La FAO celebra il riconoscimento Giahs del Soave

di redazione

A cinque anni dall’inserimento del sistema viticolo veneto del Soave tra le zone FAO vocate all’agricoltura sostenibile si è tenuta la cerimonia ufficiale di benvenuto tra i siti Giahs.

Si è tenuta nella sede romana della FAO la celebrazione ufficiale dell’ingresso del Soave nella lista dei siti GIAHS – Globally Importance Heritage System, primo tra tutti i territori viticoli italiani e cinquantatreesimo a livello mondiale. A motivare tale riconoscimento, ricordiamolo, è stata la sussistenza di quattro pilastri che contraddistinguono la regione: un sistema caratterizzato da muretti a secco e a girapoggio lungo le colline; la diffusione della Pergola Veronese quale tipica forma di allevamento dell’uva Garganega, la presenza di cooperative storiche cui si deve la crescita collettiva ed equamente distribuita e, infine, la tecnica dell’appassimento per la produzione del Recioto di Soave, prima Dop veneta.

Risalente al 2018, questo risultato giunse a conclusione di un percorso iniziato nel 2006 con il testo “Un paesaggio Soave”, che riconosceva il valore intrinseco degli elementi distintivi e identitari di un territorio da oltre 200 anni dedito alla viticoltura, e proseguito nel 2015 con la stampa di “Origine, stile e valori”, base per il riconoscimento dello stesso quale Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano. “Si tratta di un riconoscimento che ci rende pieni di orgoglio – evidenzia Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave – ma anche fortemente consapevoli della responsabilità che, come viticoltori, abbiamo. Siamo chiamati a vivere un tempo di grande cambiamento dove l’agricoltura non assurge più soltanto ad una funzione alimentare, per quanto nobile e vitale: l’agricoltura oggi, attraverso coloro che vi operano, è di fatto mezzo e strumento per mantenere e conservare l’ambiente al cui interno sono calate le nostre stesse vite”.

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