Secondo il rapporto Bio Bank, nel 2022 il mercato bio è cresciuto in Italia del +12% sul 2021, per un valore di 8,4 miliardi. Aumentano i consumi fuori casa (+53%) e l’export (+16%).
Decolla il mercato bio in Italia: +12% nel 2022 sul 2021 (+134% in dieci anni), per un valore di 8,4 miliardi. A fronte di consumi domestici aumentati solo del 1,8% a 3,9 miliardi (ma + 95% sul 2013), fanno un netto balzo in avanti il fuori casa, con consumi di prodotti biologici per 1,1 miliardi di euro (+53% sul 2021, +258% sul 2013), e l’export che raggiunge 3,4 miliardi di euro (+16% sul 2021, +168% sul 2013). Lo rivela l’ultimo report di Bio Bank su dati Nomisma per Osservatorio Sana.
In un’epoca in cui il sistema agroalimentare tradizionale contribuisce per il 37% alle emissioni di gas serra a livello globale, causa principale del riscaldamento del pianeta, in cui l’inflazione galoppante frena i consumi, il biologico si conferma un mercato strategico per la transizione ecologica.
ITALIA LEADER DELL’EXPORT
Secondo dati Fibl-Ifoam, riferiti invece al 2020, il mercato dell’agroalimentare biologico ha raggiunto 121 miliardi di euro a livello globale (+13% sul 2019, +151% in dieci anni) e 52 miliardi di euro in Europa (+16 sul 2019, +144% sul 2011).
Incrementi ancora a due cifre sul 2019, per effetto della pandemia che ha spinto i consumi salutisti. Ma la pressione delle diverse crisi degli anni successivi sta rallentando la crescita del biologico, tanto che Germania e Francia, in testa da sempre per i consumi interni, devono fare i conti con una domanda in contrazione.
Confermato il ruolo trainante del nostro paese: su 48 stati europei, l’Italia è al primo posto per export e per numero di aziende di trasformazione, più di 22mila su oltre 84mila, una su quattro. È questa la forza motrice del Made in Italy bio, apprezzato sui mercati esteri. È poi di nuovo al primo posto per numero di produttori agricoli, al terzo per vendite al dettaglio e superfici agricole, al quinto per quota delle superfici bio sulla Sau (Superfice agricola utilizzata) totale. Quota che era al 16,6% nel 2020, mentre nel 2021 è salita al 17,4%, contro una media del 9,6% nell’Unione Europea.
NORD ITALIA CON PIÙ ATTIVITÀ BIO
Il rapporto di Bio Bank ha censito oltre 3.600 attività bio in Italia: negozi, e-commerce di alimenti, ristoranti, aziende e e-commerce di cosmesi, profumerie. Per la prima volta sono in lieve calo i numeri di cinque tipologie di attività su sei rispetto all’anno precedente, con decrementi dal 3 al 6%. Unica eccezione gli e-commerce di alimenti bio (+13%).
Negli ultimi cinque anni si conferma invece la crescita a due cifre, con incrementi dal 27 all’80% nel numero di attività, salvo due segni meno per negozi (-14%) e ristoranti (-9%). I negozi calano per la concentrazione delle catene (con il passaggio d’insegna da Cuorebio a NaturaSì), la concorrenza di supermercati e discount, l’aumento dei costi e l’inflazione. I ristoranti calano per le chiusure forzate e le varie misure restrittive degli ultimi anni a causa del Covid.
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano regioni leader per numero assoluto di attività bio, mentre Marche, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna sono in testa per densità di attività. Tra le regioni leader spicca il ruolo chiave dell’Emilia-Romagna, l’unica presente in entrambe le classifiche.

obiettivo 25% di superfici bio sulla Terra entro il 2030
SUPERFICI TRIPLICATE ENTRO IL 2030
In questo quadro, mentre l’Unione Europea entro il 2030 punta a triplicare le superfici bio arrivando al 25%, a dimezzare i pesticidi e ridurre del 20% i fertilizzanti, suona quantomeno strana la proposta di chi vorrebbe “sdoganare i pesticidi per sviluppare i consumi”.
Tutta l’agricoltura è chiamata a ridurre il suo impatto ambientale insostenibile. “Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra, eppure sembriamo determinati alla distruzione” ha sottolineato Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in occasione della Giornata della Terra. Mentre la scienziata e ambientalista Vandana Shiva esorta a passare “dall’avidità alla cura”.