi si sono allentati: “impennata dei costi energetici, rincari dei rottami e della logistica – spiega – hanno influito in maniera rilevante sui bilanci dell’industria vetraria”.
Eppure, stando all’analisi condotta per UIV dal professore di Economia dell’impresa vitivinicola dell’Università di Verona Luca Castagnetti, i numeri inicano l’opposto.
O-I Glass (una delle maggiori produttrici mondiali di bottiglie di vetro) ha realizzato nel segmento Europa un utile operativo di 488 milioni di dollari (+31,5% rispetto al 2021), con un’incidenza dei costi sui ricavi che è scesa sensibilmente negli ultimi 3 anni.
Anche per il gruppo francese Verallia il 2022 è stato un anno di crescita importante, con i ricavi consolidati che sono passati da 2,7 a 3,4 miliardi di euro e un ebitda che dal 24,9% del 2022 vola a 29,2% nel primo trimestre di quest’anno.
Bene anche il gruppo italiano Zignago Vetro, che ha chiuso l’anno con aumenti in doppia cifra: +30% i ricavi consolidati (640,8 milioni di euro), con un +44,3% per l’utile netto di Gruppo (86,6 milioni di euro). Registrano i risultati migliori proprio le società del Gruppo dedicate al mondo del vino: la Zignago Vetro Spa, con un utile netto 2022 pari al 17,5% dei ricavi (era il 17,1% nel 2021), e la Vetri Speciali Spa, al 20,8% dei ricavi (contro il 16,2% nel 2021).
Forse consolati da numeri tanto solidi, da Assovetro sembra venire un’apertura a possibili revisioni dei listini in un prossimo futuro, non meglio definito.