Il report 2023 dell’osservatorio Sana a cura di Nomisma sul biologico in Italia rileva una crescita nei primi 7 mesi di vendite interne e export. Export di vino bio italiano +8%.
Il biologico continua a crescere in Italia nei primi sette mesi del 2023 grazie al traino dei consumi fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +18% sullo stesso periodo del 2022), che sfiorano 1,3 miliardi, e di una ripresa a valore dei consumi domestici (+7%), per una variazione complessiva delle vendite sul mercato interno pari al +9%.
La crescita è da collegare soprattutto alla spinta inflazionistica dell’ultimo anno, confermata dal calo dei volumi nella grande distribuzione (-3% le confezioni di prodotti bio vendute rispetto allo stesso periodo del 2022).
Nel 2022 le vendite alimentari nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) avevano già superato i 5 miliardi di euro rappresentando il 4% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali.
Positiva nel periodo gennaio-luglio anche la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio, che raggiunge i 3,6 miliardi di euro, segnando una crescita del +8% rispetto alla stessa tranche dell’anno precedente.
Un’evoluzione avvenuta in modo costante nel lungo periodo (+189% rispetto al 2013), con un crescente ruolo del bio sul paniere dei prodotti Made in Italy esportati (il peso nel 2023 ha raggiunto oggi il 6% a fronte del 4% registrato dieci anni fa).
Sono questi alcuni degli aspetti che emergono dal monitoraggio della filiera biologica italiana realizzato da Nomisma per l’Osservatorio Sana 2023 promosso da BolognaFiere e presentato oggi a Bologna in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2023, gli Stati generali del biologico, nell’ambito di Sana, il salone internazionale del biologico.
CRESCE L’EXPORT DI VINO BIO ITALIANO
La gran parte delle esportazioni per il biologico targato Italia (81% del totale) riguarda i prodotti agroalimentari, per un valore di 2,9 miliardi di euro nel periodo considerato del 2023.
Il vino pesa per il restante 19% dell’export bio, una quota ben maggiore di quanto si registra considerando l’export agroalimentare italiano in generale (dove l’incidenza del wine si ferma al 12%).
In termini assoluti sono 626 i milioni di euro di vino bio Made in Italy venduto sui mercati internazionali, +8% rispetto al 2022, con peso sul totale dell’export vitivinicolo italiano complessivo che sfiora il 9%.
Per quanto riguarda i mercati presidiati, dall’indagine è emerso come la principale destinazione in Europa per food italiano bio sia la Germania (indicata nel complesso dal 69% delle aziende), anche per il vino (66%), seguita dai paesi scandinavi e dal Benelux (entrambi segnalati dal 52% come principali paesi di destinazione dei vini italiani).
Al di fuori dei confini comunitari il biologico proveniente dall’Italia la fa da padrone in Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito.
Nel caso del vino, per i prossimi anni le imprese punteranno soprattutto su Nordics (61%), Germania (43%), Stati Uniti (32%) e Canada (30%).
Nonostante le dinamiche inflattive attuali e i costi delle materie prime incidano negativamente, in generale, il 38% delle aziende prevede di aumentare nei prossimi 12 mesi il fatturato realizzato sui mercati internazionali, quota che sale al 61% con riferimento al vino.
Più in generale, il nostro paese, con oltre 2,3 milioni di ettari e la più alta percentuale di superfici bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%), è ormai vicina target del 25% di superfici investite a bio, previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030.
DISTRIBUZIONE MODERNA CANALE PREFERENZIALE
La Distribuzione Moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico degli italiani, pesando per il 58% del totale delle vendite legate ai consumi domestici.
Nel 2023 le vendite di biologico nel canale si attestano a 2,4 miliardi di euro (+8% rispetto al 2022).
Iper e supermercati, all’interno della Distribuzione Moderna, veicolano la maggior parte delle vendite bio, con oltre 1,5 miliardi di euro a luglio 2023 (+4%).
I risultati della consumer survey Nomisma su 1.000 responsabili degli acquisti alimentari italiani hanno invece mostrato come la consumer base di prodotti bio sia rimasta costante rispetto allo scorso anno (89% della popolazione 18-65 anni ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto alimentare bio nell’ultimo anno).
Chi in Italia acquista biologico sceglie principalmente in base all’origine, con il 17% che preferisce i prodotti locali e a km 0.
In prevalenza si acquista bio perché lo si ritiene più sicuro per la salute rispetto a un prodotto convenzionale (27%), ma anche perché è sostenibile (il 23% ritiene i prodotti più rispettosi dell’ambiente).
PIÙ INFORMAZIONI PER SCEGLIERE MEGLIO
Nonostante le buone performance del settore, 9 consumatori su 10 affermano di non avere sufficienti informazioni o vorrebbero saperne di più riguardo le innovazioni e le tecnologie impiegate nel bio, sui controlli a cui sono sottoposti i prodotti biologici e sul contributo del metodo biologico alla sostenibilità.
Gli italiani mostrano di avere le idee molto chiare sulle indicazioni che vorrebbero ricevere: il 55% chiede ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale, il 54% vuole saperne di più sui benefici apportati dal bio a dieta e salute e la stessa percentuale ricerca maggiori informazioni sulla tracciabilità dei prodotti bio.
Un ulteriore punto fermo per mantenere il posizionamento del bio sul mercato interno ed estero è la garanzia della provenienza italiana delle materie prime.
Per 2 italiani su 3 è importante trovare prodotti alimentari (cibo e bevande) biologici con materie prime 100% Made in Italy.
Il 40% risulta invece confuso dalla presenza di molti green claim in etichetta che non permettono di capire l’effettivo profilo di sostenibilità di un prodotto.