Barolo en Primeur: vigna, uomo, terroir

di Federica Borasio

A Fubine Monferrato, la degustazione condotta dall’enologo Donato Lanati ha avviato il countdown per la terza edizione di Barolo en Primeur, l’asta solidale con protagonista il Barolo Vigna Gustava

Le Langhe sono state fortunate per due motivi: il primo perché la riva destra del Tanaro, in 12 milioni di anni è stata livellata dal fiume in un modo che ha permesso l’accumulo in ogni sua parte di diversi microelementi. E questo permette di sentire profumi e gusti differenti tra Barolo nati da vigne distanti anche solo 100 o 50 metri. La seconda fortuna è stata quella di avere gli uomini. Senza uomini non si può ottenere qualità. E loro hanno capito che ogni vigneto, coltivato in modo a sè stante, esprime dei valori di colore e di gusto completamente diversi”.

A parlare è Donato Lanati, l’enologo che lunedì scorso, nella cornice di Tenuta Meraviglia a Fubine Monferrato, ha tenuto a battesimo la degustazione di tre annate di Barolo Vigna Gustava, dalla 2022 alla 2020. Si è trattato, di fatto, del primo degli eventi di avvicinamento a Barolo en Primeur, l’asta solidale internazionale promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani che, dopo aver raccolto oltre 660.000 € nel 2021 e 834.800 € nel 2022, il prossimo 27 ottobre tornerà a Grinzane Cavour per la sua terza edizione, con l’obiettivo di raccogliere fondi destinati a progetti sociali e culturali.

Barolo en Primeur 2022

la battuta d’asta di Barolo en Primeur 2022

Questa asta rappresenta un momento di ulteriore valorizzazione delle nostre denominazioni – ha commentato il Presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo AscheriMa oltre alla valorizzazione del vino della Fondazione, c’è una parte che riguarda i produttori. Lo scorso anno avevo chiesto alle aziende di donare un numero limitato di bottiglie di grandi formati dei loro prodotti per un’ulteriore valorizzazione all’evento. Nel 2022, oltre alle 15 barrique della Fondazione, sono stati battuti anche 10 lotti comunali, 7 per il Barolo e 3 per il Barbaresco. Hanno partecipato 72 aziende e quest’anno siamo vicini a 100, a dimostrazione che le cose stanno crescendo e che anche i nostri produttori ci credono. Pensiamo davvero che attraverso questa iniziativa si possa ottenere un incredibile risultato”.

Oggetto dell’asta saranno dunque le barrique della Vigna Gustava, che Lanati vinifica in maniera separata per dare a ognuna la propria personalità unica, frutto della parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti. Il Barolo viene battuto all’asta un anno dopo la vendemmia e deve quindi attendere oltre 2 anni per poter essere messo in commercio, completando così i 38 mesi di invecchiamento, di cui 18 in botti di legno, richiesti dal disciplinare di produzione del Consorzio di Tutela.

Facendo questo vino – ha spiegato Lanati – ho visto e vissuto che occorre fare sistema. Sistema con i viticoli, sistema con l’enologo. La qualità viene fuori da un percorso, da una filiera, non può essere improvvisata. E questa squadra deve avere intuizione, deve capirsi al volo. Ed è attraverso l’attenzione al dettaglio che si raggiunge la qualità”.

L'enologo Donato Lanati

l’enologo Donato Lanati


LA VIGNA GUSTAVA E LE SCELTE DI VINIFICAZIONE

La Vigna Gustava sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo Comune, con una pendenza media del 35/40 % c.a. Il terreno, secondo un’analisi del suolo condotta dal geologo Francesco Lizio Bruno, è composto da marne di Sant’Agata Fossili, la formazione più comune e diffusa nella Langa del Barolo e del Barbaresco, composta quasi interamente da strati marnosi con poca sabbia con percentuale importante di sedimenti fini, limo e argilla. Le marne della Vigna Gustava, e più in generale quelle delle Langhe, derivano dall’antico bacino terziario piemontese, il mare che occupava la zona fino all’Era Quaternaria.

All’interno della Vigna, sono state individuate 6 diversificazioni geopedologiche che suddividono la vigna in altrettante parti. Queste micro-aree si differenziano non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, in cui prevale la presenza dell’anima calcarea a fianco del magnesio, potassio, limo, calcio e argilla, ma anche per la profondità del substrato marnoso, che va dai 70/80 cm fino ai 100/110 cm, un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i 7 metri di lunghezza. La Vigna Gustava si rivela dunque particolarmente vocata alla zonazione e conferma la scelta dell’enologo di parcellizzarla vinificando in maniera separata le barrique in base ad altitudine, esposizione e presenza di piante giovani o vecchie.

La Vigna Gustava

la Vigna Gustava


SPUNTI DI DEGUSTAZIONE

La degustazione ha riguardato in tutto 12 Barolo, 4 per ciascuna annata – a partire dalla 2022 e arrivando alla 2020 -, ciascuno dei quali rappresentativo delle diverse parcellizzazioni del vigneto. Nel complesso, l’assaggio ha dato conferma della grande variabilità organolettica di questo vino, con sorsi molto differenti – ora più eleganti, ora più ‘scalpitanti’- che hanno però confermato il legame imprescindibile tra terroir, vigneto e uomo nel conferire connotati unici e identitari al carattere di ogni singolo vino.

Sinergia che, specialmente nell’annata 2022, sembra aver trovato compimento. Dopo un’estate segnata da bel tempo e temperature alte, infatti, il nebbiolo ha dimostrato ancora una volta grande capacità di adattamento, giungendo alla maturazione migliore intorno al 20 settembre e dando così il via alla vendemmia. Le dimensioni della bacca più ridotte rispetto alla media e il rapporto tra la polpa e la buccia sembrano giocare a favore di quest’ultima, a garanzia di una migliore estrazione delle sostanze tanniche e aromatiche e di un ottimo potenziale di invecchiamento.

I Barolo in degustazione

calici di Barolo in degustazione

Questo Barolo – ha proseguito Lanatiè un vino che deriva da un vigneto che ha una valenza tutta sua. Era il vigneto di un uomo lungimirante (Camillo Benso, Conte di Cavour ndr), che non è stato solo Presidente del Consiglio e ministro dell’Agricoltura, anche un imprenditore che ha fatto dell’innovazione la sua missione. Fare vino tra i filari dove lui ha camminato è veramente stimolante. E questo vino esprime un’emozionalità che tanti altri vini non hanno”. A questo link il nostro articolo sull’esito dell’edizione 2022 di Barolo en Primeur.

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