Presentato il progetto “Roma DOC…et”. Il presidente Galassini: “le etichette Roma Doc imprescindibile biglietto da visita per la capitale. Connubio naturale da sviluppare”. E i vini (soprattutto i bianchi) convincono.
Sono stati mesi intensi quelli che hanno visto protagonista il Consorzio di Tutela Vini Roma DOC, al centro di numerose attività che hanno portato le etichette del territorio su palcoscenici importanti come ProWein, Vinitaly, Merano e VitignoItalia. Un vero e proprio tour de force che ha avuto come filo conduttore quello dell’attenta promozione dei vini e delle aziende aderenti al Consorzio.
Un percorso prodromico al nuovo progetto “Roma DOC…et”, che comprende azioni mirate tra cultura, promozione e business con la capitale al centro delle operazioni.
“Roma è e deve essere il naturale riferimento commerciale per le nostre cantine – rimarca Tullio Galassini, presidente del Consorzio – Questo ovviamente non significa rinunciare alla promozione dei nostri vini anche in altri scenari, ma semplicemente ribadire il fatto che la capitale rappresenta per tutti noi il logico approdo. Proprio per questo nei prossimi mesi, attraverso il progetto ‘Roma DOC…et’, lavoreremo per creare una liaison forte tra i nostri produttori e il mondo del trade capitolino. Certi di poter contare sull’apporto delle istituzioni e delle associazioni di categoria, con le quali vogliamo mettere a punto un tavolo di lavoro che crei le premesse per un’operazione sinergica che possa portare i suoi frutti”.

Tullio Galassini, presidente del Consorzio Doc Roma
Il progetto si muoverà su diversi fronti, dagli eventi di promozione B2C al confronto con gli addetti ai lavori, con eventi riservati al trade romano e ai sommelier della capitale, ma anche coinvolgendo la stampa negli assaggi di Doc Roma.
“Roma DOC…et è un progetto ad ampio respiro – sottolinea Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio – che segue percorsi paralleli ma fortemente collegati tra loro. Un discorso che non si esaurirà nei prossimi mesi ma che proseguirà mettendo al centro dell’attenzione temi come promozione, turismo, business; ma anche formazione, attenzione per la sostenibilità, rapporti con i media. Siamo un Consorzio giovane ma abbiamo tutte le intenzioni e la volontà di portare avanti i nostri progetti con il massimo dell’entusiasmo e della professionalità”.
Ascolta Tullio Galassini – presidente Consorzio Roma Doc su Spreaker dal podcast di Vinonews24
UN CONSORZIO GIOVANE
La denominazione Roma Doc nasce nel 2011 grazie alla costituzione dell’Associazione Produttori vini DOC Roma fondata da una decina di aziende distribuite su circa 175 ettari vitati nell’area laziale intorno a Roma. I produttori, consapevoli delle potenzialità del territorio e della forza del nome della città eterna, volevano promuoverne e tutelarne il nome in Italia e nel mondo.
L’associazione è cresciuta fino ad arrivare ad una realtà importante che necessitava di una organizzazione più strutturata, esigenza che si è concretizzata nella costituzione del Consorzio di Tutela del vino Roma Doc, riconosciuto con decreto ministeriale nel febbraio 2018.
Il disciplinare del Roma Doc prevede vini di tipologia “bianco”, “rosso”, “rosso riserva”, “rosato”, “Romanella” spumante, “Malvasia puntinata”, “Bellone”, la specificazione “classico” per i vini della zona di origine più antica e la tipologia “amabile”. I vini derivano da vigneti distribuiti in un’area della parte centrale del Lazio sui territori litoranei, sulla Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini e parte della campagna romana, in provincia di Roma.
Oggi il Consorzio rappresenta 47 produttori e imbottigliatori per un totale di oltre 300 ettari vitati e una produzione di circa 1,88 milioni di bottiglie (dato 2022).

i vigneti della Doc Roma non distanti dalla capitale
ASSAGGI (VULCANICI) SUL TERRITORIO
Alla degustazione, i vini bianchi nella Doc Roma risultano decisamente intriganti e più vicini all’evoluzione del gusto contemporaneo rispetto ai rossi, che invece sono più vicini a uno stile ancora piuttosto carico e talvolta appesantito dall’uso ingombrante del legno.
Ecco alcuni assaggi di etichette da aziende che puntano sulla capitale con il loro Roma Doc con dimensioni e con personalità differenti all’interno della DOC.
CASALE VALLECHIESA
Casale Vallechiesa vanta più di un secolo di esperienza nel mondo del vino. Situata a Frascati, l’azienda produce vini vulcanici autoctoni e sostenibili; si è evoluta negli anni passando dal “carretto a vino” all’utilizzo della blockchain. Dal terreno i prodotti derivano una forte componente minerale con una spiccata sapidità, tipica dei terreni vulcanici, ma anche grazie a una fonte naturale presente nei vigneti.
Roma Doc Bianco Caspide 2021
Vitigni: malvasia puntinata
Vinificazione e affinamento: fermentazione in acciaio a temperatura controllata, maturazione in acciaio sui lieviti
Frutto di vigneti allevati su terreni di origine vulcanica e argillosi, al debutto questa malvasia puntinata porta nel calice un vino pieno e senza dubbio capace di evoluzione. Giallo paglierino brillante, al naso racconta di frutta gialla, zagara, cedro, miele di erica e una sfumatura di ggrafite. In bocca si rivela morbido e glicerico, giocando di frutto pieno con profumi intensi di macchia mediterranea, cenni rocciosi. Una leggera (ma piacevole) riduzione lascia la bocca asciutta sul finale.
Roma Doc Rosso Caspide 2019
Vitigni: 50% montepulciano, 50% cesanese
Vinificazione e affinamento: tradizionale in rosso con breve macerazione sulle bucce, maturazione in acciaio sui lieviti e ulteriori mesi in bottiglia
La verticalità del frutto è l’elemento distintivo di questo vino, che nasce da suoli vulcanici. Il naso è goloso, tra ribes e marmellata di ciliegie, ma in bocca la spinta aromatica che oscilla tra la ciliegia sotto spirito e il melograno restituiscono comunque un sorso pulito che si allunga.
Roma Doc Rosso 753 2019
Vitigni: 50% montepulciano, 50% cesanese
Vinificazione e affinamento: tradizionale in rosso con breve macerazione, affinamento in acciaio per 4 mesi e poi in tonneau nuovi per 10 mesi, ulteriori 2/3 mesi in bottiglia
Colore rubino intenso, al naso si presenta con sentori liquorosi di prugna sotto spirito, viola, sottobosco. Nonostante la spinta sui terziari e un tannino non risolto, il sorso non è appesantito e la spalla acida porta equilibrio. Persistenza lunga.
CASATA MERGÈ
Al confine tra Frascati e Monte Porzio Catone, in un’area dal clima mediterraneo che gli antichi elessero a luogo di villeggiatura, Casata Mergè alleva vitigni autoctoni in vigneti ultracentenari. Nella prima metà del Novecento Manlio Mergè inizia l’attività di viticoltore che oggi il nipote Luigi prosegue, affiancato dalla quarta generazione rappresentata da Massimiliano, Mariabeatrice e Marianna. “La qualità dei nostri vini – dicono da Casata Mergè – nasce da terreni vulcanici coltivati a vite, di straordinaria bellezza, capaci di creare nettari unici, veri capolavori per gli amanti del vino”.
Ascolta l’intervista a Marina Mergè di Casata Mergé su Spreaker dal podcast di Vinonews24
Roma Doc Classico bianco 2021
Vitigni: malvasia del Lazio 50% e bombino bianco 50%
Vinificazione e affinamento: vinificazione in acciaio, affinamento di 6 mesi in botte grande americana e poi 3 mesi in bottiglia
Il naso porta sentori di zagara e fiori essiccati, pietra focaia umida, lentisco e rosmarino arso dal sole. In bocca tonalità sulfuree giocano con un allungo acido, ma il fiore torna in evidenza e anche il frutto emerge ma essiccato dal sole.
Roma Doc Classico Rosso 2021
Vitigni: montepulciano, sangiovese, cabernet sauvignon
Vinificazione e affinamento: vinificazione in acciaio, affinamento di 9 mesi in tonneaux (legno americano) e poi 3 mesi in bottiglia
Vino denso e intenso, al naso unisce note di prugna matura e ciliegia sotto spirito che si mescolano ai terziari del legno, che emergono con nettezza. In bocca vaniglia e frutta sotto spirito la fanno da padrone, con un tannino vellutato, molto ammorbidito.
CASTELLO DI CARCOLLE
Il Castello di Corcolle si staglia su una collina nel cuore della campagna romana, a meno di trenta minuti da Roma, non lontano da Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Il Castello, che risale all’anno 1074 e fu di proprietà dei Colonna, poi dei Barberini e per breve tempo dei Corsini, oggi è gestito dalla famiglia Piccioni–Planner che ne ha ricavato un agriturismo con ristorante.
La cantina è relativamente giovane, così come le vigne che sono state impiantate nel 2017. La prima vendemmia è del 2020 e la prima annata in bottiglia la 2022.
Roma Doc Malvasia puntinata L’Emiro Bianco 2022
Vitigno: malvasia puntinata 100%
Aromatico dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso presenta richiami floreali di ginestra e note di miele di acacia, fieno, macchia mediterranea. Lievemente citrico, ricorda la pietra bagnata al sole di primavera. La pulizia nell’olfazione trova conferma nella bella tensione del sorso pur materico, tra frutti gialli e una spinta sul calore. Si allunga con una persistenza sapida. Si intravedono sfumature idrocarburriche molto interessanti, che suggeriscono un riassaggio con l’invecchiamento.