Doc Bivongi, denominazione da scoprire sullo Ionio

di Giambattista Marchetto

La già poco frequentata Calabria del vino nasconde la piccola Doc Bivongi, nata nel 1996 e che oggi spinge sulla promozione dei vini che parlano di territorio e affondano le radici nella storia.

Si fa presto a dire valorizzazione delle produzioni locali. Poi se chiedi ai più preparati giornalisti italiani (per non parlare di penne internazionali, che spesso faticano già a distinguere tra le molte declinazioni del Chianti) dove si trovi la Doc Bivongi… è tutto uno sgranare d’occhi e un ricorrere all’aiuto di Google.

Eppure questa piccola Doc in terra di Calabria ha un Consorzio di tutela – costituito nel 2018 – che in occasione del Vinitaly 2023 ha dato il via ad un percorso di azioni promozionali.

I FILARI DEL MITO
Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle viti e del vino Doc Bivongi abbraccia un territorio di grande tradizione vitivinicola, che risale ai tempi della Magna Grecia quando le influenze elleniche erano molto forti lungo le coste ioniche calabresi. Non è un caso che il consorzio abbia scelto come payoff una dichiarazione ambiziosa: “Lungo i filari del mito”.

Ci sono luoghi che custodiscono segreti e consuetudini da tempo immemore – si legge nella presentazione del territorio – In questic posti anche l’aria che si respira contiene elementi di mondi passati che si confondono con la realtà attuale, in una miscela magica e armonica. Passeggiare attraverso questi sentieri significa viaggiare a ritroso nel tempo, in un continuo andirivieni tra passato e futuro, fino a confondere l’orientamento e, immancabilmente, a perdersi. Ma è un perdersi aascinante, che disarticola le leggi della fisica e consente di avvicinare mondi lontanissimi e paralleli, oltre il limite della comprensione umana. Alla fine del viaggio ci si trova dall’altra parte, da dove tutto è partito e dove tutto torna, con una consapevolezza più densa e una saggezza che diventa esperienza singolare, unica e irripetibile, perché ci fa conoscere l’origine di noi stessi. Lungo i filari del mito si arriva al punto zero dell’uomo, dal quale si riparte più ricchi e carichi di tesori inestimabili”.

FOCUS SUI VITIGNI AUTOCTONI
Nel 2018 un gruppo di viticoltori della fascia ionica reggina costituisce il Consorzio con l’obiettivo di tutelare e promuovere il vino che si produce sul versante orientale della catena delle Serre, nella bassa valle del torrente Stilaro i cui territori sono stati la culla della città di Kaulonia nel 700 aC. L’ambito geografico ricadente sotto l’egida del consorzio è composto da dieci borghi: Bivongi, Camini, Caulonia, Monasterace, Pazzano, Placanica, Riace, Stignano, Stilo e Guardavalle.

Al momento i vini Bivongi Doc – che dunque rientrano nel disciplinare – sono davvero pochi.

Tra gli assaggi possiamo segnalare Cantine Lavorata che presenta un Bianco a base greco bianco, guardavalle malvasia e ansonica, un Rosato e un Rosso Riserva, entrambi a base gaglioppo, greco nero e calabrese; Casa Ponziana che propone due rossi: il Philos a base gaglioppo, greco nero, calabrese e cabernet sauvignon, i Meléte con monovitigno calabrese; Feudo Santa Rosa che gioca la carta del Rosato a base greco nero, nocera e calabrese; Cosimo Murace che punta su rosato Fiorello (gaglioppo in purezza) e sul rosso Cosmì (gaglioppo, greco nero e calabrese).

la presidente del Consorzio Bivongi Doc Adele Lavorata

la presidente del Consorzio Bivongi Doc Adele Lavorata

Si punta tutto sulle produzioni autoctone di gaglioppo, greco nero, nocera, calabrese e castiglione, per i vini rossi e rosati, e di greco bianco, guardavalle e ansonica per il Bivongi bianco – spiega la presidente del Consorzio Adele LavorataIl nostro vino- ha affermato la presidente- ottiene un apprezzamento crescente sul mercato, specie in quello della ristorazione, e segna trend positivi anche nell’export: Germania, Cina, Giappone su tutte. Non basta ma occorre avere consapevolezza della nostra qualità offerta. E del lavoro dietro ogni singola bottiglia di vino prodotta. Il territorio è pronto, i nostri vini pure e le istituzioni vicine alle nostre realtà. Si può crescere e si può vincere una battaglia sul vino senza eguali“.
Ad oggi il Consorzio raccoglie una decina di aziende, “ma le porte sono aperte a tutti quei viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che utilizzano la denominazione nel solco del disciplinare approvato nel 1996”, specifica la presidente.

Ascolta l’intervista alla presidente Adele Lavorata nel podcast di Vinonews24 raccolta al Vinitaly 2023
Ascolta “Adele Anna Lavorata – Consorzio Doc Bivongi” su Spreaker.

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